(Foto Bozzani)
Via Solferino, Milano. Siamo nella sede del quotidiano più diffuso del paese, la Gazzetta dello Sport. Claudio Ranieri è a colloquio con le migliori firme del giornale. Si parla della sua ultima grande sfida professionale: la scalata al campionato con l’Inter di Moratti.
Ma Ranieri non sa che ad attenderlo in redazione non ci sono soltanto domande a ripetizione e taccuini spianati. Quattro ex compagni, quattro amici di sempre sono lì per lui, pronti ad una “carrambata” che per noi tifosi giallorossi ha un sapore del tutto speciale.
Arbitrio, Spelta, Banelli e Massimo Palanca. Altri quattro eroi di quel Catanzaro che conquistò la serie A nel ’76 si trovano nelle stesse stanze della Gazzetta che ospita Ranieri. Cinque leggende indiscusse della tifoseria giallorossa, tutte insieme a migliaia di chilometri di distanza dal Ceravolo e dal popolo che li ha acclamati per anni.
Inevitabile: sono subito sorrisi e abbracci. I cinque di certo sono soliti frequentarsi (non hanno mai smesso di farlo) ma questa volta la sorpresa è davvero riuscita. C’è il tempo per una foto che la dice tutta sulla complicità che ancora esiste tra loro ma poi è il tempo dell’intervista, delle domande a cui Ranieri risponde con la chiarezza di sempre.
E a un certo punto, mentre si parla di Wesley Sneijder e di quanto sia importante per i progetti di rimonta dell’Inter (“perchè può sempre inventare qualcosa“), Claudio Ranieri si volta verso i suoi amici: “Ecco, quando giocavo con questi quattro qua, sapevamo di poter dare la palla a Palanca, perchè qualcosa di buono avrebbe fatto“. O’Rey, che fino ad allora era rimasto silenzioso ad ascoltare sospira serioso: “Ero io che quando avevano palla loro sapevo che erano guai per noi…“. Un momento e via con le risate…
Oggi un pezzo del Catanzaro è a pagina tre della Gazzetta dello Sport. Conquistiamo la ribalta ancora una volta per la nostra storia, per quel passato di successi costruiti sulla passione, la competenza e la fatica. Catanzaro non è nata nobile, ogni successo registrato negli almanacchi e scolpito nella mente di ognuno di noi è stato conquistato sudando più degli altri.
I volti ingrigiti dei nostri eroi e la data sul quotidiano del giorno ci ricordano però una grande verità: è tempo di costruire una nuova epopea, è il tempo di elevare sull’esperienza del passato una nuova grande costruzione giallorossa.
Non ceda, chi in questi giorni ha il potere di agire, alle pericolose scorciatoie della mediocrità.
Noi abbiamo ancora sogni grandiosi.
FabScar