Seconda trasferta e seconda vittoria consecutiva in campionato per le Aquile seguite a Eboli da circa 100 persone. Cento che potevano essere di più se non fosse applicato il “terrorismo” psicologico con la famigerata tessera del tifoso. Al “Dirceu” almeno un centinaio di sostenitori giallorossi, la metà dei quali con il biglietto fatto a Catanzaro, divisi fra curva e tribuna. Una cinquantina i tifosi in curva ospiti, compresi Ultras, Teski e Vecchi Ultras che entrano grazie a un accordo raggiunto tra il presidente Cosentino (che si assume la responsabilità), la società campana e le Forze dell’Ordine.
Ci si accomoda in tribuna fra gli ospitali tifosi dell’Ebolitana che a un certo punto si rendono conto di non essere soli. Salutiamo un presidente Cosentino emozionatissimo sugli spalti e le squadre entrano in campo con Masini dal primo minuto al posto di Esposito. Dopo cinque minuti dal fischio d’inizio, si sente “Siamo la Massimo Capraro”: sono entrati i ragazzi della curva.
I primi minuti sono di studio. Il Catanzaro ha una netta supremazia territoriale ma soffre a centrocampo il dinamismo dei centrocampisti ebolitani. Maisto ha difficoltà a trovare il varco giusto per dettare i tempi e Corso lo aiuta poco. Pur essendo padroni del campo, quando perdiamo palla loro ripartono velocemente sia a destra con l’ala Izzo che a sinistra con l’altro esterno Broso. Su un calcio piazzato provocato da un fallo di Romeo che stava ripiegando dopo che un suo compagno aveva perso palla a centrocampo c’è il vantaggio dell’Ebolitana. Palla dentro o fuori? Ci rimarrà il dubbio ma è chiaro che il buon Mengoni ha avuto un infortunio: può capitare.
I giallorossi ritornano a macinare gioco e a divorare ripetutamente il goal del pareggio. Ci provano un po’ tutti, Bruzzese, Carboni, Romeo ma il goal non arriva. Poi quando Corso manda alto un colpo di testa a colpo sicuro e Masini non arriva su un tiro cross di Squillace (imbeccato da Maisto, nel frattempo salito in cattedra) che stava ripetendo il goal di domenica scorsa sembra che la partita è segnata. Invece è ancora Carboni a togliere le castagne dal fuoco. Angolo di Squillace e il piccolo “Salvatore” sardo di testa sul primo palo infila il portiere Zotti. Con il pareggio si va negli spogliatoi.
Nella ripresa l’Ebolitana si presenta con un cambio, passa alla difesa a tre (sostituito il terzino Venneri con il centrocampista Angiò) e al modulo 3-4-1-2 per cercare di riprendersi il centrocampo. L’Ebolitana pecca di presunzione e così si scopre invitando a nozze i più veloci e tecnici giocatori di Cozza. Una ripartenza di Bruzzese, come al solito devastante ma sfinito nel finale, parte in percussione e costringe al fallo da ultimo uomo lo stopper e capitano Astarita. Il Catanzaro di Cozza, già padrone del campo in parità numerica, inizia un monologo che, oltre a snervare tifosi e calciatori bianco-azzurri, logora anche noi giallorossi in tribuna. Siamo belli, anzi bellissimi, ma sotto porta al momento di concludere a rete ci perdiamo in un bicchiere d’acqua.
Cozza deve dare una mossa alla squadra e lo fa togliendo un esterno come Romeo e mettendo dentro un punta come Esposito, ma ancora non basta. Nel frattempo Bruzzese ha dato tutto e sbaglia per due volte consecutive il passaggio decisivo. Cozza non può che sostituirlo. Entra Figliomeni. Il piccolo fantasista, che ricorda tantissimo Borrello (calciatore di fine anni 80 dei giallorossi) si sistema fra Masini e Carboni quasi da trequartista. Lotta e recupera palloni e crea superiorità. Da una sua veloce ripartenza nasce il secondo angolo che porta in vantaggio i giallorossi. Squillace calcia lungo, Accursi di testa tira verso la porta, forse Carboni respinge sulla linea ma Esposito al volo segna il suo primo goal da quando è a Catanzaro. Notate bene, Figliomeni ed Esposito. Onore e merito al mister che azzecca anche i cambi. Poi entra anche Narducci perché davanti eravamo un po’ troppi.
Mancano 17 minuti alla fine. Possiamo affermare che il Catanzaro almeno per 16 minuti tiene il possesso palla: sembra un torello con i dieci avversari che vanno alla ricerca del pallone. In questo frangente c’è anche il tempo di vedere Esposito divorarsi un goal fatto davanti a Zotti. Non fa nulla. Ci spaventa nel finale solo un fallo laterale seguito da un cross al centro che Mengoni blocca con sicurezza.
La partita finisce e i ragazzi vanno sotto la curva e lanciano le magliette. Si ricordano anche di quelli presenti in tribuna che salutano calorosamente. Ai gol dei giallorossi (già visibili nel TG Giallorosso), al “Dirceu” in tribuna qualche ebolitano si è chiesto se aveva sbagliato posto visto che tanti erano i catanzaresi presenti. Applaudono anche i tifosi di fede bianco-azzurri: hanno avuto il piacere di vedere giocare una grande squadra che ha meritato ampiamente un successo che poteva essere ancora più netto.
Ora bisogna stare con i piedi per terra e proseguire su questa strada. Ma è necessario fare anche qualche appunto. Non è concepibile che una squadra che ha un possesso palla del 90% segni solo due volte e per giunta con azioni da palla inattiva: quella che, tra l’altro, non è una nostra specialità visto che non abbiamo grandi colpitori di testa.
Cozza su questo dovrà lavorare, mentre i tifosi avranno il compito di accorrere allo stadio per sostenere l’US Catanzaro. Domenica arriva il Milazzo: non c’è da vendicare nulla ma i siciliani nella scorsa stagione passeggiarono al “Ceravolo” e umiliarono quell’accozzaglia di giocatori con la maglia giallorossa al “Polifemo”.
Ci si rivede domenica. Forza Giallorossi.
SF