Sono passati quasi quattordici mesi da quel lontano sei giugno 2010 e finalmente il rituale della trasferta torna in voga per i tifosi giallorossi. Poteva essere un viaggetto con almeno trecento sostenitori al seguito della squadra del presidente Cosentino ma questo non è potuto avvenire poiché nella città capoluogo le disposizioni del Viminale sono recepite con diverse interpretazioni.
Un centinaio di tifosi comunque arriva a Melfi. Un buon 50% con regolare biglietto fatto a Catanzaro. Alcuni si accreditano con testate giornalistiche varie e altri ancora entrano all’”Arturo Valerio” grazie alla disponibilità delle Forze dell’Ordine che hanno consentito l’accesso accompagnando i tifosi nel settore di competenza.
La tanto discussa “ricevuta” (ritenuta dal Catanzaro non valida poiché valeva solo quella online con codice provvisorio) con tanto di firma e timbro è stata rilasciata a tifosi giallorossi residenti in Lazio e Campania da alcune società professionistiche che hanno accolto la comunicazione del Viminale del 24 agosto da noi pubblicata. Durante il tragitto sull’A3 i telefonini cellulari erano bollenti “l’hai u bigliettu, arrivasti, appena arrivi fammi sapira” erano le conversazioni fra chi aveva voglia di vedere il Catanzaro esordire (purtroppo) nell’ennesimo campionato di Seconda Divisione.
Nei ringraziamenti non possiamo non citare Maurizio De Filippo dell’Us Catanzaro che si è prodigato affinché nessuno rimanesse fuori e il gentilissimo Team Manager del Melfi Calcio, Domenico Signorelli, che incontrando per strada alcuni sostenitori del Catanzaro alla ricerca del biglietto, li accompagnava presso la sede sociale della società gialloverde garantendogli l’ingresso. «Il calcio è questo e deve essere solo una festa di sport», ci ha detto Signorelli. Come non essere d’accordo viste le tante inutili restrizioni che gli sportivi stanno subendo.
Alle 15 sotto un caldo umido scendono in campo le squadre. Il Melfi si schiera con il classico 4-4-2 e il Catanzaro in tenuta “provvisoria” rossa si presenta con la formazione che avevamo azzeccato nella striscia del sabato.
La partita non è bella e dopo le schermaglie iniziali si nota subito ciò che avevamo rilevato nel corso delle amichevoli d’agosto e nelle partite di Coppa. Siamo ordinati, ogni calciatore rispetta il proprio ruolo e difficilmente butta via la palla. Quando questo avviene Cozza s’infastidisce e dalla panchina lo vediamo agitarsi. La dimostrazione che quest’impostazione di gioco è basilare per il calcio che il mister vuole è data dal fatto che Mengoni sporadicamente esegue il rilancio con i piedi. L’azione deve partire dalla difesa e quando l’ex portiere vibonese tiene troppo la palla per fare ripartire l’azione con le mani o con i piedi anche il pubblico melfitano s’infastidisce.
Dei nuovi gioca solo Esposito che è arrivato da pochissimi giorni e non sfigura anche se è ancora a corto di preparazione. Nel mezzo giocano Maita (che con un gran tiro da fuori sfiora il goal nel primo tempo) e Corso come il solito molto diligente nel mantenere la posizione. I due insieme hanno l’età del mister e di più non si può chiedere, specie quando uno dei due non è supportato da un uomo d’esperienza come il centrocampista napoletano Maisto assente per squalifica.
Il primo tempo scivola via con un Melfi che si rende pericoloso solo su alcuni calci piazzati. I lucani specie quando battono calci d’angolo o punizioni dalla trequarti nell’area di rigore di testa capiscono che i nostri non ne prendono una. Qualche altra sbavatura la nostra difesa la denota una volta quando si fa infilare dalla zona presidiata da Mariotti e Accursi e più spesso dove opera Ricciardi che ieri ha confermato di non essere un difensore. Alcuni errori di posizione e la facilità con cui sgusciava il numero sette del Melfi sono da rimarcare. Fortunatamente Mengoni c’è.
Dell’attacco segnaliamo invece alcune belle ripartenze con il nuovo Esposito che sembra un giocatore ma che nell’occasione più bella creata su cross di un’appena sufficiente Carboni si divora un goal fatto. Le fasce giallorosse sono invece bloccate. Il cursore di destra Romeo non salta mai l’uomo e non pressa sui portatori di palla avversaria, della sua presenza in campo c’è poco da segnalare. Squillace soffre maledettamente quando deve coprire (ma dietro ha Ricciardi che non è una garanzia in difesa) si propone bene in avanti ma sul più bello, al momento di chiudere l’azione con il cross si perde in un bicchier d’acqua. Nel complesso il Catanzaro del primo tempo ha mancato di personalità, poteva imporre il proprio gioco a suo piacimento ma è stato timido per le pecche descritte sopra. Nella ripresa con l’entrata di Narducci dietro e con l’avanzamento di Mariotti al posto di uno spento Romeo abbiamo conquistato la zona nevralgica del campo.
E’ bastato un elemento d’esperienza nel mezzo (pur se difensore) per fare capire al Melfi che a quel punto doveva solo accontentarsi del pareggio. I giallorossi tenendo sempre il pallino del gioco si trovavano però un muro composto di nove uomini in casacca gialla a difendersi. I noti limiti offensivi non consentivano agli uomini di Cozza di sfondare e molte azioni si fermavano nei pressi dell’area grande o davanti al loro portiere. Non poteva essere diversamente giacché le speranze per passare in vantaggio potevano venire solo da una giocata del peperino Bruzzese o da un’invenzione di Carboni (che il goal lo sfiorava) ma sappiamo bene che entrambi non hanno il fiuto del goal nelle loro caratteristiche.
A nulla sono serviti i cambi. Alcuni logici per via del caldo altri inutili come quelli di Ferrara che nella sua mezzora di gioco sta cercando ancora la posizione dove sistemarsi in campo. Unico appunto al mister che non avendo uomini a disposizione forse poteva passare a un altro modulo di gioco, evitandoci l’ingresso del “mascherato”.
Adesso il Catanzaro avrà una settimana di tempo per inserire nel gruppo gli elementi arrivati da poco come Masini e Soudant. Potrà contare su Maisto e Mannone appiedati ieri oltre che aspettare gli “alti” difensori Papasidero e Thiago Gazé Da Silva.
Al ritorno agli autogrill è stato bello rivedere le sciarpe giallorosse al collo di alcuni tifosi andati a Melfi ma soprattutto è stato bello sentir parlare di tattiche, schemi e partita.
Guardiamo avanti con fiducia senza dimenticare cos’eravamo l’anno scorso. Il Catanzaro oggi ha una squadra e una società. L’obiettivo rimane quello di migliorarsi e il primo mattoncino di questo lungo torneo ieri è stato messo. Ricordandoci che NOI SIAMO IL CATANZARO.
SF