I tre punti con LâAquila sono (forse) i più importanti finora conquistati dai giallorossi. Non stiamo scherzando e portiamo delle âproveâ per sostenere la nostra tesi. Una gara contro lâultima in classifica è, come abbiamo già scritto, un âvuoto a perdereâ.
In altre parole: tutti si aspettano la vittoria (stampa, pubblico e, nonostante le dichiarazioni della vigilia, persino gli stessi giocatori). Ma in campo le cose non sono mai così facili specie quando la salvezza è ancora un obiettivo possibile. Così ti trovi ad affrontare un avversario chiuso come un riccio, che lotta e picchia su ogni pallone, magari provoca per cercare dâincattivire la partita (da questo punto di vista Vidallè ci ha ricordato il peggior Aruta o il Batistuta dei poveri Vadacca che dopo un rigore segnato andò a stuzzicare la Massimo Capraro). Tutto per portare via un punticino che non avrebbe di certo cambiato molto la classifica di Aquila e Catanzaro, ma per i giallorossi avrebbe avuto numerosi contraccolpi. In primis la delusione dei 10.000 tifosi presenti al Ceravolo (bravi, continuiamo così anche quando le cose non saranno rosee). E sappiamo tutti che lâultrà ha spesso la memoria corta: tre vittoria consecutive possono essere offuscate da un solo pareggio. Se poi questo arriva contro lâultima della classe e per di più in casaâ¦
Insomma, metteteci pure il rigore sbagliato da Ferrigno: siamo sicuri che la settimana sarebbe trascorsa tra mugugni e continue frasi tipo âSono invidiosi di Corona e per questo non gli fanno battere i rigoriâ o âSiamo un fuoco di paglia, adesso crolliamo come nellâanno di Bitettoâ. Purtroppo basta davvero poco per rompere un bel giocattolo che fino a oggi ha regalato bel gioco e soddisfazioni a iosa dopo 12 anni (ripetiamo 12 anni) di mortificazioni. Se a questo ipotetico scenario aggiungiamo gli immancabili âprocessiâ sui giornali (âIl Catanzaro non sa più vincereâ), allora capirete da soli in quale clima Braglia avrebbe preparato lâimportante sfida di Sambenedetto del Tronto. Una partita che sulla carta i giallorossi possono anche perdere (e dovesse andare così non câè da fare nessun dramma), ma se la cosa fosse avvenuta dopo un pari casalingo con LâAquilaâ¦
Per fortuna il rigore di Biancone ha spazzato via tutte queste eventualità e per questo ci sentiamo dâaffermare che la vittoria contro gli abruzzesi sia la più importante della stagione. Anche perché la sofferenza patita ha avuto lâeffetto di caricare a mille la squadra. Diciamola tutta: di solito si finisce per perderle queste partite (come accaduto contro il Nardò nellâanno di Morgia). Il segnale positivo, invece, dimostra come questa stagione sia nata sotto auspici fortunati (il ripescaggio è la testimonianza più lampante).
Il nostro invito, però, è dâavere pazienza. Ci saranno sicuramente match stregati (remember Lanciano), dove la sconfitta o il pareggio saranno immeritati. Ma in un campionato lungo e stressante come la C1 non bisogna perdere di vista lâobiettivo prefissato: come tutti gli strateghi che si rispettino, Braglia ne ha uno pubblico (la salvezza) e uno privato che resta âsegretoâ. Per il primo mancano allâappello circa 14 punti (nella passata stagione per evitare i play out bastarono 36 punti), per il secondo aspettiamo maggio.
Superata la “curva Aquila” continua la marcia del Catanzaro verso l’obiettivo
L’editoriale di Francesco Ceniti