La Calabria farà la fine della Campania e la provincia di Catanzaro finirà con l’essere sommersa di rifiuti come Napoli?
L’interrogativo è sempre più – almeno da un paio di settimane a questa parte – non solo in ambienti politico-amministrativi, ma anche o soprattutto tra la “gente comune, all’ordine del giorno. Tutto è cominciato con la chiusura della discarica di Alli (oramai al collasso), cui ha fatto seguito la decisione di dirottare molti dei rifiuti provenienti da diversi comuni limitrofi alla città capoluogo verso la discarica di Pianopoli. Noi del circolo Catanzaro Sud di FLI, abbiamo dovuto tristemente constatare che – dalle nostre parti – in diverse zone e quartieri, i cassonetti dell’immondizia sono stracolmi. I catanzaresi ed i turisti che in questa ultima parte d’agosto ancora vivono il quartiere marinaro, si vedono costretti oramai a depositare i sacchetti dei rifiuti – di qualunque tipo si tratti – in terra, fuori dagli appositi contenitori. Quello che è strano, però, è che in alcune vie (quelle per così dire principali o più in vista) detti cassonetti vengono regolarmente svuotati; nelle vie e traverse più interne o limitrofe, invece, i raccoglitori traboccano ed è possibile constatare che tutto intorno agli stessi, si trovano rifiuti d’ogni tipo. Poiché è evidente che la raccolta rifiuti e relativo smaltimento viene effettuata a macchia di leopardo, sembra quasi che dette operazioni vengano svolte solo in quelle zone o vie che interessano a qualcuno o che hanno, per così dire “dei Santi in Paradiso”.
Prima di intraprendere ogni qualsiasi iniziativa sul tema abbiamo deciso, comunque, di consultare anche tanti cittadini abitanti e turisti frequentanti zone e paesi vicini, nonché i colleghi del circolo Catanzaro nord (rappresentato dal presidente Antonello Iuliano); del circolo Pari Opportunità (che ha sede nel quartiere marinaro e che è rappresentato dal presidente Miriam Muscolo), nonché quelli del circolo Giustizia (rappresentato dal presidente Luigi Ciambrone) per avere un quadro della situazione più completa e per avere altresì, da esperti legali, consigli su eventuali azioni da intraprendere. Appare del tutto superfluo rammentare, infatti, quali i pericoli e le conseguenze per la salute potrebbero derivare da tali disservizi.
Forse è davvero colpa della classe politica e dirigente, passata ed attuale.
Non si comprende bene se in passato si è trattato di mancanza di onestà, di “semplice” incompetenza o ancora di una forte presenza di criminalità organizzata. Fatto sta che non si riesce a gestire in modo corretto il ciclo virtuoso dei rifiuti.
Ci sono alcune “stazioni di passaggio” in cui, tante volte, i rifiuti depositati hanno superato abbondantemente i limiti di capacità e tolleranza previsti. Nel tentativo di risolvere il problema si è fatto costantemente ricorso ad attività straordinarie di raccolta e smaltimento che però, inevitabilmente, finiscono per condurre alla “creazione” di una o più discariche incontrollate ed incontrollabili.
Per alcuni comuni si provvede a scaricare l’umido in una discarica, la carta e la plastica in un altro sito. E la confusione, i disagi ed i pericoli per la salute per i cittadini, aumentano. Senza contare poi l’eventuale aggravio delle tariffe a carico dei contribuenti, per un servizio che non funziona.
Apprendiamo con soddisfazione la notizia della decisione dell’ampliamento della discarica di Pianopoli e delle recenti disposizioni di altre manovre volte a fronteggiare la crisi, ma riteniamo tuttavia di dover evidenziare che ciò non è sufficiente. Noi di FLI, senza voler “puntare il dito” verso nessuno, vogliamo ricordare che la differenziata nella nostra provincia (ma più in generale in tutta la Calabria) non è mai “decollata” e si è sempre attestata su percentuali piuttosto misere.
Vogliamo altresì ribadire che – poiché da un lato esiste un’atavica carenza di mezzi e di uomini e dall’altro anche i cittadini hanno la loro parte di responsabilità – senza una seria riorganizzazione dello smaltimento rifiuti, che deve necessariamente prevedere l’impiego di un numero maggiore di mezzi idonei alla raccolta (autocompattatori, ecc..) ma soprattutto una sistematica operazione di sensibilizzazione della popolazione ad effettuare una raccolta differenziata, nonché l’eventuale incentivazione alla stessa, come anzidetto, Catanzaro rischia di fare la fine di Napoli (e la Calabria della Campania).
Per evitare tutto ciò è necessario che tutti gli amministratori locali, i politici a più livelli ed i manager del settore (dal Commissario per l’ambiente all’ultimo operatore ambientale) si siedano intorno ad un tavolo – studiando prima, attuando dopo – idonee iniziative volte a risolvere la grave problematica esistente. Non ci spettiamo che tutto si risolva come per magia all’istante.
Ma si sa, “chi ben comincia è a metà dell’opera “ e “le grandi rivoluzioni passano anche da piccoli gesti quotidiani”.
Concludendo formuliamo un sincero auspicio a che – ferme restando le responsabilità di chi si deve occupare della raccolta — i cittadini (ed i turisti ove presenti) diano una mano a rendere le loro città più pulite attraverso un atteggiamento responsabile che aiuti a mantenere tutte le strade ed i quartieri – non solo il classico salotto buono – nella maniera più dignitosa possibile.