«Se lo sport è importante per ogni essere umano, per un detenuto può diventarlo ancora di più, perché chi vive in spazi limitati non può fare attività fisica, neanche una passeggiata. Quello che, però, va evidenziato, oltre al positivo aspetto motorio, è soprattutto quello di socializzazione e del rispetto del regole che lo sport impone». Queste le parole con cui il direttore della Casa circondariale di Catanzaro, Angela Paravati, accoglie, stamattina nel suo ufficio, i testimoni della firma apposta sul protocollo di intesa stipulato tra la Casa circondariale ed il Coni, Comitato provinciale di Catanzaro.Il protocollo scaturito da una precedente convenzione tra il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria della Calabria ed il Comitato regionale Coni della Calabria, prevede una serie di impegni e di intenti che entrambi cercheranno di porre in essere per il bene degli ospiti della Casa di detenzione.
«Il Coni, non può che essere soddisfatto di questo obiettivo attraverso il quale sarà possibile creare socializzazione tra persone che sono private della libertà e non hanno modo di inserirsi. – spiega il presidente del Coni Catanzaro Antonio Sgromo – Lo sport, inoltre, si sa, a qualunque età è sinonimo di crescita e maturazione all’insegna di quei valori fondamentali che riesce ad infondere e che speriamo possano essere un beneficio anche per i ragazzi della casa circondariale».
Calcio, presso campo sportivo presente all’interno della Casa di detenzione in ristrutturazione, basket, pallavolo e forse bocce, grazie al supporto delle stesse federazioni, questi gli sport che si intende far praticare a chi aderirà al programma, oltre ad una serie di iniziative, che hanno il fine di aiutare i detenuti ad una più facile integrazione, quando scontata la pena, torneranno ad una vita sociale. Primi fra tutti un corso che farà ottenere loro il patentino di arbitro ed un altro che farà conseguire quello di allenatore base di calcio.
Lo scopo è principalmente quello di ridurre l’ostilità ed i pregiudizi della gente, sostenendo ed aiutando ad un inserimento più facile, chi ha regolarmente scontato una condanna in un penitenziario, saldando così interamente il proprio debito con la giustizia, e che non è giusto porti per sempre un marchio che gli impedisca di integrarsi come è legittimo che sia.