Si chiama “Venga a prendere un caffè da noi” ed è un appuntamento ormai consolidato dei pomeriggi catanzaresi, organizzato da Vittorio Pio per il Caffè Letterario di via Menniti Ippolito 5.
Giovedì 24 marzo l’invito a prendere il caffè a Catanzaro si tinge di rosso e di nero, con la presentazione di ‘NDRANGHETOWN. A partire dalle 18 la giornalista Giulia Zampina modererà l’incontro centrato sul noir di rivolta.
Oltre all’autrice, Paola Bottero, interverrano il Procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, Vincenzo Merante per il mensile Kalabrians e Roberto Rizza, dell’associazione Nuova Era.
Si tratta della terza “uscita pubblica” del nuovo romanzo di Paola Bottero, giornalista e scrittrice scelta dalla casa editrice milanese Agenzia X per inaugurare la collana di noir di rivolta “Inchiostro rosso”. Ma tante altre date, calabresi e nazionali (Lamezia, Roccella, Vibo, Roma, Torino e Milano per citarne alcune) sono state programmate per scomporre e ricomporre presente e futuro intorno ai personaggi del romanzo. Un noir che è anche un modo diverso «per raccontare il nostro presente e le paure non dette», come spiega Paola Bottero.
«Scrivere mi serve innanzitutto per liberarmi» rivela. E prosegue: «Quando Silvio e Peter, ruotando intorno al ponte, hanno iniziato a prendere forma nella mia fantasia, non potevo immaginare che molte delle ipotesi assurde costruite a corollario di una storia fantastica potessero rivelarsi realtà. Ho fantasticato, ipotizzando il peggio. E ho buttato giù la prima stesura. A giugno dello scorso anno. A luglio da Milano è partita la prima maxi operazione congiunta, firmata Bocassini e Pignatone, che ha confermato l’esistenza di Lombardaway. Da allora le notizie sull’espansione degli affari di ‘ndrangheta hanno continuato a segnare l’agenda delle operazioni in corso contro la criminalità organizzata. E ogni volta mi sembra che davvero la realtà possa continuare a superare la più fervida fantasia. Forse per questo, a meno di un mese dall’uscita di ‘NDRANGHETOWN, continuo a ricevere richieste di proseguire nel mio racconto allucinato di un futuro non così improbabile, per cercare di recuperare una vera consapevolezza di ciò che potrebbe succedere se la società decidesse, come sembra propensa a fare, di abdicare al potere che si alimenta nell’indifferenza. Non a caso definita da Gramsci, quasi un secolo fa, “il peso morto della storia”».
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