Bilancio ed edilizia scolastica: Corte dei Conti bacchetta Regione e amministrazioni locali

E’ un bilancio «ingessato», che spesso non rispetta tempi e modalità previste dalle normative contabili per gli enti pubblici, con aspetti ancora da chiarire e troppe pendenze aperte che mettono a rischio gli equilibri futuri. È l’analisi effettuata dalla Corte dei conti sul bilancio della Regione Calabria per l’esercizio 2009.
Le criticità emergono, seppur con poche novità positive, nella relazione sul rendiconto generale e sulle politiche di spesa della Regione, presentata questa mattina a Catanzaro dal relatore consigliere Vittorio Cirò Candiano.
E se, da un lato, la Regione Calabria ha rispettato, per il 2009, gli obiettivi programmatici posti dal patto di stabilità interno, dall’altra l’analisi della magistratura contabile ha richiamato l’attenzione sul fatto che «l’avanzo di amministrazione non risulta completamente libero e destinabile a nuove spese dell’esercizio successivo, ma vincolato in quanto viene destinato prioritariamente alla reiscrizione delle economie vincolate derivanti dal cumulo delle assegnazioni statali e comunitarie con vincolo di destinazione non impegnate».
Due aspetti dell’esercizio 2009 che rappresentano pienamente le poche note positive e le tante critiche contenute nella relazione. Altro aspetto sottolineato dal magistrato relatore è quello relativo alla mancata redazione del documento sull’indebitamento autorizzato, mentre appare più complessa la parte che fa riferimento alla spesa per il personale. Infatti, secondo quanto evidenziato dalla Corte dei conti, «la Regione sembra aver adempiuto all’obbligo di contenimento della spesa per il personale relativa al 2009, rispetto a quella del 2008, mediante una riduzione percentuale pari all’11,64 per cento».
Tuttavia, l’andamento della spesa nel triennio 2007-2009, «tale spesa assume un comportamento altalenante» con «un andamento che non appare coerente con l’obiettivo di contenimento della spesa». Tutto questo, in un contesto in cui la consistenza complessiva del personale regionale, al 31 dicembre 2009, è pari a 2.107 unità, con una riduzione di 115 unità rispetto al 2008, determinata dalla cessazione di 127 unità compensate da 13 nuovi assunti. In merito al patrimonio regionale, Vittorio Cirò Candiano ha ricordato che la Regione non ha provveduto ad adottare il Piano di alienazione e valorizzazione immobiliare, così come nel Conto del patrimonio non ha provveduto a inventariare la quasi totalità dei beni immobili, corrispondente al 95 per cento del valore complessivo. Infatti, la magistratura contabile ha rilevato che le azioni avviate risultano «tardive e inadeguate».
Situazione non sempre brillante anche rispetto al capitolo dedicato alla riduzione degli onrei degli organismi politici, dal momento che la Corte dei conti ha rilevato che, per l’esercizio 2009, «le spese per il presidente della Giunta, rispetto a quelle erogate nel 2008, non hanno subito alcuna riduzione, mentre quelle per i componenti della Giunta si sono ridotte complessivamente dell’8,03 per cento». Inoltre, «per quanto riguarda il Consiglio regionale, la spesa per indennità di carica e di funzione su base annua resta immutata, mentre subiscono una riduzione del 7,29 per cento le spese per missioni». Ed ancora, «hanno registrato una riduzione del 78,09 per cento le anticipazioni per fine mandato», mentre «la spesa complessiva per il funzionamento del Consiglio regionale impegnata nell’esercizio 2009 ammonta a 77,600 milioni di euro con una crescita rispetto all’anno precedente dell’1,17 per cento.

Ritardi e lentezze. La sezione di controllo per la Calabria della Corte dei Conti ”bacchetta” le amministrazioni locali della regione in materia di edilizia scolastica. Nel triennio 2007-2009, a fronte di somme rese disponibili dalla legge 23/96 sull’edilizia scolastica, per oltre 13 milioni di euro sono stati spesi, in Calabria, solo 648 mila 726 euro pari a poco meno del 5% del totale. Dalla relazione della Sezione regione di Controllo per la Calabria, presentata a Catanzaro, spuntano rilievi in materia di gestione del patrimonio scolastico, la programmazione e i profili strategici, i criteri per la provvista e l’assegnazione delle risorse e la consistenza e gestione degli interventi. Dalla relazione viene fuori, in particolare, che dal 93,10% di risorse erogate, pari a 4 milioni 507 mila euro nel primo triennio (1996-1999) di applicazione della legge 23, si e’ passati al 90,10% (5 milioni 323 mila euro) del triennio seguente fino al 2001, e ancora all’87,54% per 7 milioni 137 mila euro per il periodo 2003-2004. La relazione evidenzia, tra l’altro, uno stato di avanzamento delle opere ”alquanto lento e disomogeneo” e circostanze temporali, unite alle risorse non utilizzate, che ”prefigurano il rischio di nuove rideterminazioni di costi e programmazione”. Viene rilevata la ”pressoche’ inesistente attivita’ di monitoraggio e informazione sull’avanzamento fisico e finanziario delle opere” e ”l’inadeguatezza delle progettazioni iniziali”. (.ilsole24ore.com e Ansa ).


Autore

Salvatore Ferragina

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