La cosca Pelle avrebbe condizionato la facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria, controllando test d’accesso ed esami. È quanto emerge da un’inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria, che ha emesso 11 informazioni di garanzia nei confronti di altrettanti docenti, impiegati e studenti dell’ateneo. Non solo: il capo della cosca, Giuseppe Pelle, uno dei personaggi più influenti di tutta la ‘ndrangheta, si vantava di potere influire anche sui test d’accesso alle facoltà di Medicina di Catanzaro e Messina.
Le mani dei boss sull’università L’inchiesta, le cui indagini sono delegate ai carabinieri del Ros, rappresenta uno sviluppo dell’operazione Reale che nell’aprile scorso portò al fermo di otto affiliati alla cosca Pelle, tra cui lo stesso Giuseppe Pelle, ed all’accertamento dei collegamenti operativi tra il gruppo criminale di San Luca e le cosche della ’ndrangheta più influenti di Reggio Calabria. E proprio a Reggio i Pelle avrebbero attuato un controllo sull’università per fare laureare non soltanto i loro rampolli, ma anche i figli degli “amici” che ne facevano richiesta. Emblematica, in questo senso, è l’intercettazione ambientale acquisita agli atti dell’inchiesta del dialogo tra Giuseppe Pelle ed una persona che gli aveva mandato Domenico Oppedisano, il capo assoluto della ’ndrangheta, “incoronato” in occasione della Festa della Madonna del santuario di Polsi del 2009, così come è emerso dall’operazione Crimine condotta nel luglio scorso dalle Dda di Reggio Calabria e Milano.
Lauree in medicina Nel colloquio Pelle chiede al suo interlocutore, che gli aveva chiesto un aiuto per il figlio che voleva iscriversi a Medicina, se vuole studiare nell’Università di Messina o Catanzaro sostenendo di potere condizionare i test d’accesso in entrambi gli atenei. Gli investigatori affermano di non sapere se la persona che incontrò Pelle grazie alla raccomandazione di Domenico Oppedisano sia poi riuscita a fare entrare il figlio all’Università visto, che subito dopo quell’incontro, scattò l’operazione Reale. La vicenda fa capire, comunque, quanto forte ed esteso sia il potere della cosca di San Luca, che con tali comportamenti, tra l’altro, ha emulato un altro tra i più potenti gruppi della ’ndrangheta, quello dei Morabito di Africo. Il capo della cosca , Giuseppe, detto ’u tiradrittu, catturato dopo una latitanza protrattasi per oltre 20 anni, nel corso della sua “onorata” carriera avrebbe fatto laureare in Medicina decine di studenti iscritti all’Università di Messina.
(Ilgiornale.it)