Catanzaro Night News

Comunicati politici e associazioni



LAVORI FOGNARI IN VIA SARDEGNA / SODDISFAZIONE DEL CONSILIERE  RICCIO

 “Non posso che ritenermi soddisfatto per l’ottimo lavoro svolto  e che è valso a risolvere un atavico problema che ormai da  diversi anni, creava problemi a numerose famiglie   residenti nella zona” Ha commentato così il consigliere Eugenio Riccio la notizia dell’avvenuto appalto,  nel tardo pomeriggio di oggi(mercoledì 17 novembre),  dei lavori di riqualificazione del sistema fognario in via Sardegna. “Ringrazio  – ha proseguito – il consigliere Carlo Nisticò che mi ha affiancato sin dall’inizio  nel portare avanti  quella che  era una giusta e sacrosanta rivendicazione  dei cittadini di via Sardegna,  per anni senza uno dei servizi di urbanizzazione primaria  e presi in giro da politici senza scrupoli che  sulle “menzogne” hanno costruito le proprie fortune politiche. Restiamo, ora vigili  in attesa che l’Amministrazione provinciale, nei prossimi giorni,  proceda all’appalto dei lavori di bonifica del torrente Fiumarella nel tratto che dal quartiere Santa Maria porta alla foce  del fiume passando per via Sardegna. Un lavoro  – ha concluso Riccio – che contribuirà a garantire la sicurezza dei cittadini residenti”.

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GATTO “NESSUN TRASFERIMENTO DELLA MAZZINI ALLA CHIMIRRI”

Testo della dichiarazione diramata dall’assessore alla pubblica istruzione, Danilo Gatto

“Fa piacere che, probabilmente a causa dell’avvicinarsi del 150° anniversario dell’unità d’Italia, venga fuori un “Movimento Indipendente Fratelli d’Italia 2010” con tanto di bandiera tricolore che garrisce al vento, che si preoccupi della storia di questa città. Così come sarebbe interessante conoscere, oltre al nome del segretario nazionale, regionale e provinciale (sempre la stessa persona), il numero degli iscritti a fantomatici sindacati autonomi.

Ma veniamo al punto: corrono voci su trasferimenti di classi, laboratori, verso plessi più lontani: e quando mai? Chi vuole occuparsi dei problemi o va ad accertarsi alla fonte oppure è interessato solo a creare scompiglio. Quindi: nessun trasferimento della Mazzini alla Chimirri. Che ci sia invece un tema, non eludibile, di razionalizzazione e migliore utilizzo degli edifici pubblici, è anch’esso fuor di dubbio e compito di una buona amministrazione. Pertanto è inaccettabile e non funzionale che un istituto, finalmente dimensionato sugli standard richiesti dalla legge, abbia gli uffici suddivisi su più edifici, o che gli stessi si trovino nei locali meno accessibili al pubblico e dove l’utenza è minore. Quindi, d’accordo con la Dirigenza scolastica, si sta provvedendo a trasferirli, insieme agli archivi che prima facevano capo a tre diverse istituzioni, nel plesso più spazioso e che serve l’utenza più popolosa, ovvero la Chimirri. Oppure si dica che in questa città anche un provvedimento così semplice diventa una questione di stato, con tanto di interessamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Pubblica Istruzione (centrale e periferico), della Prefettura, e così via discendendo (è vero, sono stati presentati degli esposti in tal senso).

Infine, è veramente pretestuosa e troppo volgare, da “leghismo di quartiere”, la polemica sul come e perché vengono concessi altri spazi ad altre prestigiose istituzioni dell’alta formazione. L’Accademia di Belle Arti era priva di una sede, e il Comune ha provveduto a trovare una sistemazione, in quanto è interesse di tutta la collettività che la stessa rimanga in città, che venga evitata l’ennesima spoliazione, che gli studenti abbiano un tetto sotto cui studiare, e che questo avvenga nel centro storico. Alla scuola, per fortuna, non è stato tolto nulla in quanto ha a disposizione tutti gli spazi di cui ha bisogno e non vi è alcuna promiscuità di nessun tipo. Ma se se ne fossero accertati prima, l’avrebbero visto anche i “Fratelli d’Italia”.

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Bene per “Rinascita”, ma che sia completa!

Abbiamo atteso volutamente qualche giorno prima di esprimere, come ora facciamo, la nostra immensa soddisfazione per l’operazione “Rinascita” che ha condotto all’arresto di oltre 70 persone, quasi tutte appartenenti alla locale comunità ROM che – come hanno appurato gli inquirenti – risulta essere “azionista” della ndrangheta nei loschi affari sul traffico di stupefacenti, armi, estorsioni varie nonché, aggiungiamo noi, serbatoio di voti per qualche personaggio politico. Dopo le congratulazioni doverose e meritate che rivolgiamo alla DDA di Catanzaro, al Questore, alle Forze dell’ordine, al dirigente della squadra mobile, al procuratore distrettuale e agli oltre 400 uomini della polizia coinvolti nell’operazione, siamo certi che la magistratura concluderà questa vicenda come si conviene e come la gente si attende, ovvero comminando il massimo della pena, senza sconto alcuno, e rassicurando la comunità circa la certezza della stessa. Infatti non vi è dubbio che da qualche anno il capoluogo di regione vive nella morsa di una criminalità che via via si è fatta strada ponendo alcuni quartieri sotto reale assedio fisico, e imponendo a tutto il territorio un assedio psicologico che si riflette in una diminuita percezione di sicurezza. L’operazione “Rinascita” rappresenta un’inversione di tendenza assai significativa, e sull’onda lunga di questi risultati occorre adesso mettere in campo, ognuno per la propria parte, tutte le azioni di contrasto alla criminalità, dalla prevenzione alla repressione, ma anche iniziative per restituire fiducia ai cittadini, nella fattispecie a quelli che vivono nei cosiddetti quartieri a rischio.

L’obiettivo che secondo noi deve essere perseguito sin da subito è proprio la riqualificazione di quei quartieri, restituendo ad essi nuova vita, nuovi servizi, una nuova urbanistica e incoraggiando una residenzialità che può rappresentarsi tale solo se da quelle zone viene definitivamente cancellata la presenza criminale. Non è un caso che un’indagine congiunta di ANCI e Fondazione Cittalia del marzo 2009 rilevò come luoghi meno sicuri della geografia urbana quelli prossimi alle zone degradate ed ai campi ROM.

La promozione del senso civico e il rispetto delle regole tra i cittadini, assieme alla certezza ed all’esemplarità della pena per chi delinque, così come quartieri ben illuminati, video sorvegliati ed esteticamente gradevoli, sono un obiettivo imprescindibile che può dare un senso pieno all’appellativo “rinascita” con cui si è definita l’operazione in città. Così come imprescindibili per Catanzaro risultano essere alcuni presidi di legalità per i quali il nostro movimento si è battuto da sempre senza purtroppo ottenere il sostegno politico adeguato da chi avrebbe potuto e dovuto agire. Alludiamo in particolare al Reparto Mobile della Polizia di Stato e alla Scuola di Magistratura: per il primo, pur in presenza di  un progetto che ne prevede la realizzazione a “costo zero”, nessun segnale giunge dal Ministero competente e nessun impegno rileviamo da parte della nostra deputazione affine al Governo; per la scuola dei magistrati l’ultima novità che abbiamo registrato è la classica promessa, fatta da Michele Traversa in occasione della campagna elettorale pro-Scopelliti. E giusto per rimanere in “area governativa” nemmeno il senatore Speziali né l’altro deputato catanzarese, Giancarlo Pittelli, hanno dato segnali di vita. Eppure si tratta di questioni di carattere generale dove avremmo voluto rilevare l’impegno dell’intera politica calabrese. Esiste?

Raffaele Fabiano

Movimento Civico “Catanzaronelcuore”

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Si è tenuta, presso la sala consiliare del Comune di Soveria Simeri, la conferenza stampa riguardante il progetto “Meridiani e Paralleli per la sperimentazione di un laboratorio di colture biologiche condotto da persone disabili”, con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni e degli enti coinvolti, nonché dell’assessore provinciale all’Agricoltura, Nicola Montepaone, e del sindaco, Amedeo Mormile.

 

CATANZARO 17 NOVEMBRE 2010 – Realizzare l’integrazione sociale attraverso il binomio agricoltura-disabilità. E’ l’obiettivo del progetto “MERIDIANI E PARALLELI per la sperimentazione di un laboratorio di colture biologiche condotto da persone disabili” che ha preso il via lo scorso 12 marzo. Progetto che è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa, svoltasi nella sala consiliare del Comune di Soveria Simeri, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni e degli enti che hanno dato vita all’iniziativa, e di alcune autorità presenti tra cui il sindaco del centro alle porte di Catanzaro, Amedeo Mormile, e l’assessore provinciale all’Agricoltura, Nicola Montepaone.

Un’idea innovativa e all’insegna dell’integrazione, quindi, quella proposta dall’Associazione di volontariato  “L’Alveare”  al Centro Servizi al Volontariato di Catanzaro all’interno del bando “Perequazione per la progettazione sociale – Calabria 2008” e che avrà una durata di 16 mesi. Un’idea sperimentale che prevede l’inserimento socio-lavorativo  nel settore primario di soggetti deboli, nel caso specifico 15 persone con disabilità psichiche, mettendo in pratica, com’è stato già fatto in altre regioni d’Italia, il binomio agricoltura-disabilità. Nel corso di questi primi mesi, sono stati pertanto coniugati obiettivi di carattere etico-sociale con quelli produttivi ed economici, per un progetto in via di realizzazione su un terreno di circa 1 ettaro a Soveria Simeri, di proprietà privata, messo a disposizione per la sperimentazione a titolo gratuito. Da qui la volontà di divulgare l’iniziativa sul territorio di Soveria Simeri con una conferenza stampa.

Ricordiamo, poi, che gli altri partner del progetto sono l’Associazione di volontariato “Arte di parte” che curaà le risposte di professionalizzazione nell’ambito agricolo, in aggiunta al significativo apporto di volontari, la Fondazione Betania Onlus di S. Maria, che ha provveduto alla progettazione e si occuperà del coordinamento e dell’aspetto metodologico e valutativo del progetto, l’Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura e l’Ambiente con sede a Belcastro per la supervisione tecnica della produzione agricola. 

Alla presenza degli organi d’informazione locale e di un pubblico composto da quei ragazzi speciali impegnati nel progetto, come ha evidenziato il moderatore dell’incontro Domenico Gareri, il primo a prendere la parola è stato il padrone di casa, il sindaco Amedeo Mormile. Il primo cittadino di Soveria Simeri che ha sottolineato l’importanza di quello che è “un percorso di integrazione, segno di grande civiltà. E’ un orgoglio per il Comune di Soveria Simeri avere questi ragazzi speciali, impegnati a lavorare in zona, ed un onore essere concittadini di colui che ha concesso il terreno, ovvero il sig. Gareri”.

L’assessore provinciale, Montepaone, dal canto suo, compiacendosi per il progetto, ha dichiarato che l’ente intermedio è disposto ad abbracciare in futuro una simile iniziativa anche perché “si ha la valorizzazione di soggetti speciali e di quell’agricoltura biologica che rappresenta un tema di grande attualità”.

Dopo i saluti istituzionali, è stato presentato il progetto nella sua essenza da parte delle associazioni coinvolte. Guglielmo Merazzi, rappresentante dell’associazione “L’Alveare”, ha ricordato come: “inizialmente, c’è  stata una larga adesione al progetto da parte delle Amministrazioni locali. In particolare, il Comune di Catanzaro ha assunto l’impegno per la concessione di un terreno al fine della futura realizzazione di una fattoria sociale. Qualora quest’impegno non venisse mantenuto, “Meridiani e Paralleli” potrebbe chiudersi definitivamente a maggio 2011 in occasione della conclusione originariamente fissata”. “Noi siamo un’associazione che lavora per l’inclusione sociale – ha aggiunto Merazzi –, in modo che i nostri ragazzi siano considerati una risorsa per la società e non un peso! Ecco perché mi auguro che il progetto non muoia a maggio 2011, e prosegua con la realizzazione di una vera e propria fattoria sociale”.

Soggettivo attivo del progetto è stata Fondazione Betania, che, tra l’altro, rappresenterà il primo mercato per i prodotti ottenuti dal lavoro dei ragazzi diversamente abili, come ha avuto modo di spiegare Niki Mannarino, s’è soffermata anche su un punto importante: quello dell’occupazione lavorativa. “Coniugare l’agricoltura alla disabilità – ha spiegato la Mannarino, in rappresentanza di Fondazione Betania -, creando lavoro è un risultato notevole. Il tutto in una realtà, come quella meridionale e calabrese in particolare, dove la collocazione lavorativa dei disabili è irrealizzabile. Non c’è infatti apertura mentale per accogliere la disabilità psichica. Cosa che accade, invece, con questo progetto”. Il tutto poi un’iniziativa con la quale si cerca di realizzare anche l’interazione col Comune di Soveria Simeri e con la sua gente. E’ quanto riferito da Maurizio Caligiuri, delegato dell’associazione “Arte di parte”, che, segue passo dopo passo i ragazzi speciali impegnati nelle attività agricole, e che, dopo aver fatto un primo bilancio dei primi frutti raccolti, ha così commentato: “Abbiamo tutto l’interesse all’interazione col territorio. Non a caso, tutto quel che ci occorre lo comperiamo in paese e in futuro, perché no, speriamo di poter commercializzare alcuni prodotti su Soveria Simeri”.

Nel corso della conferenza stampa, è emerso come il mondo della scuola sia impegnato in prima fila nel progetto. E’ il caso dell’Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura e l’Ambiente di Belcastro che era rappresentato dal prof. Fusto e dalla prof.ssa Vitaliano, mentre i lavori sono stati chiusi da Stefano Morena del CSV (Centro Servizi al Volontariato) la cui relazione era molto attesa in chiave futura. “Il CSV è un organismo di sostegno al volontariato – ha dichiarato Morena – e in quest’occasione ha avuto la disponibilità economica per finanziare il progetto in questione. Un investimento che sta già dando i primi frutti”. Ha poi fatto il punto sulla realtà del volontariato a 360 gradi, invitando gli enti coinvolti a costruire nonostante la frammentazione degli interventi economici esistenti.

 

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Piano Industriale Rai. Preannunciati tagli ed esuberi.

Le preoccupazioni della SLC-CGIL di Catanzaro

 

Il Piano Industriale presentato di recente dal Direttore Generale Masi ed approvato dal Consiglio di Amministrazione RAI, preoccupa oltremodo il futuro di migliaia di lavoratrici e lavoratori della più grande azienda culturale del paese. Emergono forti preoccupazioni sia in termini di carenza di prospettiva di rilancio, ma soprattutto quanto agli annunci di tagli, riduzioni, perdita di capacità produttive che l’azienda ha prospettato. Nei vari incontri le organizzazioni sindacali nazionali di categoria hanno provato a proporre la riduzione degli sprechi, la riduzione dei sovrabbondanti appalti e delle inique spropositate consulenze. Eppure il Piano Industriale, come si può evincere facilmente, insiste solo sullo smembramento dell’Azienda, sulla cessione dei suoi asset strategici, sul costo del lavoro del Contratto degli impiegati, operai e quadri, di tutte le professionalità che hanno contribuito a fare grande il servizio pubblico italiano. Di certo non possiamo che ritenerci insoddisfatti dalla risposta che la RAI intende dare alla crisi del mercato in atto nel servizio televisivo. La contestuale e la consequenziale caduta degli introiti pubblicitari, uniti alla pessima gestione dei vertici aziendali, stanno ponendo la Rai su una via di pesante declino. A più riprese, nel tempo, abbiamo contestato scelte anche di carattere editoriale, figlie di spinte partitiche più che di interesse culturale, industriale ed economico.

Non si può dimenticare il ruolo del servizio pubblico nel paese. È compito e finalità della RAI raggiungere le case degli italiani su tutto l’articolato territorio nazionale e non solo, sono infatti molti gli italiani all’estero cui la RAI fornisce informazione e cultura. Ma la RAI può con la sua attività favorire le imprese private del settore e le produzioni indipendenti e d’autore, ponendo anche attenzione alla programmazione dedicata ai bambini, agli anziani, ai disabili e a tutte le minoranze del nostro Paese. Tutte queste funzioni, proprie della Tv e Radio Pubblica di un paese democratico e civile, possono esistere se, e solo se, la Rai esiste.

La condizione del lavoro, contestualmente alla dignità del lavoro tutelato, costituiscono un elemento di sicurezza per rendere libero ed indipendente il servizio pubblico radiotelevisivo.

Con la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e le parti politiche, le lavoratrici ed i lavoratori della RAI si sono ritrovati ieri, 16 novembre, presso la Camera dei Deputati per ribadire il loro secco NO ad un piano industriale che, rimanendo così, minerebbe alle fondamenta della più grande azienda culturale italiana. Come SLC-CGIL di Catanzaro esprimiamo forte preoccupazione in riferimento ai tagli che questo piano industriale apporterà, sia in termini di servizio sia in termine di esuberi. Il servizio pubblico della RAI a Catanzaro e provincia e pressoché inesistente, pochi sono i dipendenti che operano nella zona, e questo piano industriale potrebbe azzerare completamente la presenza RAI nel comprensorio dei due mari. Pertanto a partire dall’iniziativa di ieri, effettueremo una serie di attività volte a sensibilizzare, anche l’opinione pubblica, oltre alle istituzioni, propedeutiche a far rivedere all’azienda RAI il proprio piano industriale.

 

 

Il segretario provinciale

SLC-CGIL Catanzaro

 

Daniele Carchidi

 

 

Autore

Salvatore Ferragina

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