Partiamo con un episodio che avviene fuori dal campo: è appena passato un minuto e mezzo dall’inizio del derby e qualcuno si sente male in Curva Capraro. Sul rilancio di Micai, alcuni giocatori delle Aquile si accorgono dei richiami che arrivano dal settore degli ultras giallorossi e chiedono all’arbitro d’interrompere il gioco: Ghersini chiede cosa sia successo e subito accorda lo stop, anche per facilitare il lavoro dei soccorritori. Passa circa un minuto e il gioco riprende, sotto la coreografia che tinge di giallorosso tutto lo stadio. Vogliamo rimarcare questo bel gesto di umanità e attenzione, non obbligato dal regolamento, da parte dei giocatori e del direttore di gara.
La “guerra” di D’Orazio
Passa poco e D’Orazio inizia la sua personale gara di agonismo fuori luogo, che lo porterà a essere sostituito nel secondo tempo, per evitare ai suoi di restare in dieci. Siamo al terzo minuto e mezzo e il capitano bruzio interviene da dietro con la gamba alta, travolgendo con una spinta Šitum, davanti agli occhi di Ghersini, che fischia solo il fallo e non sanziona l’esterno cosentino.
Al 17-esimo il solito D’Orazio, sulla trequarti d’attacco giallorossa, trattiene vistosamente da dietro Šitum: mentre l’arbitro fischia, il capitano bruzio prosegue l’azione come se nulla fosse, con Iemmello che tenta di fermarlo, spingendolo a terra, per poter recuperare il pallone e battere la punizione. D’Orazio si alza come indemoniato e cerca vendetta nei confronti del capitano giallorosso. Ghersini divide i due, mentre si sta creando un parapiglia, e cerca di ragionare con i giocatori, non ammonendo nessuno dei protagonisti. Alla fine passeranno due minuti dal fallo alla battuta della punizione conseguente.
L’episodio di copertina
Arriviamo al gol che sblocca la gara: siamo al ventesimo e l’azione durerà mezzo minuto, partendo da una punizione battuta a centrocampo sotto i Distinti. Dopo vari scambi, Bonini lancia alto in avanti verso l’area, il vento spinge il pallone indietro, con Quagliata in corsa che anticipa Ciervo di testa, facendo proseguire Pontisso che, arrivato verso il vertice dell’area, scarica all’indietro ancora per Quagliata. Cross, vento che fa girare di più la traiettoria, Caporale liscia l’intervento di testa e Šitum inventa un assist di esterno-quasi-tacco al volo, mettendo Iemmello solo davanti a Micai. Il resto lo sapete e l’esultanza è piena da parte di tutti, perché l’azione è stata limpida e non si teme nessun intervento dal VAR.
E invece, quel colpo di testa all’indietro, spalle alla porta, Quagliata potrebbe averlo dato partendo da una posizione di fuorigioco, dodici secondi prima che la palla finisca in rete. Fortunatamente il gol è valido, il VAR è veloce e nessuno si accorge della revisione, perché la palla al centro si batte appena Iemmello rientra dai festeggiamenti.
Da segnalare che per il primo tempo viene assegnato un solo minuto di recupero, mentre sarebbero potuti essere tranquillamente anche tre, in base agli episodi evidenziati.
Ripresa con gol e cartellini
Poco dopo lo splendido sinistro del raddoppio di Pompetti, arriva l’ammonizione per l’ormai nervosissimo D’Orazio: Scognamillo ruba palla a centrocampo a Mazzocchi e s’invola nella trequarti d’attacco, ma il capitano dei lupi lo scalcia da dietro, meritando il giallo che aveva scansato nel primo tempo. Passano due minuti e su una palla respinta a campanile da Bonini fuori dall’area giallorossa, Iemmello prende posizione e sempre D’Orazio lo va a contrastare con un’evidente sbracciata, con il bomber giallorosso che cade, proteggendosi la testa. Molti giocatori delle Aquile scattano verso Ghersini per sollecitare il secondo giallo, ma l’arbitro non la pensa allo stesso modo. Al 53-esimo termina comunque la pessima gara del capitano bruzio: il duo sulla panchina silana pensa bene di sostituirlo.
Quattro minuti dopo (e nel mentre c’è stato il 3-0 di Bonini) arriva l’unica altra ammonizione della gara: Micai serve con un filtrante Garritano, che è in corsa nel cerchio centrale, quando Petriccione gli si para davanti, facendogli il classico blocco in movimento. Il fallo non è cattivo, ma Ghersini decide sia comunque meritevole del giallo.
Al 68-esimo arriva la quarta rete del Catanzaro, che passerà al setaccio del VAR per due fatti distinti. Dapprima è il guardalinee sotto i Distinti a comunicare all’arbitro che il pallone è entrato completamente in porta, con il VAR a confermare. Poi c’è la revisione per la posizione di Iemmello all’atto del filtrante di Ilie che dà il la all’azione: dopo un minuto il VAR conferma che il capitano giallorosso è tenuto in gioco da Caporale, sul lato sinistro della difesa bruzia.
Caporale graziato dal bis dell’andata?
Passano quattro minuti ed è proprio Caporale a essere protagonista negativo di un doppio brutto episodio: prima entra con la gamba alta da dietro nei confronti di Buso a centrocampo e nel proseguire la corsa colpisce il giallorosso sul labbro, mentre Ghersini non si rende conto di nulla e non ferma nemmeno l’azione. Poi il difensore rossoblù, espulso all’andata, in piena e assurda trance agonistica (con la sua squadra sotto per 4-0) completa l’opera cercando di rialzare di peso Buso, sanguinante a terra.
Gli ultimi minuti sono scanditi dal torello delle Aquile e allora il direttore di gara decide, saggiamente, di chiudere la gara esattamente al novantesimo.