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Il ciclone Catanzaro si abbatte sul Cosenza

Scritto da Redazione

Poker pesantissimo dei giallorossi. Fabio Caserta regala ai giallorossi la vittoria più pesante nei derby del dopoguerra

Il derby è il derby

Per presentare il derby tra Catanzaro e Cosenza non servono molte parole. La partita tra queste due squadre rappresenta da sempre un concentrato di emozioni e significati, racchiudendo tutti gli ingredienti della sfida più sentita. Rivalità regionale, orgoglio e prestigio, confronto tra culture e identità: si tratta di un incontro che merita di entrare nella storia calcistica, con episodi memorabili tramandati di generazione in generazione.

Il clima da derby si respira sin da subito nei pressi del Nicola Ceravolo. Cinque ore prima del fischio d’inizio, previsto per le 17:15, già si vedono tifosi seduti nei ristoranti, intenti a consumare il pranzo. Molti si lasciano tentare dai piatti tipici catanzaresi, con “u morzedhu” che fa da padrone. Il piazzale antistante lo stadio, due ore prima del match, si tinge di giallo e rosso, e all’inizio della gara si contano 13.297 spettatori, con in Curva Mammì 750 rappresentanti di scuole calcio del catanzarese, presenti per via del divieto imposto dalle autorità al pubblico di fede cosentina.

S’inizia a giocare in una giornata soleggiata ma ventosa, con una temperatura di circa 15°C e gli spalti sono gremiti nel tempio del calcio catanzarese, il Nicola Ceravolo, il primo stadio in Calabria ad aver ospitato la Serie A.

La coreografia organizzata dagli Ultras subisce un leggero ritardo a causa di un malore per due spettatori in curva. Quando tutto si sistema, si dà il via e una serie di cartoncini gialli e rossi colorano lo stadio in tutti i settori. Al centro della curva Massimo Capraro, un grande bandierone accompagna uno striscione che recita: “Conosco un posto nel mio cuore dove tira sempre il vento, non c’è niente da capire, basta sedersi ed ascoltare”.

Partita dominata dal Catanzaro

Caserta schiera il suo 3-5-2 con Brighenti titolare al posto di Antonini, che entrerà poi a gara in corso, insieme a Ilie, Buso, Coulibaly e Cassandro. A centrocampo, troviamo il trio titolare composto da Petriccione, Pontisso e Pompetti, mentre in attacco Biasci affianca Iemmello, con Situm e Quagliata sugli esterni. Il duo Belmonte-Tortelli sostituisce Artistico con Mazzocchi, con tutta la responsabilità della manovra rossoblù sulle spalle del cosentino Garritano.

Nei primi venti minuti di gioco le azioni sono scarse, ma emerge la superiorità mentale dei calciatori giallorossi, accompagnata dalla voglia di portare a casa il risultato, con un Cosenza frenetico e nervoso, con D’Orazio che cerca di provocare Iemmello. Nonostante ciò, il Catanzaro si dimostra tecnicamente superiore al Cosenza, e il frutto di questo atteggiamento si concretizza al ventesimo minuto: un cross di Quagliata dalla sinistra, lisciato da Caporale, viene lavorato con un tocco delizioso di tacco in area da Situm, che consente a Iemmello di realizzare con freddezza. Segnare al Cosenza è un grande traguardo per un catanzerese e molti vorrebbero essere nei panni del nostro bomber, che per l’ottava volta gonfia la rete degli avversari più odiati calcisticamente.

Non c’è gara: la ripresa è devastante

La reazione del Cosenza c’è, supportata dal vento, ma tranne un tiro da fuori di Mazzocchi e un cross di Caporale che impegna Pigliacelli, è davvero poca cosa. Garritano cerca di orchestrare la manovra, ma già verso la fine della prima frazione il Catanzaro dà la sensazione di poter chiudere la pratica.

La mossa di Caserta, che sostituisce Pontisso con Ilie, scombussola i piani dei lupi. Il rumeno entra in partita con il piglio dei grandi e diventa protagonista, regalando due assist decisivi nel giro di nove minuti: il primo a Pompetti, che realizza al 46′ da fuori area con un sinistro che s’infila nell’angolo; il secondo a Bonini al 54′, con un destro chirurgico rasoterra che si infila alle spalle dell’incolpevole Micai. La rete del poker è di Coulibaly, di testa su cross di Bonini, con la palla che varca ampiamente la linea di porta, nonostante il tentativo disperato di Dalle Mura.

Il Catanzaro si ferma

Nel calcio ci sono alcune regole non scritte, e il rispetto per l’avversario è fondamentale. Dopo la quarta rete, sugli spalti inizia una vera e propria festa. I passaggi dei giallorossi, ma anche dei rossoblù, sono accompagnati dagli “olé” del pubblico, che alterna le ovazioni tipiche della corrida a cori in favore di Fabio Caserta e all’immancabile “Serie C, Serie C” rivolto agli avversari, che vengono anche “incitati” con un beffardo “Lupi, lupi”.

La partita termina senza un secondo di recupero e la festa ha inizio. Al centro del campo, i giocatori si abbracciano attorno all’allenatore giallorosso, che ha ottenuto una bella rivincita. La curva alza dei manifesti funebri per segnare simbolicamente la fine del Cosenza. Quindici minuti interminabili di gioia si susseguono, con i festeggiamenti che continuano per le strade del capoluogo. A Cosenza, invece, i tifosi dei lupi, che avevano sperato in un’impresa per vincere a Catanzaro, devono accontentarsi di contestazioni e dell’ennesima delusione, poiché ancora una volta è il Catanzaro a dominare il derby di Calabria.

Ora è tempo di pausa

Il calendario prevede una sosta per le Nazionali. Ci saranno due settimane di attesa fino a sabato 29 marzo, quando il Catanzaro si recherà a Modena per proseguire il suo splendido campionato: sognare e divertirsi in questo momento non costa nulla. Nessuno avrebbe mai immaginato di trovarsi in questa posizione a questo punto del torneo, e per questo è doveroso riconoscere i meriti alla società, ai calciatori e al loro condottiero, che stanno onorando la storia del Catanzaro con il loro impegno. Un pensiero però deve andare anche alla gara di andata: ricordate il discorso dell’ex mister cosentino Alvini sulla Chiesa tornata al centro del Villaggio? Beh, non servirebbe alcun commento, ma la migliore risposta è: Ma quando mai!

Redazione 24

 

Foto Lorenzo Costa per uscatanzaro.net

 

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