Terminato un 2024 più che positivo ci prepariamo a iniziare un 2025 con aspettative ancora migliori. Noi tifosi non ci accontentiamo mai e vogliamo sempre il meglio. In effetti è da qualche anno a questa parte che l’anno che segue migliora il precedente e questo si deve ad una società che finalmente programma, guarda al futuro e non solo all’immediato, e ci ha consolidato nel panorama calcistico nazionale. Catanzaro ed il Catanzaro sono tornati ad essere una realtà rispettata e temuta dagli avversari. Quando pensiamo ad un passato che ci sembra lontano, ma in realtà non lo è poi così tanto, davvero ci chiediamo se questo sia tutto vero. Come dimenticare estati tormentate, stagioni cominciate con improvvisazione e lunghi, lunghissimi campionati in giro per la provincia più disparata con sofferenze annesse?
Chiudiamo il 2024 in zona play off e sinceramente, dopo l’inizio di stagione ritardato, davvero in pochi ce lo aspettavamo. Il caso Vivarini ha sicuramente avuto il suo ruolo ma poi si è intrapresa una strada di cambiamento nel solco della continuità. Tutti vediamo che il tipo di gioco del Catanzaro è mutato e tanti hanno nostalgia della precedente gestione tecnica. Un anno fa, alla prima di ritorno, avevamo trentatré punti, sei in più di oggi. L’entusiasmo della promozione da record, l’effetto sorpresa, un gioco decisamente spettacolare sono state alla base dell’exploit ma ricordiamo anche tanta sofferenza, una squadra che segnava tanto ma subiva anche tanto, rimonte effettuate ma anche subite e pure sette sconfitte nel girone di andata, più del doppio di quelle di oggi. Sconfitte anche storiche come lo 0-5 col Parma, oppure al termine di prestazioni davvero opache, ogni tanto capitava, vedi Ascoli, Reggio Emilia e nel ritorno anche un tre a zero in casa della Feralpi Salò. Con i tre punti a vittoria la differenza si spiega e quest’anno i dodici pareggi hanno il loro peso. Non solo in senso negativo però. Questa squadra subisce poco, delle tre sconfitte solo quella col Cesena è stata senza discussione mentre con Cremonese e Spezia ci mancano almeno due punti. Le tante rimonte dimostrano che il Catanzaro ha meno amnesie rispetto al passato, la difesa subisce meno e Pigliacelli è più affidabile di Fulignati che prendeva sempre lo stesso gol (ricordate i cross dalle fasce ed i colpi di testa nell’area piccola?) cosa che sta facendo anche a Cremona.
Nell’intelaiatura dello scorso anno sono stati inseriti bene giovani promettenti come Bonini, Cassandro, Buso, altri come Pittarello, giocatore che meriterebbe più fortuna visto l’impegno che ci mette sempre. Siamo in pieno mercato di gennaio, periodo comprensibilmente non gradito dagli allenatori. Da quanto sembra la società si sta muovendo per puntellare alcuni ruoli, sfoltire la rosa da giocatori che sono evidentemente fuori dal progetto tecnico e che hanno legittimo desiderio di giocare, e anche con i primi rinnovi. L’operazione Pompetti è molto intelligente. Il ragazzo ha già ottimi mezzi e ancora margini di crescita. La firma fino al 2027, Vivarini docet, non significa che resterà in giallorosso fino a quell’anno, anche se ce lo auguriamo, ma intanto la società lo ha messo in banca e un’eventuale cessione porterebbe alimento alle casse. Poi ci sono alcuni singoli casi da valutare. Antonini è stato fuori a lungo e non per problemi fisici. Il suo rientro, vedi prestazione super con la Salernitana, si è fatto sentire. Bisogna capire quali siano le sue intenzioni e nel caso restituirgli la maglia da titolare che per doti tecniche gli spetta. Non ho ben capito il ruolo, non mi riferisco a quello tecnico, di Coulibaly. Secondo me è un giocatore utile perché ha caratteristiche diverse dagli altri centrocampisti. Quelle ripartenze che subiamo anche da calci d’angolo a favore sono un problema ed uno come lui può servire per tamponare e ripartire. Eppure, il campo lo ha visto pochissimo ma il livello non è diverso rispetto alle tre P (Petriccione, Pontisso e Pompetti) che giocano nella zona più delicata del rettangolo verde.
Si riparte da Bolzano, dal Sudtirol, la trasferta più “esotica” del campionato. Una partita piena di insidie come tutte quelle in cui parti favorito. L’anno scorso fu una festa giallorossa nemmeno un po’ rovinata da una signora che si inventò un’aggressione smentita poi dai suoi stessi concittadini. Forse nel suo dizionario italiano-tedesco avrà trovato la parola “imbunnata”. Ecco, facciamogliela rileggere anche stavolta e continuiamo a riempire il Ceravolo ed i vari settori ospiti (quando lo consentono…) con l’entusiasmo e la passione che sono da sempre il nostro biglietto da visita.
Giuseppe Bisantis
Foto di Lorenzo Costa per UsCatanzaro.net