COREOGRAFIA PER MASSIMO CAPRARO
La giornata di venerdì, caratterizzata da una fitta pioggia, è ormai alle spalle. Su Catanzaro, il cielo si è finalmente schiarito e, nonostante il freddo, la giornata si presenta ideale per giocare a calcio. Una bella cornice di pubblico accoglie le due squadre all’ingresso in campo, con circa novemila spettatori sugli spalti, tra cui 71 spezzini sistemati in curva Mammì.
L’attesa coreografia in onore di Massimo Capraro prende vita al momento dell’ingresso in campo delle squadre. Cartoncini giallorossi e bandierine dei colori sociali del Catanzaro sventolano in curva, formando le scritte “Massimo” e “Ultras”.
SPEZIA D’ASSALTO
Le due squadre si schierano quasi a specchio con il 3-5-2; Caserta ripropone Cassandro sulla corsia di destra, mentre Compagnon viene dirottato a sinistra. La partita si svolge esattamente come previsto. La manovra del Catanzaro è ostacolata dal pressing incessante dei calciatori di D’Angelo, che disturbano costantemente i portatori di palla avversari. L’intasamento a centrocampo è significativo e sia Iemmello che Biasci si posizionano spesso in quelle zone per dare respiro alla manovra che solo poche volte si può sviluppare.
Lo Spezia gioca un calcio semplice, basato sulla fisicità, cercando sempre di portare palla nell’area avversaria per creare pericoli grazie alla potenza dei suoi uomini. Da palla inattiva e da fallo laterale, l’azione si conclude quasi sempre con lanci in avanti per cercare di creare occasioni.
Al 18’ un destro di Pio Esposito dal limite dell’area fulmina Pigliacelli e potrebbe aprire la partita a favore degli aquilotti. Il Catanzaro, però, non si scompone e rimane in partita, soffrendo, ma quando riesce a ripartire, in particolare sulla corsia di sinistra, mette in difficoltà la solida difesa ligure. Un recupero di Bertola salva su Iemmello dopo un’incursione da destra, ma il pressing dello Spezia diventa sempre più asfissiante.
Nel finale di primo tempo, però, il Catanzaro dimostra di esserci e di poter far male. Un forcing finale al tramonto del primo tempo porta a un tiro di Pontisso, respinto dai difensori, mentre Bonini viene fermato dall’arbitro con il duplice fischio, mentre si stava sviluppando un’azione potenzialmente pericolosa.
CATANZARO ALL’ARMA BIANCA
L’inizio della ripresa è sullo stesso tenore del primo tempo, ma i giallorossi, grazie alla loro tenacia, riescono a rimanere in partita e a mettere in difficoltà uno Spezia che ora si trova in seria sofferenza. Antonini sostituisce Scognamillo, ammonito, ma con l’ingresso di Buso e Pittarello, seguito da La Mantia e Seck nel finale, è il Catanzaro a prendere il comando del gioco, creando numerose occasioni da gol.
Le opportunità per i giallorossi si susseguono: un rigore inizialmente concesso viene poi revocato, un tiro di Buso viene ribattuto all’ultimo istante, e due conclusioni di Iemmello, destinate in rete, vengono salvate da Hristov a portiere battuto. Gori compie un miracolo sul tiro di Pittarello, e il clamoroso tap-in di Iemmello viene negato dall’anticipo di Mateju. Queste occasioni avrebbero potuto regalare ai giallorossi almeno un meritato pareggio contro uno Spezia che si è arroccato in difesa e che, per la prima volta in questo campionato, si trova così in difficoltà al punto che nella ripresa c’è da segnalare solo una conclusione di Esposito sul solito calcio piazzato che termina di poco a lato.
L’UOMO IN PIU’
“L’uomo in più” è un film di Paolo Sorrentino del 2001. Ieri, allo stadio Ceravolo, la direzione di Marchetti, recentemente nominato arbitro internazionale, ha sollevato molte perplessità.
Senza entrare nel merito del VAR, con la novità che ora prevede due fasi e ha concesso il rigore a Iemmello, il quale si apprestava a battere, è interessante notare la vivisezione effettuata per individuare un presunto fuorigioco di Pittarello, che sembrava essere di poco oltre il difensore avversario. Le linee tracciate, però, sono state presentate con una prospettiva discutibile, lasciando un alone di mistero a un pubblico come quello del Ceravolo, abituato ormai a dover attendere dai tre ai cinque minuti per esultare o imprecare.
Tuttavia, non è su questo punto che vogliamo concentrarci, poiché situazioni simili, con regole discutibili come gli off-side millimetrici che generano incertezze, continueranno a verificarsi. Sarà quindi necessario affidarsi alla fortuna della prospettiva per determinare la validità di un’azione. Ciò che merita attenzione è l’arbitraggio “all’inglese” che Marchetti sembrava voler interpretare.
Sin dall’inizio, le ripartenze del Catanzaro sono state sistematicamente bloccate dai duri contrasti dei calciatori dello Spezia, e il non intervento dell’arbitro ha agevolato la difesa degli ospiti, che, senza subire cartellini, hanno utilizzato questa strategia per tutta la partita. Un cartellino giallo avrebbe almeno potuto frenare la foga agonistica degli avversari.
Ulteriori anomalie si sono verificate anche sui calci piazzati: i giallorossi, da corner o da palla inattiva, mettevano il pallone nel cuore dell’area avversaria. Sistematicamente, un calciatore in maglia azzurra andava a terra e il gioco veniva immediatamente fermato con perdite di tempi per soccorsi dovuti a infortuni immaginari, ma questo accadeva solo nelle azioni del Catanzaro e mai quando ad attaccare era lo Spezia.
Infine, la decisione di fermare Bonini mentre stava per mettere un pallone al centro, sul finire del primo tempo, è stata solo un preludio a quanto sarebbe accaduto nella ripresa, quando su un fallo laterale battuto da Brghenti si è chiesta una ripetizione del fallo, bloccando nel frattempo un azione di Seck nell’ uno contro uno.
Tutto ciò non toglie meriti allo Spezia, ma oggettivamente la conduzione della partita lascia un amaro in bocca e molte perplessità su come sia stata indirizzata, con decisioni difficili da comprendere.
APPLAUSI PER TUTTI I GIALLOROSSI IN CAMPO
La sconfitta, per come è avvenuta, lascia un amaro in bocca, ma gli applausi finali di tutti i presenti, che hanno apprezzato la prova dei propri beniamini, sono emblematici e dimostrano che questo Catanzaro non è più quello di inizio stagione. Oggi, questa squadra ha un’anima, un cuore e può proporre alternative al suo gioco che prima non esistevano.
Ora è tempo di festeggiare il Natale e poi concentrarsi sul derby, in cui i tifosi giallorossi non saranno presenti. Decisioni assurde, quasi come quelle del VAR, ma la certezza è che ci sarà una squadra pronta a lottare su ogni pallone. Sarà sola contro tutti, ma con la fiducia che ogni tifoso catanzarese ripone quando vede i ragazzi in campo, onorando sempre la maglia che indossano, a prescindere da tutto.
Redazione 24
Il var l’arbitro alla fine gli errori si compensano, il problema è che le partite li devi giocare per 90 minuti e non per 45 come oramai ci ha abituato la ns squadra, il problema sta nella scarsa attitudine dell’allenatore di capire la strategia da adottare per cambiare atteggiamento. Purtroppo l’allenatore attuale del CZ non ha queste capacità va a sensazioni, prima era felice per i pareggi da ieri incomincia ad essere contento anche dalle sconfitte e giovedì sarà molto dura specialmente se il nostro Re Pietro, non sarà messo nelle condizioni di colpire.