Ancora una sconfitta per 4-2, proprio come 39 anni fa all’esordio in serie A contro la Juve. Il nostro cuore era ancora gonfio delle emozioni che aveva voluto trasmetterci, attraverso questa testata, Salvatore Rosi con il suo racconto della prima trasferta giallorossa in serie A. Ed ecco arrivare questo miserabile derby di quarta serie, giocato e perso da una squadra ridicola, imbottita di ragazzini, raccomandati e non, di giocatori fuori condizione e fuori ruolo. Un’armata Brancaleone messa insieme da una compagine societaria che sta violentando la storia di questa squadra, di questi colori, di questa città. Ad ogni gol della Vibonese, davanti allo stadio arrivavano da casa tifosi del Catanzaro sdegnati da questa situazione ridicola. A fine partita il gruppo dei “soliti” 20 era infoltito. Quasi un centinaio di sostenitori giallorossi ha gridato tutta la sua rabbia verso il pullman (qualcuno ha urlato di togliere la targa Catanzaro) che ha portato fuori dal “Ceravolo” i giocatori. Mentre i dirigenti hanno lasciato lo stadio da uscite secondarie per evitare la contestazione.
Siamo sicuri che adesso i capri espiatori saranno Ze Maria e Malù, che verranno additati come i responsabili di questa situazione e chissà, forse, pagheranno con l’allontanamento. Magari perché l’allenatore si è rifiutato di schierare qualcuno dei “cocchi” giallorossi. O magari perché, cercando la quadratura ad una squadra raffazzonata, si è scordato che l’obiettivo principale di questa società è raccattare qualsiasi tipo di contributo della Lega per l’utilizzo degli under. Tra i quali, naturalmente, brillano figli, nipoti e amici di alcuni dei dirigenti e dei soci. Forse sarebbe il caso che Ze Maria e Malù uscissero allo scoperto, dichiarando pubblicamente qual è la situazione, anziché continuare a illudersi che qualcosa possa cambiare. O saranno complici e finiranno travolti come i loro predecessori. Che aspettano solo una scusa per richiamare il solito Cittadino o qualche altro catanzarese illustre per continuare a tirare a campare.
Fermatevi, per favore. Fermatevi subito. Non trasformate questo campionato in un Vietnam di goleade, di penalizzazioni, di umiliazioni. Basta dossier inviati ai quattro angoli del globo. Basta trattative fantomatiche. Basta richieste immorali di contributi a una città che vi considera indegni di gestire la società che fu di Ceravolo. Siete riusciti a portare i sostenitori giallorossi allo stremo delle forze, addirittura a tifare contro alla loro squadra del cuore. Ci siete riusciti con la complicità di una classe politica incapace di trovare una soluzione decorosa. Una classe politica che è diventata complice di questo scempio e che adesso cerca di nascondersi, di defilarsi per sfuggire alla vergogna. Sperando magari in qualche punticino strappato al 92’ in 11 contro 9 sui campi più improbabili della penisola.
Non esiste il Catanzaro senza i suoi tifosi. Non esiste un Catanzaro ignorato dalla città e sopportato solo da qualche parente o amico di dirigenti e calciatori, che va a svernare al “Ceravolo”, e da qualche politico che passeggia sulle tribune, salvo poi non avere il coraggio di affrontare i tifosi per spiegargli il “capolavoro” partorito da un’estate di balletti e di trattative finte alle spalle dei tifosi. Il sindaco Olivo ha il dovere morale di intervenire subito, viste le vagonate di soldi pubblici utilizzati per salvare questa società dal fallimento. Con quali risultati? Con quali benefici per la città? L’immagine di Catanzaro esce sfigurata da questi mesi. Dallo 0-4 del “Flaminio”, subito dopo la geniale ricapitalizzazione dell’antivigilia, al salvataggio “istituzionale”; dalle trattative estive al ritiro-farsa nel senese; dalla goleada di Sorrento a questi prime sei ridicole gare di campionato.
Smettetela di dire che c’è un progetto tecnico o societario per dare un futuro al Catanzaro. Non ci prendete in giro. Siete degli “abusivi” che sopravvivono solo grazie ai soldi pubblici. Altrimenti questa squadra sarebbe già fallita da un pezzo. Basta leggere i bilanci degli ultimi tre anni per scoprire quanti contributi la collettività abbia buttato per arrivare a questo punto. Per non parlare delle donazioni puntuali degli imprenditori esterni a questa società. Un caso unico in Italia.
La proposta che inviamo da queste colonne a tutta la tifoseria è di ricompattarsi, mettendo da parte le divisioni e l’apatia per chiedere a questa pseudo-proprietà di lasciare immediatamente l’Effeccì nelle mani del sindaco (e non degli assessori!). Una proposta avanzata da , quando tanti ancora si stringevano intorno alla società o sostenevano la maglia incuranti di quanto succedeva intorno a loro. Altre proposte sono arrivate nel corso di questi mesi per cercare di cambiare, sia dagli ultras della Vecchia Guardia sia dal Blocco ’29, sempre in prima linea in questa estate di passione. L’ultima iniziativa lanciata è la petizione “Chiarezza e Trasparenza”. Ora ci sono segnali di risveglio. Gli Ultras hanno esposto un paio di striscioni in città. È necessario che ritrovino il piglio e la combattività di un tempo per trascinare un’intera tifoseria stanca ogni giorno di essere umiliata.
Pittelli, Soluri, Aiello, Bove, Catalano, Ruga, Santaguida, Ferrara, Tribuna Gianna. Fermatevi tutti, fermatevi subito. Istituzioni, parlamentari, assessori, sindaco. Ve lo chiediamo per favore: chiudete questo baraccone che avete contribuito a tenere in piedi, staccate la spina a questa squadra che non rappresenta i tifosi e la città del Catanzaro. Ve ne saremo grati.
Ivan Pugliese