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Il calcio è ancora uno sport popolare? I parte

Scritto da Redazione

Pubblichiamo oggi la prima parte della nostra inchiesta sulle tante anomalie che ruotano attorno allo sport più amato dagli italiani

AUMENTA IL NUMERO DEGLI SPETTATORI MA I PROBLEMI RIMANGONO

Negli ultimi anni, il calcio sta assumendo caratteristiche sempre più esclusive, trasformandosi da sport popolare a privilegio riservato a pochi. Oggi, per poter seguire quello che è, senza dubbio, lo sport più amato dagli italiani, è praticamente necessario abbonarsi ai servizi di trasmissione a pagamento. Le proteste contro le Pay TV e il “calcio moderno”, che un tempo risuonavano forti e chiare, oggi sembrano aver perso il loro impatto. Chi non è in grado di spendere si trova sempre più escluso da un’esperienza che, fino a pochi anni fa, risultava praticamente alla portata di tutti.

Tuttavia, vi è un aspetto che merita attenzione: il numero di spettatori che affollano gli stadi è aumentato in modo significativo. Questa crescita apparente si pone in netta contraddizione con l’idea che il calcio stia diventando un bene per pochi. A nostro avviso, la verità si colloca in un punto intermedio: il tifoso, animato da una passione irrazionale, è disposto a fare numerose rinunce pur di seguire la propria squadra del cuore.

D’altro canto, è altrettanto vero che molti di quelli che vorrebbero recarsi allo stadio si vedono costretti a rinunciare, schiacciati dalla pressione dei prezzi elevati. La nostra intenzione in questa inchiesta è di raccogliere e analizzare tutti gli elementi utili per comprendere le anomalie che stanno emergendo nel panorama del calcio in Italia. Solo così potremo delineare un quadro reale della situazione e riflettere su come si possa garantire un futuro per questo sport, affinché possa tornare a essere accessibile a tutti.

L’ORGANIZZAZIONE DELL’EVENTO SPORTIVO

Il primo step su cui vogliamo soffermarci è l’organizzazione dell’evento dell’incontro sportivo.

L’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (ONMS) è un organo creato nel 1999 con un accordo interministeriale tra i Ministeri degli Interni e per i Beni e le Attività Culturali, su disposizione del capo della Polizia, per contrastare il fenomeno degli incidenti negli stadi.

Tale organo ha il compito di riunirsi in via preventiva e adottare le misure cautelative e preventive per rendere l’evento sportivo sicuro prevenendo incidenti e rischi per la collettività. Prevenire le forme di violenza è un qualcosa su cui nessuno deve obiettare, ciò che invece fa discutere spesso e volentieri sono le misure adottate che, anziché prevenire i fenomeni di violenza, provocano solo stupore e rabbia fra quei tifosi che vorrebbero seguire pacificamente la propria squadra del cuore. In sintesi l’Osservatorio fornisce al GOS (Gruppo Operativo Sicurezza) tutte quelle indicazioni volte a prevenire e limitare situazioni che possano sfociare in fatti violenti, in modo da rendere l’evento quello che deve essere: una piacevole giornata di sport seguito dagli appassionati.

TESSERE E DASPO

Dalla “Tessera del Tifoso” ai Daspo, sono state molte le iniziative adottate per limitare i fenomeni di violenza che, purtroppo, si verificano prima, durante e dopo gli incontri di calcio e non solo nei pressi degli impianti sportivi. È chiaro che questo fenomeno deve essere contrastato, ma il problema principale è che spesso le misure preventive, anziché ridurre gli episodi violenti, tendono a generare un conflitto tra tifosi e forze di sicurezza. È fondamentale sottolineare che non sono coinvolti solo i tifosi e gli organi istituzionali, ma anche le società di calcio, in particolare le leghe professionistiche e la FIGC. Negli anni, abbiamo assistito a numerosi episodi contraddittori, e anche i tifosi del Catanzaro ne hanno più volte subito le conseguenze. Per favorire una discussione più chiara e attuale, vogliamo evidenziare alcune situazioni che si sono verificate recentemente.

La FIGC dispone di una Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi, il cui compito principale è quello di valutare le strutture dove le società intendono giocare. Oggi possiamo osservare due situazioni eclatanti legate al nostro campionato: gli stadi “Alberto Picco” di La Spezia e il “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia. Ma di questo parleremo domani, nella seconda parte delle nostre riflessioni.

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