Il markoritocco – “Emergenza Effeccì”
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AAA. Cercasi urgentemente buon uomo, dotato di pazienza e sangue freddo, che si accolli la responsabilità di guidare l’FC Catanzaro nelle melmose acque di un quarta serie pallonara, sempre più simile al campionato di Promozione di qualche anno fa. Rischio concreto: passare alla storia come l’esecutore materiale del secondo omicidio a tinte giallorosse nel giro di una legislatura. Non è detto che non possa trasformarsi in un grande merito.
Domenica allo stadio “Ceravolo” andava in scena un pessimo Catanzaro-Matera. A godersi lo spettacolo una decina di tifosi in Curva Ovest, una quindicina nei Distinti, un centinaio in tribuna, più qualche materano. Inutile chiedersi il numero di paganti e l’incasso. I tempi cambiano. La domenica pomeriggio gli altoparlanti del “Ceravolo” diffondevano la celebre “Macpa – Carta da Parati vi annuncia la formazione del Catanzaro…”. Domenica scorsa, invece, è andato in onda un motivetto nuovo. Lo speaker giallorosso ha intonato, suo malgrado, una velina societaria che ricorda i sacrifici dell’attuale proprietà, che ringrazia le istituzioni per l’aiuto prestato, che chiede alla città di stare ancora vicino all’FC, che blandisce i tifosi presenti allo stadio per l’attaccamento.
AAA – Nel frattempo è caccia al presidente del Catanzaro. Eravamo tutti convinti che il patron giallorosso fosse diventato da un paio di mesi Maurizio Ferrara. Certo, dopo l’annunciato (ma non ancora concretizzato) disimpegno della Tribuna Gianna, era sorto qualche dubbio. E infatti, secondo alcuni mezzi d’informazione, il presidente Ferrara aveva rinunciato alla nomina uscita dall’assemblea dei soci. Del resto, sul sito ufficiale dell’FC (fermo alla memorabile amichevole agostana col Ravenna, con Soda allenatore) l’amministratore unico è ancora Antonio Aiello. E anche l’enciclopedia Wikipedia riporta l’imprenditore policastrocuneese come presidente. Solo che pochi giorni fa è arrivata l’ennesima sanzione a carico dell’FC e del suo massimo responsabile: 5.000 euro di ammenda e 30 giorni di squalifica per Aiello, entrambe “patteggiate”. La colpa? Il mancato pagamento di tasse e contributi sugli stipendi di ottobre, novembre e dicembre 2009.
AMMINISTRATORI DI COSA? – E ora chi prende per questo mese le redini della società? Forse Soluri? No, arriva subito che smentisce questi voci, chiarendo di avere assunto semplicemente la carica di delegato (temporaneo) ai rapporti con FIGC e Lega e di non avere alcun ruolo “amministrativo, organizzativo o gestionale che appartenevano ed appartengono ad altri”. Insomma, un semplice e umile servitore della vigna giallorossa. A questo punto, per fugare tutti i dubbi, Ferrara ribadisce in un’intervista a CatanzaroInforma: “Ero e sono l’amministratore di fatto dell’FC”, ma “formalmente non ho mai avuto il potere di firma”. Boh. Riepilogando, l’Effeccì dovrebbe avere un amministratore unico temporaneamente squalificato (Aiello), un amministratore di fatto senza potere di firma (Ferrara) e un delegato (non-amministratore) ai rapporti con Lega e Figc (Soluri). Poi ci sono naturalmente tutti gli altri piccoli soci, ma questa è un’altra storia. E sarebbe troppo complicata. Magari sarebbe più semplice sapere chi ha firmato materialmente il contratto di Stefano Morello, il principale acquisto del roboante mercato giallorosso.
DESTINAZIONE FALLIMENTO – E soprattutto con quali soldi la società pensa di onorare questi contratti. Il presente parla di deferimenti, ammende e penalizzazioni in arrivo. E il futuro non sembra particolarmente roseo. L’unica soluzione a questa crisi è l’uscita di scena dell’attuale (non-)proprietà. Attraverso una procura a vendere al sindaco o attraverso un passaggio in tribunale. Perché lì, comunque, si arriverà, proprio come nel 2006. E nessuno sarà così stupido da credere in qualche fantomatico messia sinergico che magari, 2-3 mesi prima delle elezioni, offrirà un soccorso giallo-rosso all’FC. Perché chiunque si avvicini oggi all’FC, rischia la reputazione. Perché l’unica cosa chiara, in questa sporca vicenda pallonara pre-elettorale, è l’impossibilità di risanare un bilancio atavicamente in rosso. Gli attuali soci, spartani o ateniesi, non ce la fanno. Lo hanno dichiarato loro stessi più volte. Gli imprenditori catanzaresi hanno più volte dichiarato di non essere disposti a buttare ulteriori soldi al vento dei tre colli. Sperare in questo momento che qualche demiurgo facoltoso e forestiero si accolli i debiti dell’FC è pura utopia. L’immagine della squadra è devastata dalla telenovela estiva, dalle umiliazioni sul campo, da un “Ceravolo” sahariano. I tifosi non vogliono sentir parlare di questo catanzaretto. Non lo considerano più il Catanzaro e si augurano il fallimento.
FRONTE CRITICO – A questo proposito un piccolo fronte sta nascendo. Le colonne di questa testata hanno ospitato nella scorsa settimana alcune testimonianze di catanzaresi che non (si) riconoscono più (nel)la loro squadra del cuore. Giuseppe Bisantis ha puntato il dito contro i tre vecchi soci. ha ricordato come l’attuale situazione abbia le sue radici nel fallimento del 2006. Daniele Rossi ha fatto intendere la lontananza degli imprenditori catanzaresi da certe logiche seguite dall’Effeccì, con un forte accento polemico nei riguardi delle istituzioni. Altre testimonianze continuano ad arrivare in redazione e verranno pubblicate prossimamente. Lo scollamento tifosi-squadra è totale. L’ultimo esempio è clamoroso. Mentre i sostenitori giallorossi (quelli che non sono annegati nel silenzio) chiedono con una petizione di non far giocare questo Effeccì al “Ceravolo”, l’allenatore Ze Maria si lamenta per le condizioni del manto erboso. Basterebbe sapere che fine hanno fatto tutti i contributi elargiti dal Comune di Catanzaro per la manutenzione dello stadio. Questa è la realtà che abbiamo davanti agli occhi. Ma qualcuno ancora finge di non accorgersene. Ora è evidente che anche i parenti e gli amici dei calciatori molto presto si stancheranno di andare al “Ceravolo”. E le fredde giornate invernali in arrivo ingoieranno anche gli ultimi brandelli di quella che fu la prima gloria del Sud.
Ivan Pugliese
“e il vento ride forte
e nessuno riuscirà a ingannare il suo destino
in via della Povertà”
(Via della Povertà, Fabrizio De Andrè)