Il mondo del calcio è nel pieno della sua rivoluzione: contratti con cifre mostruose, agenti e procuratori che comandano il mercato, marketing, social network e rebranding, un cambiamento talmente totalizzante da far dimenticare l’essenza stessa di questo sport: il Calcio.
E se per “Calcio” intendiamo tutto ciò che non è stato citato precedentemente, ciò che resta è la folle bellezza dell’ultimo Pisa-Catanzaro, un vero e proprio manifesto del calcio moderno terminato in pareggio (com’è giusto che sia), in cui si sono scontrate due filosofie di gioco tanto simili quanto differenti in alcuni dettagli che, per ora, stanno facendo la differenza in termini di classifica, il dettaglio più importante per i pragmatici del calcio.
La partita
Pronti, via, e il Catanzaro se ne esce con l’ennesimo colpo da applausi. Stavolta, è uno schema ben preparato in allenamento e realizzato perfettamente dalla coppia Vandeputte-Pontisso, ma non solo, perchè per liberare al tiro il nostro regista friulano c’è un lavoro corale di tutte le componenti presenti in area di rigore: Sounas fa la classica mezzaluna a uscire portandosi via l’uomo mentre dentro si buttano contemporaneamente Ambrosino, Biasci, Antonini e Brighenti. Il risultato è un trenino con quadruplo blocco che consente a Pontisso di coordinarsi e spaccare la porta. Il suo vantaggio il Catanzaro lo disegna in allenamento e lo esegue in campo.
Rotto il ghiaccio, inizia la partita vera e propria fatta di gioco puro ad altissima intensità. Se il Catanzaro è ormai una macchina consolidata, dall’altra parte c’è un Pisa in crescita con uno degli allenatori più interessanti della scena. Aquilani, superato l’impatto traumatico del girone d’andata, sta dimostrando ottime qualità tattiche e la grande prestazione contro i giallorossi è la prova del gran momento di forma dei toscani. Entrambe le squadre giocano a viso aperto, zero speculazioni, nessuna simulazione, solo tanta voglia di giocare a calcio e di far gol. Il primo tempo termina 0-1 per le Aquile ma il flusso della partita lascia intendere che mai e poi mai finirà così, perchè i pisani nella prima frazione sfiorano a più riprese il pareggio, prima mancando la porta su un’uscita folle di Fulignati, poi impegnando lo stesso al paratone su un tiro deviato.
La ripresa inizia sullo stesso ritmo infuocato dei primi 45′. Bonfanti spacca la traversa e il Catanzaro si salva ancora, ma chi ama davvero il calcio ignora la traversa per esaltare l’assist geniale di Alessandro Arena, il siciliano classe 2000 dalle movenze alla Baldanzi, a sua volta paragonato a Dybala e preso appositamente dalla Roma come suo sostituto. Di Arena, esattamente poco più di un anno fa Braglia, che qualche giocatore forte nella sua carriera lo ha trattato, disse così: “Arena? In Spagna giocherebbe nelle migliori 5-6 squadre della Liga”.
E mentre Arena incanta con le sue giocate, dalla nostra parte spicca un Ambrosino indemoniato. Il ragazzo scuola Napoli, superata abbondantemente la fase di ambientamento, è ormai nel pieno della sua stagione ed è un piacere vederlo giocare con qualità e ritmo. Il giovane sembra saper fare un po’ tutto, e lo fa bene: viene a prendersi la palla a metà campo e la protegge per poi aprire il gioco, si butta in profondità per dare nuove soluzioni di gioco e addirittura si auto-lancia palla al piede sfruttando una velocità fuori dal comune. Stavolta non è solo prepotenza fisica, perchè proprio come all’andata si premia segnando il raddoppio con un piattone a giro che chiude apparentemente i giochi centrando quota 3 in campionato.
Giochi chiusi solo apparentemente, perchè di fronte al Catanzaro c’è un Pisa vivissimo e con un sangue abbastanza freddo da continuare a macinare gioco costruendo dal basso, ricercando gli spazi giusti per far male. E se la fortuna sorride ai giallorossi per 74′, ne bastano solo 7 per invertire totalmente il flusso del match. Prima Moreo da angolo con un terzo tempo da cestista, poi l’ex Marin nei minuti finali con deviazione di Pompetti, ci riportano sul pianeta Terra ed il match termina inspiegabilmente su ritmi bassi e noiosi, quasi come un’autodistruzione indotta dal caos di una partita spettacolare ma piena di errori.
E’ genio o follia?
Nell’analisi del match, sono stati finora volontariamente omessi gli orrori difensivi commessi da entrambe le parti, per i quali è giusto aprire un capitolo specifico.
Tra un’uscita avventata sulla trequarti di Fulignati, un passaggio arretrato di Scognamillo ed un Pisa che al 63′ permette un 2vs1 a due furie come Vandeputte ed Ambrosino, Pisa-Catanzaro si riconferma manifesto del calcio moderno anche per alcune inspiegabili scelte sempre più comuni nella nuova interpretazione di questo sport.
Al netto della bellezza e del divertimento di una partita indiscutibilmente spettacolare, sia Pisa che Catanzaro hanno dimostrato dei limiti nella gestione di alcuni momenti, molto probabilmente dettati da una costante ricerca di quel determinato tipo di gioco. Costruzione dal basso e linea difensiva altissima sono le basi dei nostri recenti successi, ma a volte diventa inevitabile rischiare di farsi del male con le proprie mani, vedasi Catanzaro-Brescia (2-3) e Catanzaro-Modena (1-2). Sventate le due potenziali occasioni da gol, ci pensa il Pisa a suicidarsi subendo il raddoppio con un’inspiegabile 2 contro 1 a campo aperto che ha suscitato le attenzioni di molti tifosi della Fiorentina, con il loro allenatore, Vincenzo Italiano, da mesi al centro delle critiche per aver subito diversi gol, su tutti il gol al 90′ di Bowen in finale di Uefa Conference League, il gol di Rafael Leao in un recente Fiorentina-Milan di fine Marzo e per la follia commessa nel finale di Atalanta-Fiorentina, a causa di questo spregiudicato assetto tattico. E non sarà un caso se, con Italiano sempre più distante dall’essere l’allenatore viola per la prossima stagione, le voci di mercato indicano proprio Alberto Aquilani come possibile rimpiazzo.
Vivarini “masterclass”: perchè giocare è sempre la scelta giusta?
Analizzato il match spettacolare, non resta che dare un senso a questo nuovo calcio.
Alla domanda genio-follia, è impossibile dare una risposta netta in un senso o nell’altro, perchè il Catanzaro ha tra le mani entrambe le cose, un genio calcistico e un folle visionario. Al termine della giornata 35, il Catanzaro è matematicamente ai play-off e li disputerà almeno dal sesto posto in su, un risultato impensabile se si considera il valore della rosa paragonato a vere e proprie corazzate costruite a suon di milioni, costrette a subire il palleggio spettacolare dei ragazzi di Vivarini per tutto l’anno.
Tra i vari traguardi raggiunti dal tecnico, è importante rimarcare la qualità del gioco e la mentalità vincente installata come un virus nella mente di ogni singolo giocatore, giorno dopo giorno da quel fondamentale 30 Novembre 2021. Il Catanzaro, comunque finirà la sua stagione, è stato in grado di riscrivere una pagina di calcio che va al di là del mero risultato, con una squadra sempre disposta a giocare, a dare spettacolo, a soddisfare la voglia di calcio dello spettatore e la voglia di migliorarsi di un tecnico in grado di cambiare forma e diventare pragmatico quando è giusto farlo, come nei Derby vinti contro il Cosenza nei quali Vivarini è riuscito ad abbinare un ottimo schema difensivo alle comprovate qualità di gioco. La mentalità portata dal tecnico e supportata dalla società è ormai evidente, i giallorossi scendono in campo solo ed esclusivamente per vincere a costo di commettere qualche errore, e indipendentemente dal risultato finale la sensazione all’uscita dagli spalti resta sempre dolce, a dimostrazione di un impianto di gioco funzionante che, al netto della sua estetica spettacolare, consente alla società di accrescere il suo appeal a livello internazionale e soprattutto di valorizzare economicamente la propria rosa, fattori tutt’altro che banali in un calcio moderno in cui essere sostenibili è la base per una realtà come Catanzaro.
Con i play-off in banca e a sole 3 giornate dal termine del campionato, non resta che continuare a godersi questo spettacolo, convinti del fatto che, per il Catanzaro di Vivarini, giocare è sempre la scelta giusta, la base per un futuro vincente.