Nell’abbraccio fraterno tra l’arcivescovo di Catanzaro, Antonio Ciliberti e ‘Abd al-Ghafur Masotti, responsabile del dialogo interreligioso per conto della Comunità Religiosa Islamica italiana è racchiuso tutto il senso della VI edizione di “Nella Memoria di Giovanni paolo II”. Un evento che ha dato ancora una volta emozioni forti, come sapeva darle il Papa polacco, il cui ricordo è vivo tra la gente, a cinque anni dalla scomparsa e tutto lascia pensare che tale resterà ancora a lungo. Difficile raccontare una serata intensa, come quella vissuta dal folto pubblico – circa un migliaio di persone – raccolto sul lungomare di Montepaone Lido. Una serata dedicata al dialogo interculturale e interreligioso, tema cui Giovanni Paolo II seppe dare una svolta storica; una serata in cui la musica e il canto si sono alternati alle testimonianze, spesso assai toccanti, delle personalità ospiti, che a vario titolo hanno incontrato o comunque incrociato la parola e l’opera di uno dei pontefici più carismatici della storia recente del cattolicesimo.
Guidati dall’entusiasmo di Domenico Gareri, ideatore cinque anni fa dell’evento in memoria di Karol Wojtyla e dall’esperienza di un decano come Daniele Piombi, con la regia televisiva di Riccardo Di Blasi, sul palcoscenico di fronte allo Jonio si sono succeduti Katia Ricciarelli, con la più classica delle Ave Maria, quella di Schubert, Alma Manera, la Maria di Nazareth dell’omonimo musical e Baba Sissoko, con i suoi ritmi coinvolgenti dai mille colori africani. Ad accompagnarli l’Orchestra D’Amare, diretta dal maestro Pasquale Menchise. Grandi professionisti, di fronte ai quali non hanno certo demeritato, con la loro coreografia, i ragazzi della scuola di spettacolo per diversamente abili e non “La Fabbrica dei Sogni”, testimoni gioiosi dei valori della condivisione e della solidarietà.
Ma sono state le testimonianze a lasciare forse il segno maggiore nel pubblico presente a Montepaone. Dai contributi in video di Antonio Zichichi, Bruno Vespa, Lino Banfi alle presenze, sul palco, degli ospiti che hanno ricevuto la targa, realizzata dall’orafo Michele Affidato, come attestato del loro impegno verso il dialogo tra le culture e tra le religioni. “La trascendenza unisce – ha detto il cardinale Salvatore De Giorgi, ricordando gli insegnamenti puntuali di Giovanni Paolo II sul tema della fratellanza universale. Il dialogo va portato avanti nel rispetto di tutti, anche delle proprie convinzioni, affinché le religioni non siano mai motivo di contrasto, guerre o fondamentalismi. Solo percorrendo questa strada – ha detto De Giorgi – si potrà ambire a una vita migliore”. Parole cui hanno fatto eco quelle di ‘Abd al-Ghafur Masotti, secondo il quale l’incontro tra le religioni, voluto da Papa Wojtyla ad Assisi nel 1986, ha rappresentato la svolta. “Da allora – ha detto Masotti – il dialogo continua ed è migliorato, tanto con i cattolici quanto con i fratelli ebrei”. Un’espressione, quest’ultima, che ha molto colpito gli ospiti e il pubblico. Non capita tutti i giorni di sentirla pronunciare a un uomo di fede musulmana. “Abbiamo bisogno di pace”, è stata la spiegazione tanto semplice quanto straordinariamente vera, offerta dal responsabile del dialogo interreligioso per conto della Comunità Religiosa Islamica italiana. Un bisogno di pace che viene dai tempi difficili che viviamo, come ha ricordato l’arcivescovo di Catanzaro. “Si avverte – ha detto monsignor Ciliberti – un certo disorientamento e il bisogno di quei valori trascendenti che non sono esistenzialmente incarnati e vissuti. Giovanni Paolo II si è fatto strumento di mediazione per testimoniare Dio e orientare il cammino dell’umanità”.
I giovani: per il Papa Polacco sono sempre stati un punto di riferimento, un veicolo di messaggi positivi. Li ha amati ed è stato ricambiato. Nella serata in sua memoria i giovani c’erano; direttamente presenti con una delegazione dei partecipanti ai Giochi dell’Agorà 2010 o rappresentati delle due Istituzioni insignite con il riconoscimento nella memoria del Papa: l’Ufficio scolastico regionale con il suo direttore generale, Francesco Mercurio e il Dipartimento della giustizia minorile del ministero di Giustizia con il direttore generale, Serenella Pesarin. Quest’ultima, presentando i lavori artistici realizzati nell’ambito di un concorso bandito per l’occasione tra i giovani detenuti negli istituti penali minorili d’Italia, ha sottolineato che “i giovani, tutti, sono il nostro capitale sociale e che i trentamila ragazzi tra i quattordici e i diciotto anni, che annualmente finiscono detenuti, sono un dato che impone a famiglia, scuola, chiesa e società di lavorare insieme. La legalità – ha detto Pesarin – non è paura della sanzione ma condivisione dei valori, esattamente come ci ha insegnato Giovanni Paolo II”.
Oltre alle personalità già citate, la targa in ricordo di Karol Wojtyla per l’impegno verso il dialogo interculturale e interreligioso è andata a don Antonio Tarzia, direttore della rivista “Jesus”, del Gruppo periodici San Paolo e personalità di spicco della cultura e dell’editoria cattolica, alla memoria del vaticanista Orazio Petrosillo, scomparso nel 2007. Domenico Gareri ha voluto infine dedicare l’intera serata a Giuseppe De Carli, direttore di Rai Vaticano, recentemente scomparso e che, con la sua testata, insieme con la Conferenza Episcopale Italiana, patrocinava l’evento.
Marcello Barillà