Si e’ concluso con una condanna a sedici anni di reclusione il giudizio abbreviato a carico di Valdir Scalzo, 27 anni, di origini brasiliane ma da sempre residente in Calabria, accusato di aver ucciso Francesco Pavone, catanzarese di 34 anni strangolato la sera di domenica 25 ottobre scorso nella sua casa in localita’ Santa Domenica, a Catanzaro. Il giudice dell’udienza preliminare Tiziana Macri’ ha accolto la richiesta del pubblico ministero, Alessia Miele, che al termine della propria requisitoria aveva sollecitato per Scalzo – imputato per omicidio volontario aggravato dalle sevizie e furto -, proprio una condanna a 16 anni, cosi’ scontata di un terzo per la scelta del rito alternativo, e ritenendo le aggravanti delle sevizie e della recidiva relativa all’accusa di furto equivalenti all’attenuante dell’aver agito in stato d’ira, in cui l’imputato si sarebbe venuto a trovare a seguito dei pesanti approcci sessuali della vittima nei suoi confronti. Avevano chiesto di dichiarare l’imputato colpevole anche gli avvocati Stefano Nimpo e Cinzia Vono, che rappresentano i familiari della vittima costituiti parte civile. L’avvocato Carlo Petitto, difensore di Scalzo, aveva invece articolato la propria arringa partendo da una consulenza psichiatrica di parte in cui si concludeva per una parziale incapacita’ dell’imputato al momento del fatto, basata su un suo “disturbo post traumatico da stress”, chiedendo una condanna al minimo della pena, il mancato riconoscimento dell’aggravante delle sevizie, ed il riconoscimento delle attenuanti generiche per via della confessione che il giovane fece, e dell’aver agito in stato d’ira per fatto ingiusto altrui. Scalzo si trova ristretto in custodia cautelare dal giorno seguente al delitto. A quanto spiegato dall’avvocato del giovane imputato, dopo la morte di Pavone il 27enne, in forte stato confusionale, anche perche’ non dormiva da giorni ed assumeva massicce dosi di cocaina ed alcol, avrebbe girato a lungo a bordo della minicar sottratta alla vittima, poi si sarebbe sentito male, tant’e’ che i sanitari del Suem intervenuti lo trovarono svenuto, la sera di lunedi’, e lo portarono in ospedale, dove fu accertata l’intossicazione da alcol. Scalzo, sempre secondo la versione della difesa, non volle essere ricoverato e lascio’ il nosocomio, dirigendosi poi al Sert dove chiese aiuto e disse di aver commesso un fatto molto grave, chiedendo di avvertire la Polizia, cui infine si consegno’ confessando pienamente il delitto. Un racconto che l’indagato ha poi ripetuto nell’aula del giudice per le indagini preliminari, dove ha spiegato di aver ucciso Pavone non sopportando i tentativi insistenti di quest’ultimo di avere un rapporto sessuale con lui. Tanto il gip che il tribunale del riesame, comunque, hanno confermato per Scalzo la custodia cautelare in carcere. (AGI)
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