Avversario di turno

Ascoli, un avversario in cerca di riscatto

Scritto da Emanuele Mongiardo

Ascoli-Catanzaro è una sfida dal passato glorioso, che ai tifosi di entrambe le squadre non può non ricordare la Serie A di una volta. Una partita di grande tradizione dunque, che per il Catanzaro ha un sapore un po’ più speciale visto che il Del Duca è stato il teatro dell’ultima promozione in Serie B prima di quella dello scorso anno.

L’ultimo precedente in cadetteria, invece, non rievoca memorie felici. Era l’inverno del 2005, il Catanzaro era in picchiata e contro l’Ascoli di Marco Giampaolo si apprestava a perdere per 2-3 al Ceravolo. Alla fine di quella stagione, complice la mancata iscrizione alla Serie A prima del Torino e poi del Perugia, l’Ascoli riuscì ad ottenere un’insperata promozione.

Oggi la situazione sembra essersi capovolta. Il Catanzaro non ha di certo l’obiettivo della Serie A, ma continua a mantenere un rendimento da zona playoff. Al contrario, l’Ascoli non riesce a ingranare e si ritrova penultimo a tredici punti.

Una situazione inedita per la società marchigiana, abituata da anni a disputare campionati tranquilli, se non da zona playoff. Vivarini stesso, alla guida dei bianconeri nel 2018/19, condusse quella che finora è la sua miglior stagione in Serie B, facendo peraltro esplodere un centrocampista come Davide Frattesi, oggi titolare della nazionale italiana.

Lo scorso anno, invece, l’Ascoli rimase in corsa per la post-season fino all’ultima giornata, quando la sconfitta in casa della Reggina per un gol all’ultimo minuto di Canotto scaraventò la squadra di Roberto Breda all’undicesimo posto.

Per ripartire la dirigenza, in estate, si era affidata a William Viali, eroe della salvezza del Cosenza. La rosa è stata rivoluzionata. Hanno dato l’addio alcune pedine fondamentali di questi anni: oltre a Francesco Forte, acquistato proprio dal Cosenza, sono partiti Michele Collocolo, uno dei migliori centrocampisti della scorsa Serie B, e Federico Dionisi, centravanti e capitano fino alla scorsa stagione.

Per sostituirli sono arrivati Pablo Rodriguez, due anni fa protagonista nel Lecce che vinse il campionato, e Ilija Nestorovski, per tanti anni in Serie A con Palermo e Udinese. Tra gli altri acquisti da segnalare gli arrivi in prestito di Francesco Di Tacchio a centrocampo e dell’ex Catanzaro Bryan Bayeye.

Come gioca l’Ascoli

L’esperienza di Viali sulla panchina dell’Ascoli ha avuto vita breve. Dopo una sconfitta con il Como all’inizio di novembre la società ha preferito esonerarlo e affidarsi a Fabrizio Castori. Il tecnico marchigiano può vantare nel curriculum due promozioni in A con Carpi e Salernitana. Castori, però, è reduce da una pessima esperienza a Perugia, culminata con la retrocessione.

Da quando è in carica, l’Ascoli ha sempre adottato la difesa a tre (3-4-1-2 o 3-5-2 a seconda delle evenienze). Castori vorrebbe una squadra attenta innanzitutto alla fase difensiva, che sappia poi ripartire e arrivare in porta con meno passaggi possibile. La sua visione del calcio è antitetica a quella di Vivarini. Per sue parole disprezza la costruzione dal basso, perché «il mio è un calcio verticale. Il pallone deve viaggiare in avanti». Dichiara poi di ispirarsi al Cholo Simeone: «I miei movimenti tattici sono simili a quelli dell’Atletico Madrid di Simeone. A Carpi mi chiamavano Cholo, infatti».

Al momento, però, l’Ascoli è una squadra fragile, che si allunga facilmente e che si appiattisce sulla porta quando deve difendere, leggendo spesso male i cross. La fase offensiva si regge totalmente sulla capacità delle punte Pedro Mendes e Rodriguez di controllare le verticalizzazioni e creare qualcosa in ripartenza.

Sui risultati hanno di certo influito le numerose assenze, soprattutto quella di Nestorovski in attacco. Pare che per sabato sia in dubbio anche Giuseppe Bellusci, leader della difesa e giocatore con esperienza in Serie A tra Catania ed Empoli. Visti i problemi, molte volte la squadra, in questo inizio di stagione, ha dovuto appoggiarsi ai riflessi di Emiliano Vivano, portiere sempre affidabile nonostante l’età.

Il Catanzaro quindi incontrerà una squadra ferita, che a differenza delle ultime avversarie si chiuderà lasciando il pallone ai giallorossi. Vedremo che soluzioni proveranno a trovare Vivarini e i suoi ragazzi.

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Emanuele Mongiardo

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