Dopo il tanto agognato successo nel derby, il Catanzaro riprende la sua marcia con una delle trasferte più affascinanti e difficili dell’intero campionato. Ad ospitare i giallorossi, infatti, ci sarà il Palermo di Eugenio Corini, una delle squadre più forti del campionato nonostante il recente periodo di crisi.
Lo scorso anno il Palermo era arrivato in B da neopromossa, ma aveva saputo disputare una stagione nella parte sinistra della classifica. I rosanero sembravano addirittura destinati a disputare i playoff. Poi, all’ultima giornata, un infausto pareggio casalingo contro il Brescia negò loro la postseason a favore della Reggina di Pippo Inzaghi.
Il fatto di aver solo assaporato la possibilità di lottare per la promozione e di averla persa al rush finale deve aver convinto la società ad alzare il tiro in estate. Con l’ultimo calciomercato il Football City Group ha costruito una rosa da vetta della classifica. L’obiettivo della proprietà, nella migliore delle ipotesi, è quello di trasformare il Palermo in una versione italiana del Girona, piccola società spagnola di proprietà dello stesso City Group oggi ai vertici della Liga.
Per questo sono arrivati due difensori esperti nelle promozioni come Ceccaroni e Lucioni (il quale ha vinto ben quattro degli ultimi cinque campionati di Serie B). A centrocampo è arrivata una mezzala con esperienza in Serie A come Liam Henderson, oltre al promettente Vasić dal Padova. In avanti, insieme a Leonardo Mancuso, ex di turno, i nuovi acquisti sono due ali come Federico Di Francesco, giocatore dal lungo curriculum in Serie A, e Roberto Insigne, fresco vincitore dello scorso campionato di Serie B col Frosinone.
La squadra è rimasta in mano a Eugenio Corini, tecnico dei rosanero. Da calciatore, Corini è stato una leggenda del Palermo, un regista letale sui calci piazzati. Oggi, però, la sua posizione è in discussione più che mai, con i tifosi poco soddisfatti per la poca continuità di risultati. I siciliani infatti hanno vinto solo una delle ultime sei gare, uno striminzito 1-0 in casa contro il Brescia. Ecco perché una squadra con un potenziale simile dista sei lunghezze dalla vetta.
Il Palermo ha gli stessi punti del Catanzaro, rispetto al quale gode di una miglior differenza reti.
Come gioca il Palermo
Il dato particolare del campionato dei rosanero fino ad ora è la differenza di rendimento tra casa e trasferta. Se si contassero solo le partite giocate fuori casa, il Palermo sarebbe secondo con 14 punti, 10 gol segnati e solo 4 subiti. Per rendimento casalingo, però, si tratta solo della settima squadra della Serie B, con 10 punti, 9 gol segnati e 7 subiti.
Come è facile immaginare, la disparità di punti tra casa e trasferta è dovuta al diverso atteggiamento degli avversari. Il Palermo è una squadra che dà il meglio se può attaccare in spazi ampi, in transizione. Fuori casa incontra rivali più coraggiosi, che passano più tempo col pallone tra i piedi e che quindi concedono più spazi. Al Barbera, invece, contro avversari chiusi la squadra di Corini fa fatica e spesso le capita di innervosirsi col passare dei minuti.
In questo campionato i siciliani hanno alternato 4-3-3 e 4-2-3-1, modulo usato nelle ultime due gare contro Cittadella e Ternana. In fase di possesso, quasi tutte le responsabilità sono demandate alle ali, schierate a piede invertito per rientrare e rifinire oppure duettare con i compagni. Insigne, Di Francesco, Mancuso e Di Mariano sono tutti esterni estrosi, capaci di saltare l’uomo e di inventare la giocata decisiva.
Davanti a loro Brunori non solo vede la porta, ma è anche un centravanti abile a cucire il gioco.
Bisognerà infine prestare particolare attenzione ai calci piazzati, visto che Ceccaroni e Lucioni sono due difensori goleador.
Contro il Cosenza il Catanzaro ha adottato un atteggiamento più guardingo per esporre i limiti dell’avversario. Domenica scorsa, però, si trattava di un derby. Venerdì sera Vivarini proporrà qualcosa di simile visti i problemi del Palermo, o ritroveremo un Catanzaro votato al dominio della partita attraverso il pallone?