PATERNOâ â Il Catanzaro giunge a Paternò con la chiara intenzione di espugnare il “Falcone-Borsellino”, ma incontra una squadra giovane e veloce che riesce ad imbrigliare i calciatori giallorossi. E’ appunto questo il quesito della partita, cioè se sia stato il Catanzaro a giocare male o il Paternò a mettere in difficoltà i calabresi.
Alla luce di quello che si è visto, la seconda opzione è la più opportuna, perché il Catanzaro è una squadra che può ambire ai piani alti della classifica, ma il Paternò è una formazione attrezzata per disputare un buon campionato, per cui il risultato di partita è il più giusto che si poteva pretendere dal match.
I rossazzurri erano ben disposti in campo, con il brasiliano Eduardo schierato nella linea dei difensori, capace di fermare il bomber Corona. Il Catanzaro si schierava con un modulo innovativo, con un solo attaccante, centrocampo e la difesa controllata dai pilastri Milone, Zappella e Pastore. Nel primo tempo è il Paternò ad avere l’iniziativa del gioco, i rossazzurri interpretano al meglio la gara, giocando alla pari contro la più blasonata avversaria.
Il Catanzaro cerca puntualmente la boa di Corona, ma l’attento Eduardo lo contrasta con efficacia, per cui è solo con delle azioni corali, che i gialloblù si rendono pericolosi. Tutto sommato una frazione di gara molto combattuta da entrambe le squadre, che cercando in ogni modo di sbloccare il risultato, in cui è certamente l’estro di Pagana a splendere di luce propria.
Nella ripresa il leit-motiv della gara non cambia, i rossazzurri insistono, mentre i giallorossi cercano la sortita offensiva, sfruttando il gioco sulle fasce laterali, dato che per Corona c’è poco da fare contro lâimplacabile Eduardo. Il Paternò comunque si rende pericoloso con Pagana e con delle incursioni di Gadau, mentre le aquile hanno in Ferrigno il trascinatore, ma Corona non riesce a finalizzare il gioco, per cui nel finale il risultato di 0-0 è la conclusione più logica del match.
Per la cronaca, al 15’â Ferrigno conquista un pallone a centrocampo, cede la palla ad Ascoli in profondità , ma Passarini in uscita riesce ad anticiparlo. Pagana al 19’â elude il fuorigioco, crossa al centro che Cacciaglia non riesce a deviare in gol. Al 22’â punizione di D’Aviri dai 30′ metri, che Lafuenti rinvia con i piedi in modo problematico. Al 45’â punizione all’incrocio dei pali di Pagana, Lafuenti con un volo prodigioso riesce a rinviarla.
Nella ripresa all’11’ Paternò vicino al gol, Pagana viene servito da Ascenzi, salta un uomo entra in area e lascia partire una botta, che Lafuenti riesce a salvare con i piedi.
Il Catanzaro risponde al 14′ con Ferrigno che per poco non inganna la difesa rossazzurra, ma per il guardalinee l’azione è viziata da fuorigioco. Al 23’â Toledo lancia Corona in profondità , il bomber tenta la battuta di prima, ma Bertoni lo anticipa. Il Catanzaro ci prova di punizione al 33′, ma Passarini abbranca la palla in presa. Al 42’â penetrazione di Gadau in area, palla toccata da Calvaresi che scivola via, con Ascenzi appostato a pochi passi che non si accorge dellâarrivo del pallone. Al 47’â Gadau ancora al centro per Calvaresi, Morelli tocca la sfera e per poco non combina la frittata, Lafuenti comunque para e sventa il pericolo.
Alla fine tutti felici e contenti, perché il Catanzaro potrà tentare la carta vincente in altre occasioni, mentre il Paternò ha il carisma e le qualità per mettersi dietro la zona calda e scacciare quindi ogni possibile fantasma. Braglia deve dare un identità a questa squadra, perché spesso è apparsa un po’ troppo indipendente dalle giocate dei singoli. Infatti si evidenziavano dei limiti nel gioco, e tutte le azioni offensive non possono essere riposte sui colpi d’astuzia di Corona.
Tra gli etnei si sprecano gli attestati di stima ed i complimenti, ma per salvarsi bisogna far punti, per cui una volta tanto questa squadra dovrebbe essere più cinica e meno bella, soprattutto in casa dove ancora manca il successo.
Vincenzo Anicito