La soppressione del tempo pieno nell’Istituto Comprensivo di Sersale sta segnando in questo giorni la popolosa comunità di Sersale, un centro di circa cinque mila abitanti.
Una soluzione non positiva da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale che con l’organico di diritto 2010-2011 ha soppresso il tempo pieno, già avviato due anni prima con la classe prima e la classe seconda, per un complessivo numero di quattro classi, funzionanti in locali dichiarati idonei dall’ASL e con anche idoneo il refettorio predisposto con sacrifici da parte del Comune.
Per il 2010-2011 la scuola, divenuto Istituto Comprensivo, aveva confermato la richiesta della naturale prosecuzione del tempo pieno per le classi I, II e III estendendolo, secondo l’unanime richiesta delle famiglie, anche alle classi IV e V.
Il servizio si era rivelato infatti assai apprezzato e utile per una comunità interna priva di servizi e di occasioni culturali e formative, afflitta dall’allontanamento dei giovani, dalla disoccupazione, dalla crisi economica e da fenomeni di devianza e di criminalità (come gli omicidi degli ultimi mesi).
In altre scuole, pur svolgendosi la mensa in locali non idonei, e nelle stesse aule, è rimasto tutto regolare.
E’ un grido di aiuto da parte dell’intera comunità di Sersale che non vuole rinunciare ad un diritto tanto auspicato anche dal Ministro all’Istruzione Maristella Gelmini quando afferma, come negli ultimi giorni, che “anche quest’anno siamo riusciti ad aumentare il numero delle classi nelle quali sarà attivato il tempo pieno. Nonostante le polemiche strumentali che sono state sollevate su questo tema, in due anni, anche grazie all’introduzione del maestro unico prevalente, sono state attivate quasi tremila classi in più. E’ un altro impegno che il governo ha mantenuto. Un risultato concreto che dimostra l’attenzione dell’esecutivo nei confronti delle famiglie e delle loro esigenze”.
Dichiarazioni della Gelmini che nella comunità di Sersale non trovano davvero alcun riscontro, pur godendo di tutte le potenzialità formulate anche dalle richieste da parte delle famiglie.