Fasciatevi gli occhi, tappatevi orecchie e naso e urlate al vento. Insomma, fate quello che volete signori miei, ma la vittoria di ieri, nelle proporzioni con la quale è avvenuta, ingigantisce ulteriormente le malefatte romane.
La terza squadra di Roma, classificatasi terza nella regular season, approda alla terza serie e si appresta a vestire i panni di una sorta di terza realtà calcistica dopo il Chievo o l’Albinoleffe, che con una tifoseria inesistente, se non praticamente circoscritta alla parentela degli addetti ai lavori, riesce a conquistare il salto di categoria. I complimenti ai F.lli Ciaccia unitamente al Sig. Barbeno di Brescia (si è già candidato per la prossima finale di Champions?). Ai primi per avere ottenuto la promozione al cospetto di nientepopodimeno che cinquanta supporter (molto più numerosi che a Roma!!!), al secondo per avere diretto una gara stile Vicinanza, la simpatica “giacchetta nera” che deliziò per acume nella famigerata Catanzaro-Cavese. Ah, dimenticavo i sinceri complimenti vanno anche a Caputo, lo stereotipo del professionista(?) moderno. Sono abituati a poggiare dolcemente le proprie labbra a sinistra del proprio petto nel tentativo di cucirle al distintivo della squadra nella quale giocano, salvo a distanza di qualche mesetto, ripropinare l’infausto rito, dedicandolo ad altre magliette, ad altri colori, ad altri padroni. La razza del calciatore moderno (non sono Piero Angela, né suo figlio). Quello che crede di potere tutto e di più. Non ricordo un solo di questi gesti da parte di chi ha amato con i fatti la propria maglia in tempi che furono ed ha cucito nel sangue i colori che ne sostanziano la fede calcistica.
Chiedo scusa della, anzi delle parentesi. Insomma il black out romano e le sue cause vengono ingigantite ancora di più, paradossalmente proprio dal 4-2 che gli zombi resuscitati del Flaminio hanno dedicato ai pochi intimi danzando alla Michael Jackson. Ben quattro i gol al sig. Ambrosi e dopo la prima segnatura, a pochi minuti dal fischio di inizio, qualcuno… ha temuto realmente di “incoccia…re” al Ceravolo. Menomale per Caputo & C. … che il buon Bruno & C. abbiano trascorso le “vacanze romane”, dando il meglio di sé. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Qualcuno ha parlato di Società inesistente. Magari lo fosse stata realmente!
Purtroppo così non è stato e (arì)purtroppo non lo è stata soprattutto quando avrebbe dovuto esserlo e cioè nell’immediata antivigilia che ha preceduto la gara di andata. Forse i nostri prodi avrebbero preferito il nulla ad un “54%” che ha gettato benzina sul fuoco già divampato più volte e mai sedato da nessun pompiere. Ci si augura che la lezione sia servita a tutti i furbetti che avevano creduto di poter fare tutto perché tutto è dovuto. Se il Catanzaro non avesse avuto Società, avrebbe vinto a Roma e stravinto a Catanzaro. Gli addetti ai lavori avrebbero pregustato una sorta di sabato del villaggio in attesa di una domenica a loro promessa più volte anche dai vertici istituzionali… ma ricapitalizzare per il 54% prima di Cisco-Catanzaro. Non vogliamo pensare ad altre cause… perché sarebbero gravissime. A Roma brocchi, a Catanzaro da pallone d’oro? Ca nisciun’è fess!
La serie “C”, oggi Lega Pro non si vince senza società e senza soldi veri. La prova provata? Proprio il Catanzaro. Società prive di passato calcistico ne hanno fatto un sol boccone, altre l’hanno vinta subito dopo avere fatto la muffa nei dilettanti. Cosa aspetta l’imprenditoria del capoluogo di regione ad assumersi realmente la responsabilità di una rinascita? Eppure prese anche singolarmente, le aziende più volte citate in questi giorni, avrebbero tranquillamente la possibilità di farlo. La tifoseria organizzata e non, dovrà confrontarsi con la reale mancanza di volontà da parte di chi fattura milioni di euro. Se realmente qualcuno è intenzionato a rilevare una società di seconda divisione con potenziale possibilità di ripescaggio, è sufficiente iniziare a farlo. Ad Andria lo scorso campionato non mi risulta si sia mosso né il Presidente della Regione Puglia, né quello della Provincia, né il Sindaco. Hanno voluto un risultato, l’hanno fatto pesare in Lega (non è vero Macalli???) e così è stato.
L’epilogo sul campo ha visto sconfitto il Catanzaro, i suoi calciatori e la società purtroppo formalmente esistente. Dopo la fine dell’ennesimo campionato tinto di giallo (senza il rosso) l’ulteriore sconfitta potrebbe averla una intera città, la sua classe politica dirigente (tutta), e la classe imprenditoriale (Confindustria allegata…). Vietateci, vietatevi altre umiliazioni, grazie.
Giuseppe Mangialavori