Il Rompicalcio

Ancora una volta umiliati!

Scritto da Redazione
Vergogna al Flaminio. Ora via tutti

Nemmeno il peggiore degli incubi avrebbe potuto essere così orribile, così straziante, così inspiegabile. Novanta minuti lunghi un’eternità, vissuti nell’attesa che la Cisco Roma arrotondasse ulteriormente il punteggio, aggiornando al 2010 il libro giallorosso della vergogna (nessuna squadra aveva mai perso 4-0 una finale play-off). Un pugile all’angolo, suonato, che incassa pugni senza reagire, in attesa del colpo del KO o del gong di fine match: questo il Catanzaro di Roma. A confronto, l’1-3 col Sora, lo 0-2 con l’Acireale e il 2-3 col Pescina sembrano sconfitte “normali”. Il significato della parola umiliazione è in costante aggiornamento sui tre colli. In attesa che il presidentissimo Aiello ci spieghi cosa intendesse a inizio stagione con quella frase che oggi gli si ritorce contro beffarda, tagliente come una lama.

La città rispose al suo appello e a quello dei suoi accoliti Soluri e Bove, con la colletta più indecorosa della storia della città. La società è andata avanti così, a tentoni, cercando soldi e soci in continuazione, a destra e a manca. Per pagare l’acqua, la luce, i giocatori, i dipendenti, le scadenze imposte dalla Lega, dalla Co.vi.so.c e dall’Agenzia delle Entrate. Senza riuscirci, se non in minima parte. Penalizzazioni, deferimenti, scioperi dei calciatori non pagati. La verità nuda e cruda è sotto gli occhi di tutti. Sulle pagine dei giornali e sulle bocche degli stessi protagonisti. Questa società si è retta solo grazie ad artifici e alle regalie delle istituzioni e di piccoli e grandi imprenditori che, ogni tanto, hanno consentito a questo baraccone di andare avanti.

Fino a queste ultime settimane. Una vergogna continua. L’ammissione di non poter andare avanti, un continuo prostrarsi davanti alla classe politica della città, nella speranza di uscirne in qualche modo vivi, se non puliti, proprio a un passo dal tribunale e dal fallimento. L’ultimo colpo due giorni fa, con una ricapitalizzazione comica grazie ai crediti vantati dai soci. Tutto giusto, tutto regolare, per carità. Ma una contraddizione in termini per chiunque abbia un minimo di buonsenso. L’FC Catanzaro paga con la puntualità dei vecchi Espresso Milano-Palermo, però i suoi azionisti avanzano dei crediti dalla società stessa. E la “magata” di ricapitalizzare per oltre il 50% delle azioni è stato un pessimo segnale per gli altri imprenditori pronti ad entrare in società per salvare il calcio in città.

Il 4-0 di oggi è lo specchio impietoso di questa situazione. È il solito coronamento tutto catanzarese di campionati che si giocano sul campo fino a due-tre domeniche dalla fine della stagione. Poi, puntualmente, arriva il patatrac. Gaetano Auteri è l’ennesima vittima di questo ambiente putrido. La squadra oggi ha offerto una prestazione indegna, dal punto di vista tecnico, tattico, caratteriale e dell’impegno. Ma è mai possibile che Lavezzini, Morrone, Cuttone, Dellisanti, Provenza e Auteri, oltre a centinaia di calciatori passati dal “Ceravolo” in questi anni, siano tutti degli incapaci? 

E allora via tutti, senza distinzione alcuna. Un immediato allontanamento dei protagonisti di quest’ultimo triste capitolo  è – già a poche ore dalla partita di Roma – assolutamente necessario. Via i soci, gli avvoltoi e gli straccioni che tengono il Catanzaro e tutti i suoi tifosi bloccati nelle secche di un calcio che con il pallone c’entra poco e nulla. Mai più Aiello, mai più Bove, mai più Soluri, mai più Catalano. Mai più mosse di scacchi, mai più dichiarazioni su debiti e crediti, mai più trasferte pagate da enti pubblici. Mai più tirare a campare. Vivere un’esistenza all’altezza dei nostri sogni o semplicemente smettere di esistere. Questo è il momento. Questo è il bivio. Imbocchiamo la strada giusta. Adesso.

Ivan Pugliese

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento