Gianfranco Simmaco noi di puntonet lo conosciamo bene. Un tifoso passionale, un improbabile e divertente paroliere, un vulcanico cantastorie giallorosso. Ieri, appena fuori dal Ceravolo, questo tifoso che tutti noi abbiamo incontrato almeno una volta sulla nostra strada, è stato miseramente aggredito. Qualcuno prima lo ha insultato, poi gli ha strappato di mano lo stendardo (in foto, ndr) che da qualche tempo porta con sè, calpestandolo ripetutamente. Tutto davanti ad un bambino di nove anni in lacrime, il figlio di Gianfranco.
Cose che capitano, si dirà, il genere umano raggiunge spesso queste vette di miseria e c’è sempre uno scemo del villaggio che usa la violenza illudendosi di sopperire con la forza bruta a tutte le mancanze della sua povera vita (e lo sappiamo che sono moltissime).
Eppure non si riesce a comprendere perchè nessuno tra quelli che assistevano alla scena sia immediatamente intervenuto in difesa di Gianfranco. Quale onore può derivare da un gesto vile e violento? In nome di quale codice, un atto del genere può essere compreso e giustificato?
“Capo storico”, se questa tua innocua boutade infastidisce i nostri peggiori concittadini, risvegliando i loro ignobili istinti, siamo pronti a conferire al tuo fantasioso titolo tutta la dignità che riterrai opportuna. Perchè di mafia, da queste parti (roba molto seria peraltro), ne abbiamo già una. E ci basta.
Per tutti quelli che hanno finto di non vedere, per quelli che hanno sorriso e per gli ignavi, caro Gianfranco, non ti esprimiamo solidarietà, ti chiediamo semplicemente scusa.