“Periodicamente, la Fondazione Politeama-Città di Catanzaro viene tirata in ballo per le considerazioni contenute nell’ultima relazione della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti sul sistema delle esternalizzazioni/partecipazioni del Comune di Catanzaro.
Ritenevamo di avere ben chairito lo scorso 2 febbraio, che la Fondazione – negli anni presi in considerazione dalla relazione (2004-2008) – non ha prodotto alcuna “perdita”, ma ha correttamente utilizzato i fondi stanziati dai soci (“fondo di dotazione disponibile”) per l’attuazione delle finalità istituzionali e per la gestione ordinaria, mantenendosi rigorosamente all’interno delle disponibilità delle risorse. Ma , evidentemente, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.
Tutti gli esercizi finanziari si sono chiusi in pareggio e mai, in questi anni, è stato richiesto alcun contributo straordinario ai soci finalizzato ad eventuali ripiani.
In altre parole, la Fondazione non ha mai sforato il plafond di disponibilità derivante dai contributi di Comune, Provincia, Regione, Ministero Beni Culturali, dagli incassi di botteghino, da sponsorizzazioni, donazioni e contributi privati, dal fitto del teatro.
Da sottolineare, inoltre, che gli apporti finanziari alla Fondazione derivano da specifici e finalizzati capitoli di spesa degli Enti fondatori, destinati allo sviluppo e alla promozione delle attività teatrali e musicali.
E’ da rimarcare che la Corte dei Conti, nella relazione periodicamente tirata in ballo, rimarca il carattere originale della Fondazione quale “strumento no profit di promozione culturale del Capoluogo di Regione” e annota un andamento equilibrato dell’indice di levarage (coefficiente di indebitamento) e un coerente grado di teorica indipendenza finanziaria.
A conclusione di una stagione artistica esaltante che ha imposto il Politeama all’attenzione del mondo culturale italiano ed europeo, si può ben dire che il teatro di Catanzaro è uno dei pochi esempi virtuosi nel travagliato panorama dei teatri e delle fondazioni italiane, contrassegnato da una gravissima crisi e da pesanti situazioni debitorie fuori bilancio (in molti casi, i teatri italiani hanno sforato di diversi milioni di euro la loro disponibilità reale, costringendo gli Enti locali ad onerose operazioni di ripiano).
Non solo il Politeama non ha dovuto fare ricorso a piani di rientro, ma è riuscito anche a mantenere inalterati dal 2002, per precisa scelta del CdA, i prezzi di abbonamenti e biglietti serali.
Nonostante i costi esorbitanti della lirica, che hanno costretto molti teatri italiani a rinunziare a questa forma d’arte (si pensi al teatro di tradizione “Rendano” di Cosenza) , la Fondazione è riuscita ad offrire spettacoli lirici di primo piano, come le recenti e trionfali rappresentazioni di “Nabucco” e “Lucia di Lammermoor” con la direzione di Daniel Oren.
La Fondazione Politeama è anche riuscita ad invertire la tendenza rispetto agli apporti privati e alle sponsorizzazioni, ottenendo un significativo sostegno complessivo da Fondazione Carime e dal cav. Giovanni Colosimo e un sostegno mirato per alcune manifestazioni da Camera di Commercio e aziende private.
In conclusione, la Fondazione Politeama ritiene improponibile il confronto con altre società partecipate proprio per l’originalità dei “prodotti” che essa è chiamata a fornire: promozione della cultura teatrale, della musica e dello spettacolo dal vivo; diffusione della migliore immagine possibile a livello nazionale e internazionale del teatro e della città di Catanzaro; creazione di un forte indotto legato alle attività dell’accoglienza e della ristorazione; attività di formazione rivolte ai giovani.