Il Catanzaro acciuffa in extremis un pareggio che alla vigilia sarebbe sembrato un risultato negativo ma che, dopo i 95 minuti di gioco nel piccolo e caloroso “Monterisi” di Cerignola, è sicuramente un punto importante.
Una partita storica per Cerignola
Audace Cerignola e Catanzaro si affrontano per la quarta giornata d’andata del campionato di serie C. Entrambe le formazioni arrivano al match in uno stato di buona forma. Due le vittorie consecutive dei gialloblu, tre quelle del Catanzaro che è a punteggio pieno. Lo stadio presenta un bel colpo d’occhio. I pugliesi mancano da ben 85 anni nel calcio professionistico. Anche se l’esordio era stato contro il Giugliano, la sfida contro il Catanzaro, una delle nobili decadute del calcio italiano, per il popolo cerignolano è motivo d’orgoglio. Il tifo c’è, i settori locali sono esauriti e non manca la coreografia con fumogeni gialloazzurri, i colori sociali della squadra pugliese. Dagli spalti l’incitamento è costante sin dalle fasi di riscaldamento. Circa 160 i tifosi giallorossi nel settore ospiti per una splendida giornata di sport.
Niente turnover
Vivarini non cambia rispetto alla formazione che nel turno infrasettimanale aveva battuto al Ceravolo il Latina. Mister Pazienza, invece, inserisce quattro calciatori diversi rispetto alla vittoria di Andria e presenta un 3-5-2 più compatto che si trasforma in 5-3-2 nella fase di non possesso. Il sintetico di Cerignola non è il massimo per disputare una partita di calcio. Uno sbuffo di terra si alza ogni volta che il pallone viene colpito. I rimbalzi sono irregolari: una classica difficoltà che la squadra più tecnica, il Catanzaro, soffre particolarmente aldilà degli indubbi meriti del Cerignola.
Densità e intensità pugliese
Sin dall’inizio s’intuisce che la partita sarà molto complessa. Il Cerignola blocca la manovra dei centrocampisti catanzaresi, creando molta densità in mezzo al campo e intasando le corsie esterne con raddoppi e interventi molto decisi. Iemmello e Biasci sono chiusi nella morsa dei difensori avversari guidati dagli esperti Ligi e Bianco. Malgrado il giro palla giallorosso, le difficoltà a penetrare dalle parti di Saracco sono evidenti. Il Cerignola affida la sua partita alla difesa compatta e ai capovolgimenti di fronte. Lo fa con la massima applicazione scoprendosi rarissime volte.
Vantaggio casuale
La conferma delle difficoltà giallorosse arriva paradossalmente dal gol del vantaggio che matura da un’ottima lettura di Brighenti. Il difensore giallorosso, dopo un recupero, si lancia verso l’area avversaria, dialoga con Vandeputte e Verna, si trasforma in centro-boa e serve l’accorrente Biasci che, a rimorchio di destro, batte Saracco e segna la quarta rete in campionato. Il Cerignola pressa molto sui portatori di palla giallorossi più tecnici, meno su uomini come Brighenti ritenuti meno pericolosi.
Reazione Cerignola
La rete dopo undici minuti non abbatte i pugliesi che provano subito a pareggiare. Malcore s’incunea in area ma Fulignati di piede intercetta. Il pareggio arriva dopo soli tre minuti, un po’ a sorpresa per la dinamica. Brighenti spedisce un pallone in tribuna. Il Cerignola batte la rimessa velocemente, 15 metri più avanti rispetto a dove il pallone è uscito e dove un altro calciatore pugliese ha un pallone in mano pronto a rimettere in gioco. Il Catanzaro è colto di sorpresa. Bianco, servito da rimessa laterale, pennella al centro per Malcore, che anticipa di testa Martinelli e Situm e batte Fulignati che non trattiene la conclusione ravvicinata. L’azione sembra irregolare, ma nessuno dei giallorossi in campo protesta, mentre arbitro e collaboratori non si accorgono della “furbata”.
La partita si spegne
Fino a fine primo tempo non accade più nulla. Il Catanzaro prova a giocare, il Cerignola ribatte colpo su colpo, chiudendo tutti gli spazi, ripartendo pericolosamente. Ma non ci sono altre azioni pericolose da annotare. La ripresa inizia sulla stessa falsariga. Catanzaro in possesso palla sterile, Cerignola pronto ringhiare su ogni pallone e ripartire. Al 49’ Iemmello, poco cattivo, non sfrutta un cross al bacio di Martinelli. Arriva con troppa sufficienza, tradito forse da un cattivo rimbalzo, e non riesce a spingere il pallone in porta. Il Cerignola punge con un gran destro di Malcore.
I cambi non cambiano
Nel frattempo, dopo un’ora di gioco, Vivarini inizia la girandola dei cambi. Fuori Verna, Iemmello e Sounas, dentro Welbeck, Cianci e Bombagi. Più avanti il tecnico si giocherà la carta Curcio per Biasci, prima di indovinare l’inserimento del salvatore di giornata Pontisso al posto di Ghion.
Il calo del Catanzaro
A dieci minuti dalla fine la partita si ravviva. Colpevole un po’ di stanchezza, i giallorossi si allungano più del dovuto e concedono due pericolose ripartenze agli avversari che, spinti dal pubblico, provano a vincere con più cattiveria. Ci prova Neglia su calcio piazzato e la palla colpisce la parte esterna del palo. Le difficoltà di manovra dei giallorossi aumentano perché Bombagi, Curcio e Cianci non incidono. L’uscita di Ghion toglie al Catanzaro la qualità nel palleggio e nella gestione della manovra. Welbeck non è Ghion ed è impreciso in un paio di facili appoggi che dovrebbero dare respiro alla manovra. Vandeputte e Situm sulle corsie sono sempre aggrediti al primo tocco.
Bolgia al “Monterisi”
Il piccolo impianto di Cerignola adesso è una bolgia e comincia a credere nel colpaccio. E il gol arriva dalla zona di Bombagi, in sofferenza fin dall’ingresso in campo del fantasista che regala fiducia agli avversari. A tre minuti dalla fine, sulla seconda incursione consecutiva (la prima è sventata da Scognamillo all’ultimo istante), l’esterno Russo del Cerignola la mette per Coccia che colpisce di testa. Fulignati c’è, ma sulla respinta l’ex potentino ribadisce in rete.
La reazione insperata
La partita sembra chiusa. Cianci riporta subito il pallone a centrocampo e invita i suoi compagni a crederci. Il Catanzaro adesso abbandona il fioretto e usa la sciabola. Si catapulta in avanti, con decisione e confusione. Si creano mischie nella speranza che accada qualcosa. Ci provano prima Cianci e poi Curcio senza esito. Quando il recupero sta per scadere, Vandeputte batte una punizione dalla trequarti, Curcio fa da sponda e assiste perfettamente Pontisso che bagna l’esordio con il goal e regala un punto che vale tanto.
Imparare da Cerignola
Perdere la testa della classifica oggi non è un problema. Il campionato è ancora molto lungo e difficile. La partita di ieri dovrà servire a capire che ci saranno tante altre “Cerignola”, partite in trasferta ostiche, in campi piccoli, magari in sintetico, con la consapevolezza di essere percepiti come la squadra favorita, da battere a ogni costo come se fosse una piccola impresa. Tutto sommato, per com’è arrivato, il pareggio di ieri è un punto guadagnato. Adesso, via il peso della statistica, dell’imbattibilità di Fulignati, della valanga di gol segnati, delle vittorie consecutive. Archiviare subito Cerignola e pensare al Messina dell’ex Auteri che, sabato alle 20:30, tornerà al “Ceravolo”. È l’occasione per riprendere il cammino prima della doppia insidiosa trasferta Turris-Andria. Serviranno grinta e cattiveria, caratteristiche ieri un po’ dimenticate.
3 cose per noi tabù e negative…campo sintetico,campo piccolo ,arbitraggio..
Se i calciatori apprendessero non sarebbero calciatori
A parte il risultato di ieri da tutti ritenuto un punto guadagnato ( per come sono andate le cose in campo), quello che mi rammarica di più sono i difetti che PUNTUALMENTE ci riportiamo dall’anno scorso e cioè quando in MOLTE partite tiravamo più di 10 e più calci d’angolo e non riuscivamo MAI a creare problemi alla difesa avversaria. Anche ieri corner e punizioni quasi tutte battute da Vandeputte sono risultate lente quasi a pallonetto una manna per gli avversari. Al contrario OGNI CALCIO D’ANGOLO e cross vari (passano tutti nella nostra area) che subiamo sono SEMPRE un pericolo e spesso segnano. Possibile che Vivarini non riesce a trovare rimedi a questa calamità?!?! Paradossalmente l’unica volta quest’anno che le cose sono andate abbastanza bene è stato nella prima quando in difesa ha giocato Mulè che di testa li prendeva tutte, anche nell’area avversaria tanto che ha segnato di testa ed un altro gol sempre svettando di testa l’ha sfiorato. E’ questione di uomini?? Di schemi difensivi?? Di scarsa attenzione e superficialità?? Mi piacerebbe avere risposte dagli ESPERTI giornalisti sportivi e magari proponete questa domanda direttamente a Vivarini quando lo intervistate !!!!
CARO CORNER , AVEVO SCRITTO DALLA PRIMA PARTITA CHE PER ME MULE’ DOVEVA GIOCARE SEMPRE . SONO SICURO CHE CON LUI IN CAMPO IL PRIMO GOL DI TESTA NON LO AVREMMO PRESO . POI LA FURBATA DI BATTERE IL FALLO PIU’ AVANTI E’ EVIDENTE MA CON UN INCAPACE DI ARBITRO NON DOVEVAMO FARGLIELO BATTERE NOI . I NOSTRI NON SONO PER NIENTE ATTENTI A QUESTE SITUAZIONI. TANTO IL LORO STIPENDIO ARRIVA PUNTUALE . SIAMO NOI CHE CI ROVINIAMO IL FEGATO . I NOSTRI CON APPENA 3 VITTORIE SI SONO GIA’ MONTATI LA TESTA . IL FALO BATTUTO BEN PIU’ AVANTI E’ UNA COSA GRAVISSIMA . BEN PIU’ GRAVE CHE NESSUNO ABBIA PROTESTATO . IO DALLA POLTONA DI CASA , AVREI SPACCATO LA TV PER ENTRARE IN CAMPO E PRENDERLI TUTTI A CALCI IN CULO . SONO 2 PUNTI PERSI , ALTRO CHE PALLE .
Caro Corner e’ vero quello che dici e sono d’accordo con te anzi ritengo che VDP non sappia ancora calciare adeguatamente i calci d’angolo perche’ prende poca rincorsa , su dieci ne calcia bene solo due e non va bene qualcuno glielo dovrebbe dire .
Per il resto e’ da un bel po’ di tempo che ripeto che il campionato di C si vince con gente di carattere .Si quest’anno la squadra e’ piu’ completa e non ci dobbiamo abbattere per un buonissimo pareggio , il campionato e’ lungo e sono sicuro che faremo bene la partita di ieri ci serva da esempio per come dobbiamo affrontare tutte le altre perche’ contro di noi raddoppieranno tutti le loro forze e ci daranno tutti filo da torcere .
D’altronde caro Freccia i migliori cross sono quelli forti e tesi al centro dell’area avversaria. L’anno scorso VDP arrivava sempre sul fondo e crossava una meraviglia, quest’anno ancora non ha ingranato la quarta.
Bravo storico. Hai centrato il problema: i nostri non sono reattivi, non protesrano se non in casi eccezionali….A tratti sembrano spenti, sembra quasi che se ne fottano. La mancanza di agonismo è cattiveria da parte dei giocatori, della Società e spesso anche del pubblico, apre il varco alle malefatte di quegli infami figli di puttana inviati da quel pugnettaro di Ghirelli.
E la frittata è fatta.