Un’odontoiatria pubblica di qualità, in grado di dare prestazioni odontoiatriche importanti ed essenziali a pazienti costretti altrimenti a rinunciare alle cure perché non in grado di sostenerne i costi. E’ il messaggio forte che arriva dalla SOCI (Società Odontoiatria di Comunità Italiana, presidente il Dott. Pietro Di Michele) che oggi a Catanzaro (presso l’Hotel Guglielmo) ha tenuto il suo Convegno nazionale. L’evento è stato organizzato e coordinato dal Dott. Valerio D’Andrea, responsabile del Servizio di Odontoiatria Sociale dell’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio. Il luogo non è casuale: seguendo l’esempio di Regioni come l’Emilia-Romagna e la Toscana, da molti anni impegnate sul tema, la Regione Calabria ha approvato recentemente un programma che prevede una serie di interventi che vanno dalla prevenzione in età scolare all’odontoiatria sociale per le fasce di popolazione più deboli, con un particolare impegno per la riorganizzazione, la riqualificazione delle strutture e la formazione degli operatori.
Al convegno “La salute orale nella ricerca dell’eccellenza”, al quale hanno partecipato professionisti provenienti da ogni parte d’Italia, sono intervenute numerose autorità: tra le altre la Vicepresidente della giunta regionale della Regione Calabria Antonella Stasi, il Direttore generale del dipartimento della salute della Regione Calabria Andrea Guerzoni, il Sindaco di Catanzaro Rosario Olivo e l’On. Mario Tassone che è anche consigliere comunale di Catanzaro.
Tra gli interventi di maggior rilievo quello del Professor Enrico Gherlone, docente universitario, primario del Servizio di Odontoiatria del San Raffaele di Milano e rappresentante con delega all’Odontoiatria presso il Ministero della Salute.
La SOCI rappresenta gli odontoiatri che lavorano nel Servizio Sanitario Nazionale come ospedalieri, universitari e specialisti ambulatoriali, complessivamente circa cinquemila professionisti; il suo impegno principale è quello di promuovere il diritto alla salute orale nel rispetto della dignità assistenziale e della qualità, in modo uniforme a livello territoriale, per fasce di popolazione in vulnerabilità sanitaria o sociale.
Il Dottor Di Michele ha sottolineato come, grazie alla collaborazione di tanti colleghi odontoiatri, la SOCI stia cercando di coinvolgere tutte le regioni italiane per far sì che vengano recepiti e applicati i livelli minimi dell’assistenza odontoiatrica. “Ancor prima di pensare a progetti molto complessi – sottolinea Di Michele – i cinquemila odontoiatri pubblici devono arrivare ad avere un unico modello assistenziale e al di sotto di alcuni standard non si può assolutamente scendere”. C’è, quindi, ad esempio, l’invito a tutte le aziende sanitarie affinché tutti gli ambulatori odontoiatrici del pubblico abbiamo gli stessi requisiti, indispensabile per garantire servizi all’insegna della qualità.
“Certamente questa opera di riqualificazione non è semplice – afferma Di Michele – anche perché negli ultimi anni stiamo assistendo a fenomeni di grave difficoltà socio-economica: le persone stanno perdendo il lavoro, sono in cassa integrazione e, quindi, il ricorso alla ciambella di salvataggio dell’odontoiatria pubblica da parte di chi è in grave difficoltà diventa una necessità. Stiamo assistendo sempre di più alla difficoltà di pagare persino il ticket e cioè la quota di partecipazione alla spesa indispensabile per dare una qualità assistenziale. L’auspicio è, allora, una maggiore sensibilità da parte delle Aziende Usl perché mettano campo risorse per ambulatori odontoiatrici aperti 30 ore la settimana anche nelle zone periferiche per i primi livelli di assistenza. Tra le tante difficoltà anche il fatto che in oltre il 50% delle regioni non esiste una linea unica, non c’è un unico nomenclatore, non esiste un unico tariffario”.
La SOCI in tutto questo processo di riqualificazione vuole essere trasversale, vuole collaborare con le Regioni cercando di indicare alle aziende sanitarie la modalità di riqualificarsi a costo zero; non si chiedono più finanziamenti, ma di riconvertire quelli già esistenti in un progetto di riqualificazione che prevede certamente una formazione nuova agli odontoiatri che lavorano già nel pubblico e, soprattutto, la possibilità di far lavorare i dentisti in un sistema funzionante: in altre parole occorre rivisitare l’intero processo, passando da una realtà che vede un dentista singolo che in autonomia gestisce l’ambulatorio a un progetto, al contrario, strutturato, piramidale, con un coordinamento centralizzato, una verifica delle tappe e un controllo di quello che quotidianamente viene erogato come prestazione; tutto questo oggi non è possibile anche perché in tutte le regioni nelle quali la SOCI ha aperto i propri osservatori si è resa conto che non c’è una traccia di verifica su quanti pazienti vengono assistiti, quante prestazioni sono erogate, quante prestazioni sono erogate ai singoli pazienti. Di fronte a questa assenza di dati la SOCI invita e sollecita tutte le Regioni e, in testa, il Ministero a far partire un’opera di verifica sugli ambulatori presenti in tutte le regioni, sui professionisti che lavorano in questi ambulatori, su quanti pazienti vengono seguiti e su quante prestazioni vengono erogate.
In occasione del convegno si è anche tenuto il direttivo SOCI che ha riconfermato come presidente nazionale il Dottor Pietro Di Michele.