L’Amministrazione comunale si sta interessando e sta intervenendo sulle aree degradate della città con ordinanze rivolte ai proprietari di manufatti e superfici abbandonate affinché le stesse non costituiscano pericolo per la sicurezza dei residenti”. Lo afferma, in una nota, il consigliere comunale e presidente della commissione “Ambiente” Eugenio Riccio, il quale interviene, in particolare, sulla situazione dell’area ex Gaslini, nel quartiere marinaro della città. Riccio rammenta come il settore “Igiene-Ambiente” del Comune abbia scritto al curatore fallimentare della Ciat srl, proprietaria dell’ex opificio, per comunicare l’avvio del procedimento previsto dalla legge n° 241 del 7 agosto del 1990. In pratica si vuole accertare qual è lo stato attuale di conservazione della struttura che, presumibilmente, ha una copertura fibrocemento contenente amianto. Con la nota dello scorso 14 aprile firmata dal dirigente del settore Aldo Mauro e dall’istruttore direttivo Pasquale Scamardì, il Comune ha inteso reperire ogni notizia utile per poter determinare il potenziale grado di pericolosità della vecchia fabbrica. “Un provvedimento – ha spiegato Riccio – successivo a un sopralluogo fatto lo scorso 8 aprile da personale dell’Arpacal, dell’Azienda sanitaria provinciale e dai tecnici dello stesso Comune in cui si è evidenziato lo stato d’abbandono dell’intera area invasa, tra l’altro, da una folta vegetazione. Inoltre – ha aggiunto – la Polizia municipale ha più volte perlustrato lo stabilimento, intimando ai proprietari il rispetto delle condizioni minime di sicurezza. Comprendendo le lamentele dei residenti di via Caracciolo – ha concluso Riccio – l’Amministrazione comunale sta facendo il possibile per porre rimedio a questa situazione, confrontandosi con le problematiche del caso, relative a una struttura privata oggi gestita da un curatore fallimentare”.
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