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Vibonese, l’occasione di salutare con onore la categoria

Scritto da Emanuele Mongiardo

Se c’è qualcosa da riconoscere al Catanzaro dell’ultimo mese e mezzo, è la capacità di non farsi travolgere dalle onde nonostante gli eventi stessero tramando tutti contro i giallorossi. Già non era facile gestire il contraccolpo delle sconfitte con Monopoli e Bari, che hanno precluso la lotta per il primo posto. Poi, dopo la battuta d’arresto col Monterosi, ci ha pensato il verdetto della Lega sul caso Catania a spargere sale sulle ferite dei ragazzi di Vivarini. Da quella decisione infausta, però, Iemmello e compagni sembrano aver assorbito il veleno necessario a chiudere nel miglior modo possibile la stagione. Domenica a Vibo, dove è prevista una nutrita presenza di tifosi ospiti, il Catanzaro rischia di trovarsi davanti la più classica delle partite-beffa. Per fortuna, dalla parte delle aquile stavolta gioca l’esperienza, visto il brutto 1-1 della partita d’andata. Era stato il primo campanello d’allarme della gestione Vivarini. Due punti persi in malo modo, ma chissà, magari senza quel pari e senza la sconfitta con la Virtus Francavilla non sarebbe arrivata la spinta a investire su Biasci, Sounas e Iemmello.

La Vibonese ormai non ha più niente da chiedere al suo campionato. Torna in Serie D di nuovo al cospetto del Catanzaro, proprio come l’ultima volta, in occasione del playout 2017. Difficile parlare di voglia di rivalsa per una rosa del tutto diversa. Di certo, però, i rossoblù ci terranno ad abbandonare nel migliore dei modi la categoria. E anche se dovessero esserci delle rotazioni, le motivazioni contro una squadra del livello del Catanzaro non possono essere basse. La Vibonese, d’altronde, le figure migliori quest’anno le ha fatte proprio contro le prime della classe. Detto del pari di dicembre al Ceravolo, qualche settimana fa i ragazzi di Orlandi hanno fatto sudare le proverbiali sette camicie al Bari, capace di sbloccare la contesa solo a ridosso del novantesimo. Insomma, la Vibonese sa come si preparano queste partite e a nessuno piace fare sparring alla festa di qualcun altro.

Al di là delle motivazioni, comunque, per il Catanzaro arriva l’avversario sulla carta più abbordabile, una squadra in grado di vincere a malapena una partita nel girone di ritorno e che non ha saputo approfittare dell’estromissione del Catania per contendere un posto nei playout.

L’analisi tattica
La Vibonese ha pessimi numeri difensivi – 57 gol subiti – ma se possibile l’attacco ha lacune ancora più grandi, il peggiore della categoria con soli 24 gol segnati.

Il problema è che le caratteristiche dei giocatori offensivi non sono coerenti con il modo in cui affronta le partite la squadra. Senza una cifra tecnica adeguata, sia D’Agostino che Orlandi si sono ritrovati a dover impostare la fase difensiva a pochi metri dalla propria porta. La Vibonese deve mantenere un blocco basso, provare a resistere quanto più possibile e provare a svoltare gli episodi. Il 5-3-2 dei rossoblu peraltro lascia poca possibilità d’interpretazione anche a causa delle caratteristiche dei centrali, poco sicuri lontani dalla propria area.

Il fatto di dover difendere basso penalizza innanzitutto il vero protagonista della manovra, Davis Curiale. Arrivato a gennaio proprio da Catanzaro, Curiale può dire ancora la sua se si tratta di giocare nell’ultimo terzo di campo, attraverso il gioco spalle alla porta e la presenza fisica in area. Se però la punta scuola Palermo è costretta ad abbassarsi per contendere palloni e poi coprire molto campo per arrivare in area, allora non riesce a rendere al meglio. Curiale soffre se isolato senza nessun appoggio e distante dalla porta avversaria: ce lo ricordiamo bene dal disgraziato playoff dello scorso anno con l’Albinoleffe.

Come detto, però, nelle volte in cui la Vibonese riesce ad attaccare con più uomini, Curiale è ancora un riferimento valido per attivare i compagni. Il suo gioco spalle alla porta, in particolare, permette di attivare frontalmente Golfo e Spina, ali convertite a seconde punte in possesso di un buon dribbling e un buon tiro dalla media distanza.

Insomma, Vivarini dovrà soffocare sul nascere ogni possibile ripartenza. Per il resto, servirà non farsi divorare dall’ansia del gol e avere precisione e velocità nelle giocate, quello che era mancato all’andata, dove il tridente VazquezCianciBombagi non era mai riuscito a scardinare il blocco basso rossoblù e proprio Curiale, alla fine, aveva buttato alle ortiche il gol del 2-1. Chiudere al secondo posto sarebbe il risultato più giusto per la squadra che forse è migliorata di più tra girone d’andata e girone di ritorno.

Autore

Emanuele Mongiardo

8 Commenti

  • Uno stadio di proprietà servirebbe anche a sganciare definitivamente l’uscatanzaro1929 dalla strumentalizzazione politica. Ormai il Catanzaro è stretto nella morsa dei romantici (che non vogliono alcun cambiamento) e dei politici che promettono mari e monti e alla fine partoriscono palazzine. Presidente la vogliamo più intraprendente. Serve coraggio innovazione. Serve guardare al futuro altrimenti sprofonderemo sempre più nel degrado fino al punto di non ritorno.

  • Ha ragione straniero. Uno stadio da 167 mila posti così i 3 mila di media stanno belli comodi presidente. Un ristorante sul terzo anello ma mi raccomando l ascensore che quando saremo vecchi comu facimu. Qualche giocatore che non serve si può mettere a fare la ballerina prima della partita. La palazzina poi presidente. Si può trasformare in uffici, magari comunali

  • intanto cerchiamo di arrivare in serie B poi si vede sul da farsi anche pèerchè arrivando in serie bsarebbe un buon viatico per tante cose ……

  • Se invece preside’, vuole stare a sentire i tifosi romantici che sognano un nuovo pino dietro la ovest e una palazzina di nuova generazione dietro la est faccia pure!

  • Presidente ascolta l ingnorante grande uomo d affari con i suoi soldi Essere ti sei dimenticato le fotomodelle faranno la sfilata Forza CZ

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