Dalla Redazione

Azionariato popolare per salvare il Catanzaro

La proposta di un nostro lettore da Oxford


In questi giorni di crisi per l’Fc, mentre tra tavoli tecnici e istituzionali viene deciso il futuro del calcio catanzarese, alla nostra redazione giungono email da ogni parte d’Italia e del mondo. Testimonianze di affetto, offerte concrete di sostegno (si pensi a Tony Mazza, il coach di Winnipeg, Canada), semplici suggerimenti, progetti concreti di rilancio. La lettura della nostra casella di posta in queste ore, dà l’esatta percezione di quanta passione il Catanzaro riesca ancora ad attrarre e di quanti tifosi giallorossi siano in giro per il mondo a offrire le proprie competenze, lontani -spesso lontanissimi- dalla città e dalla regione in cui sono nati. Sicuramente non è sulle pagine di questa testata che troverete un’analisi sociologica dell’emigrazione, dei suoi  effetti e del potenziale straordinario di conoscenze che sottrae ed offre continuamente, ma una domanda possiamo porla comunque: chi sta decidendo il destino del Catanzaro, chi per certi versi lo ha già deciso e chi semplicemente non ha alcuna intenzione di deciderlo, è all’altezza dei nostri tifosi? Intanto vi proponiamo l’email di Emanuele Ferragina, ricercatore in social policy ed esperto di sistemi di welfare ad Oxford, Inghilterra.

Red

 


 

Cara redazione,

vivo a 2500 Km di distanza da Catanzaro, ma mi sembra di sentire le voci del quartiere stadio, il mio quartiere. “C’e’ una cordata di imprenditori, è vero? Ma i 300mila euro per finire il campionato li mette di nuovo il comune?“[…]

C’e’ bisogno di una soluzione imprenditoriale e politica alla crisi del Catanzaro, ma è arrivato il momento di organizzarci se non vogliamo mai più essere umiliati. Non è Aiello o l’imprenditore di turno che deve rispettare questo principio,siamo noi. La storia lo impone.

Navigando nel forum leggo che dovremmo fare una colletta per pagare i giocatori. E allora questa ‘colletta’ facciamola, ma con criterio, documentandoci. Mettiamoci in rete usando questo splendido sito. Prendiamoci una parte di controllo di questa squadra, non importa che percentuale riusciremo ad acquistare, ma diamo una base concreta alla nostra voce, alla nostra storia. Non voglio perdere tempo facendo esempi di grandi squadre (il Barcellona è proprietà di 163.000 soci).

Vi prego invece di andare a leggere cosa hanno fatto i membri del sito http://www.myfootballclub.co.uk/. Stanchi di giocare online con team di fantasia, hanno comprato una squadra da gestire: l’Ebbs Fleet United. 27.000 persone hanno messo insieme 950.000 sterline (solo 35 a cranio) ed hanno realizzato il loro sogno. Hanno un manager (una sorta di Pitino) e lo pagano per gestire la squadra. Una sola regola: ogni anno si ridiscutono i termini. Durante la stagione il manager fa le sue scelte dopo aver incassato la fiducia dei tifosi. A fine stagione risponde delle sue scelte. Inutile che vi dica quanto successo l’iniziativa ha avuto in Inghilterra. Pensate che ci sono blog che anche in Italia aggiornano sul cammino di questa simpatica squadra. Potete trovare notizie ovunque nel web, questo il loro sito: http://www.ebbsfleetunited.co.uk/

E poi c’e’ il mio esempio preferito, quello genuino e nostrano della Pro Ebolitana, che qualche anno fa, gestita dai suoi ultras, centrò una storica promozione in serie D. Se avete dieci minuti da spendere andate a vedere il video di Sfide: http://www.youtube.com/watch?v=XerR2e1_yy4.

 Io vi propongo di partire con l’azionariato popolare per quattro buone ragioni:

 1. Per non disperdere il patrimonio giallorosso.

Vivo in Inghilterra, ma ci sono tifosi del Catanzaro ovunque. L’azionariato popolare accompagnato da una vasta partecipazione nella rete può tenere vivo il patrimonio giallorosso. Ve lo dico perché se non facciamo qualcosa oggi tra qualche anno le gesta di Palanca, le bevute di Nastase, l’elevazione di Gianni Bui, i tiri al volo di Giorgio Corona…spariranno dalla memoria collettiva di una città e di una regione che sembra sempre più un deserto di relazioni sociali.

 2. Controlliamo da dentro: mai più certa gente a gestire il nostro patrimonio.

È da quando sono bambino che vivo il mese di Agosto con le palpitazioni da Albano a Mancuso, da Poggi-Parente a Pittelli, ora ad Aiello. Molti si lamentano di questa gente ma cosa abbiamo fatto per tutelare il nostro patrimonio dagli interessi personali di queste persone? Le abbiamo controllate adeguatamente? Gli abbiamo fatto sentire il nostro fiato sul collo?

Ve lo dico con le parole di De Andrè: ci siamo limitati alle invettive. Tutti sapevamo che ognuno a Catanzaro fa i propri interessi. La verità è che tutti fanno solo i propri interessi se non c’e’ qualcuno che li controlla tutti i giorni. Dobbiamo essere noi a controllare i bilanci, le spese, la costruzione della società. Dobbiamo smetterla di aspettare le istituzioni. Siamo noi le istituzioni, siamo noi il patrimonio giallorosso.

 3. Per dare una scossa a questa città addormentata.

Un’iniziativa del genere darebbe una scossa di partecipazione non solo alla realtà calcistica. Daremmo un segnale chiaro alle istituzioni e ai nostri cittadini che si possono fare cose in comune. Che non tutti siamo guidati dall’interesse particolare, ma che se esiste un progetto serio siamo capaci, tutti insieme, di lavorare a qualcosa che abbia un valore per tutta la città, mettendo insieme varie generazioni, mettendo insieme chi vive per il mondo ma ha sempre un pezzo di cuore sui tre colli.

 4. Per dare il nostro contributo.

Tutti diciamo a gran voce che ‘noi siamo il Catanzaro’. Ma possiamo fare di più dell’abbonamento o del biglietto. Possiamo investire una piccola parte del nostro patrimonio e del nostro tempo per far sì che i nostri figli ed i nostri nipoti beneficino di quello che ci hanno lasciato in eredità i nostri padri.

 

Questa è la mia proposta. Ovviamente si tratta solo di un’idea generale, spero di dare un contributo al dibattito che vedo impazzare in giro. Siamo tutti noi a dover decidere come sostenere i nostri colori. Ma senza un’organizzazione ed un progetto serio continueremo a limitarci alle invettive ed ai lamentosi commenti su ciò che poteva essere e non è stato.

 1. Dobbiamo stare alla porta e spingere durante gli incontri istituzionali per fare tirare dentro la base più larga possibile di imprenditori interessati al Catanzaro. Questo sito, l’impareggiabile Blocco 1929, gli Ultras e tanti altri tifosi stanno facendo un grandissimo lavoro che deve proseguire in queste fasi calde.

2. Nel momento in cui ci sarà un numero congruo di imprenditori ed abbastanza soldi per partecipare alla prossima stagione, dobbiamo entrare in pista proponendo il nostro contributo. Attraverso il sito Uscatanzaro.net e i vari club organizzati potremmo creare un sistema di acquisto delle azioni giallorosse (su internet, presso le sedi dei club organizzati, di fronte allo stadio). Le azioni devono avere un piccolissimo valore, in modo che tutti possano permettersele ed essere coinvolti. Anche i più giovani devono poter rinunciare ad una birra ed una pizza e comprare un’azione. Io propongo il prezzo simbolico di 10 euro.

3. Dobbiamo fornire regole precise e trasparenza. Bisogna creare un organo eletto che si faccia portavoce e gestisca il patrimonio raccolto (dividendolo tra denaro da spendere subito per la squadra e patrimonio sociale). Si potrebbe pensare ad un coordinatore dell’azionariato e a dei segretari che rappresentino le varie aree in cui ci sono tifosi giallorossi in Italia e nel mondo. Il numero di rappresentanti dovrà essere eletto sulla base del numero di sottoscrizioni (un po’ come si fa per il presidente del Barça). A bocce ferme ogni anno occorrerà eleggere queste persone tramite voto su internet. Ogni quota un voto. I candidati dovranno presentare la loro candidatura online discutendo con gli azionisti e spiegare quale sarà il loro contributo alla causa giallorossa. Poi, una volta eletti, rappresenteranno i tifosi ai consigli di amministrazione. Qualcuno in passato ha avuto il 3% (ve lo ricordate mister 3%?), avendo voce in capitolo sulla gestione della società. Bene assumendo che la società valga 2 milioni di euro (e non li vale), il 3% sono 60.000 euro. Cioè 6000 quote da 10 euro. Io credo che raggiungeremmo questa cifra in pochissimo tempo.

4. I nostri rappresentati dovranno presentare semestralmente un breve e chiaro rapporto sulla situazione della società a tutti i sottoscrittori di azioni. I conti sono a posto? I giocatori sono stati pagati? Ci sono programmi per la campagna acquisti etc…

5. Effetto moltiplicatore. Se l’iniziativa funziona più gente si avvicinerà e tutti saremo spinti ad acquistare più quote per avere più peso nella società ed avere i rappresentanti che crediamo più validi. Sono sicuro che anche gente non strettamente di fede giallorossa possa appassionarsi all’iniziativa. […] Con l’azionariato popolare questi ‘nuovi tifosi’ potranno essere spinti a dare un contributo. Queste saranno le nostre istituzioni, il nostro modo per non disperdere un patrimonio.

 

C’è bisogno di avvocati, contabili, semplici appassionati.  Un nucleo duro che si auto-organizzi in città e nel resto del mondo. Con un solo pensiero: non delegare tutto alla ‘classe dirigente’. Muoviamoci concretamente. […] Io ci sono e so che molti di voi sono pronti a creare qualcosa di nuovo, per passare dalla frustrazione alla proposta, all’impegno concreto.

Un abbraccio giallorosso dalla perfida Albione.

Emanuele Ferragina

Autore

Fabrizio Scarfone

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