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Quella mano sbarazzina…

L’analisi tattica, e non solo, di Catanzaro-Sora

Documento senza titolo

di
Massimiliano
Raffaele

 

CATANZARO
– C’è chi con le mani segna (storico il gol di Diego Armando
Maradona, alias “Mano di Dio”, all’Inghilterra), e c’è
chi gli arti superiori li usa per parare. Non sempre, però, sono i portieri
ad impiegarli per respingere i palloni più insidiosi. Oggi, ad esempio,
un certo Fumai, difensore 22enne del Sora, e pupillo del tecnico Sciannimanico
(fin dai tempi della primavera del Bari), con il suo preziosissimo arto è
riuscito a ribattere un bel colpo di testa di Corona proprio sulla linea di
porta. Un gesto davvero generoso, quello di Fumai, verso il povero compagno
Capecchi (portiere) che non sarebbe mai potuto arrivarci. Un gesto generoso
verso tutti i calciatori bianconeri. Un gesto generoso, ma talmente generoso,
che ha fatto scatenare la furia di Piero Braglia, oggi in versione karateka
(davvero ben piazzati i suoi fendenti al paracolpi in gomma della panchina giallorossa).
Un episodio che ha scatenato parecchi malumori tra il pubblico dei Tre Colli.
Alla fine, per fortuna, il Catanzaro, meritatamente, ha avuto la meglio intascando
l’intera posta in palio; se ciò non fosse accaduto, però,
chissà come il sig. Nicola Pierpaoli della sezione di Firenze, mestiere
arbitro, avrebbe lasciato lo stadio “Nicola Ceravolo”.
Qualcuno (tanti) gli hanno dato sfacciamente del “cornuto”. Non
sono molto d’accordo con questa teoria. Il sig. Pierpaoli è una
bravissima ed onestissima persona che, dispiace per lui, ha sbagliato a scegliersi
il mestiere.
Il Catanzaro, dobbiamo dirlo, non ha però giocato una partita delle migliori.
La squadra è riuscita a costruire buone trame, a recuperare tanti palloni
(che cuore Mauro Briano!) e a smistarne altrettanti. In zona offensiva, purtroppo,
gli uomini non si sono trovati tra di loro regalando a Di Domenico (campione?)
e compagni dei gol già fatti.
Ciò che può aver stordito qualche meccanismo potrebbe essere stato
l’impiego di Toledo al posto di Dei. Il brasiliano ha giocato, come sempre,
una splendida gara ma più volte i suoi guizzi si sono malamente incocciati
con quelli di Biancone. Entrambi i giocatori hanno uno spiccato senso offensivo
che potrebbe averli disorientati. Qualcosa di passeggero, comunque. Ferrigno,
Corona, Biancone e Toledo possono tranquillamente coesistere nello stesso undici,
basta dargli il tempo di assimilare meglio le trame di gioco e le rispettive
posizioni. Per la prima volta, forse, il ghepardo di San Paulo è stato
a tratti più accorto alla fase difensiva e le sue prelibate incursioni
sono venute a mancare. Toledo ha dovuto agire troppo decentrato e di conseguenza
non ha sempre puntato la porta come sua tradizionale abitudine. A centrocampo
Caterino non ha fatto rimpiangere Ascoli, era evitabilissima però la
sua espulsione. Briano è stato straordinario. Alfieri ha fatto vedere
buon gioco fino al 10’ del secondo tempo. Dopo il gol si è progressivamente
spento favorendo non poco il baricentro ciociaro. La difesa ha sbagliato pochissimo
e per la prima volta la porta delle Aquile è rimasta vergine. Ben applicato
soprattutto il fuorigioco che ha messo più volte fuoricausa il tandem
offensivo bianconero.
La sostituzione di Zappella, costretto a lasciare il campo precauzionalmente
per un fastidio ad una gamba, ha fatto ammirare per la prima volta Tommaso Dei
agire in zona difensiva. Secondo il mio giudizio, il “ricciolino”
romano ha dato molto di più in questo ruolo. Corona è a secco
da due domeniche ma niente allarmismi. La pausa sarà stata concordata
con Zerbini (diretto inseguitore nella classifica marcatori). Domenica i due
riprenderanno il loro hobby preferito: fare gol.

Autore

Massimiliano Raffaele

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