L’ultima volta di Zdenek Zeman a Foggia, risale proprio a un campionato di Serie C, allora Prima divisione di Lega Pro, nel 2010/11. In un campionato dominato dalla Nocerina di Auteri, i satanelli si erano piazzati alla soglia della zona playoff, valorizzando una serie di giovani che avrebbe presto raggiunto la Serie A: Simone Romagnoli, capitano dell’Empoli, Vasco Regini, Diego Farias, Marco Sau e, soprattutto, Lorenzo Insigne. Undici stagioni più tardi, Zeman si ritrova di nuovo tra le mani una squadra che, pur senza lottare per la promozione diretta, offre brio al campionato e occupa i piani alti della classifica. A differenza di dieci anni fa, il Foggia non è imbottito di giovanissimi e non sembrano esserci talenti di quel calibro. Però i rossoneri rimangono comunque una squadra dalla forte identità, in grado di competere con chiunque a partire dai propri principi offensivi.
Il Foggia ha disputato una prima parte di stagione brillante e occuperebbe addirittura la quarta posizione – meglio di Catanzaro e Avellino – se non fosse per la penalizzazione di quattro punti, conseguenza di problemi relativi al cambio di proprietà di quest’estate.
Il Ceravolo, dunque, si prepara ad ospitare uno scontro diretto. Se è difficile prevedere lo stato d’animo dei ragazzi di Vivarini, i rossoneri arrivano in Calabria carichi di entusiasmo dopo la vittoria per 5-2 sulla Vibonese. Al di là degli umori, la partita col Foggia sembra difficile da inquadrare anche dal punto di vista tattico. Vivarini ha in mano la squadra da pochi giorni, quanto riuscirà a incidere contro una squadra con principi di gioco così marcati? Proverà a raffreddare la verticalità del Foggia con il controllo della palla? Lascerà il possesso agli avversari? Difficile dirlo.
Di certo il Foggia andrà dritto per la propria strada. Il calcio di Zeman, ossessivo nella ricerca della profondità, si sviluppa soprattutto per catene laterali, composte da terzino, mezzala e ala del 4-3-3. Il movimento classico vede lo scambio di posizione tra mezzala e ala: la mezzala migra verso la fascia, l’ala compensa il suo movimento spostandosi verso l’interno e ricevendo quindi con il corpo già rivolto verso il centro del campo per controllare palla e condurre. Alessio Curcio rappresenta un buon esempio di ala zemaniana: abbastanza largo di spalle e forte sulle gambe.
Le ali devono saper alternare movimenti incontro e tagli: l’ala del lato debole, in particolare, dev’essere sempre disposta a scattare senza palla alle spalle della difesa, sfruttando il movimento della punta che viene incontro e attira il centrale. L’attaccante del Foggia è Alexis Ferrante, che in settimana ha dichiarato di essere stato vicinissimo al Catanzaro in estate. Ferrante ha già segnato 9 gol e sembra aver assimilato bene i movimenti di Zeman per come appoggia la manovra e per come si muove in area.
Catanzaro-Foggia, per motivi tattici, ma anche per le storie dietro i due allenatori, avrebbe meritato di certo un orario migliore rispetto a mezzogiorno. Di contro, se c’è un avversario che può attrarre pubblico anche in un orario scomodo, quello è proprio la squadra di Zeman.