Era dal 14 febbraio (1-2 a Torre del Greco contro il Vico Equense), che il Catanzaro di Auteri non riusciva a vincere in trasferta. Ieri, di colpo, un importante segnale, soprattutto per i tifosi dopo i fatti di venerdì. Con la sesta vittoria in trasferta i ragazzi giallorossi, oltre che tenere a debita distanza la Cisco, continuano l’inseguimento alle vespe stabiesi che non possono ancora festeggiare il ritorno in Prima Divisione.
La vittoria al “Simone Veneziani” è importantissima per certi aspetti che solo i tifosi del Catanzaro conoscono. Una risposta sul campo ad alcune accuse di scarsa professionalità cui un ambiente sempre più esasperato ogni tanto si lascia andare. Una vittoria che ricorda quella di quattro mesi fa, in casa contro il Cassino. Anche in quei giorni i problemi erano simili e con lo stesso comune denominatore: una società latitante sotto l’aspetto economico.
Dopo la “denuncia” di venerdì, i ragazzi di Auteri erano attesi ad un’esame. Come se non bastassero i 61 punti conquistati sul campo, le 14 vittorie su 15 partite in casa, i 5 successi in trasferta (adesso 6), i 52 gol segnati (ora 53), il gioco spettacolare espresso, i denti stretti troppo spesso per mancanza di ricambi. Tutto questo nonostante gli stipendi percepiti (nel migliore dei casi) a singhiozzo. Una vittoria importante per Auteri, per i ragazzi, per i tifosi. Un successo che è un appello all’ambiente catanzarese che dovrebbe pretendere delle risposte da una società sempre più assente. Non bastano più le rituali e stancanti dichiarazioni di facciata. In questo momento occorrono solo i fatti e bisogna capire se il Catanzaro può avere ancora un futuro, con o senza Aiello. Un compito che spetta solo al maggior azionista, non ai tifosi che sarebbero i primi a gioire se percepissero sicurezza e tranquillità sul versante societario. Lo dimostri Aiello se ne è capace.
Dalle immagini viste nei servizi sul web e in Tv, abbiamo potuto apprezzare come il Catanzaro a Monopoli ha imposto il proprio gioco. Ha creato occasioni, ha anche rischiato e sofferto com’è giusto che sia per una squadra che vuole compiere il salto di categoria. Ha segnato Mosciaro e ne siamo felici perché il Manolo del Crati non attraversava un buon periodo di forma. Ma siamo felici per tutti i ragazzi che quotidianamente agli allenamenti ci mettono l’anima. Auteri ama definirli spesso “veri uomini”. E’ difficile esserlo in certe situazioni. A volte il cuore e la tecnica non bastano, ma loro ce la stanno mettendo tutta. A questi ragazzi deve andare tutto il nostro rispetto, lo abbiamo sempre detto e lo affermiamo di nuovo, convinti.
Possiamo dire che quella di ieri è stata la vittoria della forza e dell’abnegazione. Il mister, nonostante la rosa ristretta a disposizione, ha compiuto anche qualche piccola modifica (un ritorno al passato) lasciando Benincasa in panchina e spostando Corapi sulla sinistra. In altre situazioni la magnifica armata costruita da Pitino e Auteri avrebbe vinto e chiuso il campionato nel mese di gennaio, ma nella situazione attuale e con le evidenti difficoltà della proprietà è un miracolo avere conquistato sessantuno punti (64 sul campo).
Pur sapendo che i probabili play-off sono sempre stati indigesti per i colori giallorossi, i tifosi hanno l’obbligo di crederci e di sostenere questi ragazzi. Perché NOI SIAMO IL CATANZARO, sia esso FC o US. A proposito di FC o US invito tutti a fermare il tempo al 10 luglio 2006. Inutile ricordare ciò che accadde: ci distoglierebbe dai problemi reali e dall’attualità che oggi si chiama FC Catanzaro. Ci sono una Prima Divisione da conquistare e un futuro da garantire a questo fragile FC. Onestamente, delle polemiche non possiamo interessarcene più di tanto: una promozione varrebbe molto di più di un campionato vinto da ripescati in C2 o di due campionati di B con tanti record negativi che non ricordiamo per vergogna.
Forza ragazzi! Vincere a Catanzaro non è come vincere in altre piazze. Un’impresa nella città dei tre colli può avere per voi una valenza non di poco conto. Tutto il resto, compresa la certezza di poter continuare a parlare di calcio nella nostra città sensibilizzando una volta per tutti gli interlocutori giusti, è un nostro dovere morale. Per la fede dei nostri padri.
Aquile per sempre.
SF