Uno spettacolo ripreso e attualizzato in esclusiva per il Politeama di Catanzaro. Enrico Montesano, uno degli ultimi grandi “mattatori” delle scene italiane, torna venerdì 9 aprile (replica sabato 10 aprile) sul sipario catanzarese con “Scorretto e non conforme”, uno straordinario recital di quasi due ore. Lo spettacolo – ideato, scritto e diretto dallo stesso Montesano – è un mix di satira, ricordi, attualità, il tutto visto con gli occhi di un grande artista.
“Torno volentieri, dopo alcuni anni, al Politeama di Catanzaro”, ha detto Montesano, raggiunto telefonicamente durante le prove, “Ho un bellissimo ricordo dell’affetto e del calore del pubblico calabrese”.
In scena, assieme al “mattatore”, ci saranno tre cantanti, un gruppo jazzistico (la “Non conforming jazz band”, l’ha ribattezzata Montesano), due attrici-ballerine.
Lo spettacolo, come detto, è stato presentato lo scorso inverno al Gran Teatro di Roma per due sole serate, ottenendo, come era ovvio, un doppio tutto esaurito. Poi l’attore ha dovuto dedicarsi alla lavorazione di “ Un sogno di famiglia”, accantonando per qualche mese il riuscitissimo recital che ora riprende in esclusiva per il pubblico calabrese.
Ci sarà spazio per i ricordi, per i personaggi e le musiche del passato (con un’incursione tra le indimenticabili canzoni di “Rugantino”), per la satira politica, per una garbata accusa alla televisione che, come dice Montesano, “atrofizza il cervello”.
“Ci sarà il mio meglio – spiega al telefono il “mattatore” – ma anche il mio peggio”. Si canterà e si ballerà, ma ci sarà anche tempo per riflettere sui mali del sistema che – sono sempre parole di Montesano – “ci porta ansia, paure e angosce”.
“È permesso” è la frase che l’attore pronuncia entrando in scena. Chiede “è permesso…?” non solo per iniziare, ma anche per essere libero di dire qualcosa che va oltre il politicamente corretto.
”Diciamoci la verità: quanto è noioso il politicamente corretto..! – afferma Montesano – E proprio per combattere questa insopportabile noia che cercheremo di uscire dalla gabbia del politicamente corretto con irriverenza, allontanandoci il più possibile da perbenismo e ipocrisia e… scusate l’espressione ora di moda… dal buonismo imperante! Faremo di tutto per dare uno spettacolo il più possibile scorretto e non conforme… oggi per seguire l’onda potremmo dire… antispettacolo…
Al buonismo noi preferiamo il cattivismo!
“Noi – aggiunge – abbiamo provato ad essere cattivi. Non è facile! Ci siamo cimentati… ricordandoci come eravamo da ragazzini… quando ci dicevano che eravamo “cattivi”, ricordandoci quando a scuola saltava una lezione…ed in quell’ora d’inaspettata ricreazione assumevamo comportamenti non conformi, ci prendevamo delle libertà!.. In quest’opera di recupero del sano cattivismo abbiamo bisogno di complicità… chiediamo la collaborazione del pubblico, cercheremo di tirarlo in palcoscenico, di coinvolgerlo e di darci finalmente un po’ di sano, sacrosanto, onesto peggio di sé. Nel finale… vanificando tutto questo… in un rigurgito di correttezza, ci siamo un po’ vergognati ed abbiamo pensato di offrire al pubblico la possibilità di una scelta tra tre finali. Una triplice proposta. Una cattivissima, una cattivella ed una schifosamente ottimista, da risultare sottilmente perfida. Comunque, come diciamo noi comici al congedo: ”Volemose bene!”