Sei anni di reclusione è la pena inflitta oggi a Giuseppe Valenti dal tribunale collegiale di Catanzaro che lo ha riconosciuto colpevole di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale ai danni di una giovane donna extracomunitaria. I fatti al centro del processo risalgono al periodo compreso tra l’estate del 2000 e maggio del 2001, quando Giuseppe Valenti, cinquantatre anni, nato a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, ma domiciliato a Simeri Crichi, centro alle porte del capoluogo regionale, avrebbe contribuito a consentire la permanenza illegale sul territorio dello Stato delle cittadine P. M. e L. I., che erano sprovviste del permesso di soggiorno, fornendo loro il necessario supporto logistico, ed inoltre di aver svolto attività di intermediatore di manodopera, per avviarle al lavoro. Dall’inizio di luglio fino al venti agosto del 2000, poi, sempre secondo i capi d’imputazione ascritti dal pubblico ministero, l’uomo avrebbe violentato più volte P. M., a Simeri Crichi, costringendola con la violenza ad avere rapporti sessuali con lui ed approfittando, in particolare, del fatto che la donna era completamente sola, non parlava quasi affatto l’italiano e non aveva nessuno che lei conoscesse ed a cui potesse rivolgersi. Sulla base di queste accuse, formulate a seguito delle indagini condotte dai poliziotti della Squadra mobile della Questura di Catanzaro, il cinquantatreenne è stato rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro il venticinque settembre del 2007, e nella giornata di ieri condannato dal tribunale penale di Catanzaro (presidente Antonio Battaglia, a latere Adriana Pezzo e Giovanna Mastroianni), come richiesto dal pubblico ministero Carlo Villani. L’uomo dovrà così scontare sei anni di reclusione per violenza sessuale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
gds