I giallorossi conquistano il bottino pieno e sconfiggono la Virtus Francavilla grazie alle parate di Di Gennaro e ad una buona – ma non sempre perfetta – fase difensiva. In attacco la squadra di casa si è resa poco pericolosa, calciando due volte verso la porta di Costa e segnando solo su rigore. Da evidenziare invece la resilienza dei giocatori giallorossi dopo l’espulsione di Risolo. I ragazzi di Calabro non hanno subito il contraccolpo e sono riusciti a mantenere la porta inviolata fino alla fine. Dall’altra parte la Virtus Francavilla è scesa in campo con una buona organizzazione di gioco ma ha dimostrato evidenti limiti tecnici.
I sistemi di gioco
Catanzaro
In fase di non possesso palla: 1-5-2-1-2
In fase di possesso palla: 1-3-2-4-1
Virtus Francavilla
In fase di non possesso palla: 1-5-3-2
In fase di possesso palla: 1-3-5-2
Gli interpreti
La porta è stata difesa da Di Gennaro. I tre difensori centrali sono stati Riccardi (sul centro-destra), Fazio (centrale) e capitan Martinelli (sul centro-sinistra). Sugli esterni Garufo sulla fascia destra e Contessa su quella sinistra. Il centrocampo è stato presidiato da Verna e Risolo. Il rientrante Carlini posizionato sulla trequarti e in avanti Di Massimo e Curiale.
La fase di possesso
Il Catanzaro di mister Calabro è una squadra che costruisce bene dal basso e nonostante qualche rara sbavatura, lo ha dimostrato anche contro i pugliesi. La costruzione è stata affidata al portiere Di Gennaro, ai tre difensori e ai due centrocampisti centrali. L’obiettivo è sempre stato quello di creare la “palla aperta” per uno dei centrocampisti o in alternativa per uno dei due difensori laterali. Una volta superata la prima pressione avversaria, i giallorossi conquistavano campo con le avanzate in ampiezza dei due esterni che raggiungevano la linea di Di Massimo e Carlini.
Gli ospiti hanno creato molta densità in zona centrale con la presenza di sei uomini che componevano due linee da tre compatte e vicine fra loro. Di conseguenza lo sviluppo del gioco, spesso interrotto dai falli commessi dagli avversari, avveniva per vie esterne con il supporto di Garufo e Contessa. In molti casi i due laterali sono stati lasciati soli nell’affrontare il diretto avversario in uno contro uno e il Catanzaro ha avuto il demerito di creare poche situazioni di superiorità numerica sulle fasce.
Carlini e Di Massimo hanno avuto poco spazio per ricevere palla sui piedi dietro le spalle di Curiale. In tali situazioni di gioco uno dei due avrebbe dovuto abbassarsi maggiormente verso i compagni in possesso di palla. Tale movimento gli avrebbe consentito di liberarsi dalla fitta marcatura che Trocini ha predisposto nei loro confronti o comunque di togliere avversari dalla gabbia e di pulire la zona di rifinitura per gli inserimenti di altri compagni. Non è un caso se l’azione che ha portato al calcio di rigore nasce da un inserimento di Verna abile a rifinire per il taglio in profondità di Curiale.
Il Catanzaro in fase offensiva ha creato pochi pericoli e i soli due tiri calciati verso la porta di Costa rappresentano un dato oggettivo sul peso e la qualità degli attacchi della squadra di Calabro.
La fase di non possesso
Nelle situazioni di prima pressione il Catanzaro si è dimostrato come al solito molto organizzato e aggressivo. Carlini si posizionava al centro di una linea da tre con ai lati Di Massimo e Curiale per aggredire i tre difensori centrali della Virtus Francavilla. Tuttavia gli ospiti non hanno mai voluto correre rischi e hanno rinunciato totalmente alla costruzione dal basso prediligendo quella diretta con rinvio del portiere.
Nei casi in cui la Virtus riusciva a conquistare campo, i padroni di casa difendevano con almeno sette uomini, ossia i cinque di difesa e i due di centrocampo ma non sempre i difendenti sono riusciti a stringere gli spazi efficacemente e ciò ha permesso alla squadra di mister Trocini di creare pericoli che, fortunatamente per le aquile, non hanno portato al gol del pareggio grazie ai limiti tecnici dei giocatori pugliesi e agli ottimi interventi di Di Gennaro.
Buona la lettura della gara da parte di mister Calabro che nel secondo tempo è passato ad un centrocampo a tre per garantire maggiore copertura e consentire alla squadra di gestire il vantaggio nonostante l’inferiorità numerica.
Le transizioni
Appena recuperato il pallone, la tendenza del Catanzaro è stata quella di sviluppare azioni ragionate dando tempo agli uomini senza palla di occupare spazi offensivi fornendo soluzioni ai possessori. Ovviamente ciò favoriva la ricomposizione delle linee di attesa avversarie e non permetteva di coglierle impreparate.
Perso il possesso palla, il primo obiettivo delle aquile è stato quello di aggredire l’avversario per riconquistare il pallone. Nelle situazioni in cui la Virtus è stata abile ad eludere l’aggressione, i giallorossi non hanno sempre coperto bene gli spazi.
Cos’ha funzionato?
Buona la fase difensiva e ottima la reazione avuta dopo l’espulsione di Risolo. Il Catanzaro è una squadra che ha carattere.
Cosa non ha funzionato?
La fase offensiva ha dimostrato ancora una volta dei limiti nel creare azioni pericolose e la squadra ha calciato solo due volte verso la porta avversaria. Gli esterni, pur non avendo grandi abilità per vincere l’uno contro uno, sono stati lasciati soli contro i diretti avversari. Inoltre la profondità è stata cercata una sola volta, precisamente nell’azione che ha portato al rigore. Nel complesso è stato creato poco ma per fortuna è bastato.
Giovanbattista Romeo