Come il Catanzaro, anche la Vibonese non vive di certo il miglior periodo della sua stagione. La squadra di Galfano, infatti, non vince una partita da più di due mesi. Era il 2 dicembre e i rossoblù avevano sconfitto la Casertana in trasferta per 2-0. Una prestazione convincente, in un momento piuttosto positivo per la stagione di Vitiello e compagni. La settimana prima infatti, i calabresi avevano quasi strappato un pari alla Ternana, che era riuscita a espugnare il “Luigi Razza” solo nei secondi finali della partita.
Nel calcio però basta poco per sovvertire le prospettive, e così la Vibonese si ritrova ora a soli due punti dalla zona playout, in una classifica così corta che comunque non preclude ai rossoblù il sogno di un posto ai playoff. Il rendimento e i numeri – 25 gol subiti e 23 segnati, uno in meno del Catanzaro – lasciano ipotizzare che la squadra di Galfano continuerà a galleggiare a metà classifica.
Per provare a invertire la rotta, in questo inverno l’allenatore ha provato a cambiare modulo. Si è passati da un 4-3-3 che provava a sviluppare soprattutto attraverso il gioco sulle fasce a un 3-5-2 che invece ricerca una manovra più diretta, che magari anche in fase di possesso consenta di tenera qualche uomo in più dietro la linea della palla e quindi di assorbire meglio eventuali ripartenze. Col nuovo assetto infatti c’è una partecipazione meno diffusa agli attacchi, con una ricerca più immediata della verticalizzazione, anche se questo talvolta comporta saltare il centrocampo.
Il problema è che forse, per costruzione, la Vibonese non sembra aver assorbito in maniera spontanea il cambio di registro. Berardi, perfetto per giocare da ala a piede invertito di un 4-3-3, da punta di un 3-5-2 si trova spesso a ricevere di spalle e con l’uomo addosso, quando col sistema precedente la palla gli arrivava già col corpo rivolto in avanti. Leandro Vitiello si trova meglio a scambiare il pallone e a giocare sul corto. Insomma, mutare pelle a stagione in corso non è facile, soprattutto per una squadra che nella sua storia recente, al di là dei diversi allenatori, era abituata ad occupare il campo in un certo modo.
Occhio comunque a sottovalutare la Vibonese, visto che Gandolfo resta un ottimo allenatore se si tratta di impostare una fase offensiva credibile. In particolare, bisogna stare attenti a mantenere le giuste distanze e a non concedere sbocchi facili quando i rossoblù proveranno ad allargare il gioco verso il lato debole, alla ricerca delle corse degli esterni. A proposito, nell’ultima partita, la sconfitta per 2-1 con la Virtus Francavilla, è tornato in campo Statella, che in un 3-5-2 dovrebbe trovare la propria collocazione ideale.
All’andata la Vibonese aveva giocato un derby di buon livello, in una fase in cui forse sembrava avere più certezze del Catanzaro. Un girone dopo, per quanto anche i giallorossi non vivano il proprio miglior momento, la Vibonese si trova in una posizione molto meno comoda: «Il responsabile sono io ed è giusto che sia proprio io a far uscire la squadra da questa situazione. […]Bisogna ritrovare già a partire da domenica quello spirito garibaldino che avevamo fino a qualche mese addietro», ha detto la settimana scorsa Galfano, facendo riferimento proprio a quel periodo della stagione. Quello di domani potrebbe essere il derby della paura, oppure, visto che davanti c’è ancora metà stagione e che la classifica è cortissima, il derby della speranza.
Le poche vittorie sono un problema comune per Catanzaro e Vibonese, ma un pareggio al “Ceravolo” avrebbe comunque un peso diverso per i rossoblù. Vedremo chi dei due contendenti reggerà meglio la pressione di questi ultimi giorni.