Al termine della gara di Pagani si può serenamente affermare che il Catanzaro non sia proprio sceso in campo.
La sconfitta contro la squadra campana, che non vinceva in casa da quasi un anno, è la conseguenza di una prestazione insufficiente che ha interessato principalmente l’aspetto mentale.
Per questa ragione, più che un’analisi dei profili tecnico-tattici, questo pezzo proverà a scavare in profondità per mettere in evidenza i motivi della sconfitta maturata contro gli azzurostellati.
Il ragionamento principale tocca l’ambito psicologico di una squadra che ha dimostrato di non avere affatto avuto la giusta tensione agonistica per affrontare una gara di campionato.
Le considerazioni di natura tattica o fisica, vengono in secondo piano quando la testa non è in grado di concentrarsi per la prestazione individuale e l’obiettivo finale.
Ricercare le motivazioni del perché ciò sia accaduto non è compito semplice giacché il contesto è legato alla carenza di stimoli e motivazioni, da individuare solo in ipotesi non collegabili a fattori tecnici.
È come se il Catanzaro avesse staccato la spina che lo lega alla partita, entrando così in uno stato confusionale generale con errori tecnici e carenze dinamiche sul versante fisico.
Senza avere la certezza di rispondere in modo esatto alla domanda del perché ciò sia accaduto, ma provando a sollevare delle considerazioni più o meno condivisibili, è necessario partire da un dato oggettivo: non è la prima volta che tale situazione accade durante la stagione.
La formazione giallorossa ha già avuto questo black-out mentale nella partita di Terni, ed in quell’occasione si determinò una pesantissima sconfitta.
Le spiegazioni che si provarono ad illustrare riguardarono la possibile mancanza di assetto definitivo in un gruppo che non aveva ancora acquisito un equilibrio tattico costante con delle provvisorie valutazioni sulle prestazioni del singolo calciatore.
La situazione ha determinato uno scompenso mentale che, al cospetto della formazione umbra nettamente superiore nell’organico, ne ha conseguentemente compromesso prestazione, partita e punteggio di gol finale.
La gara contro la Paganese ha ricalcato in modo impressionante quella di Terni, con tantissime analogie nei contenuti e che potrebbero agganciarsi ad un filo conduttore comune.
La sconfitta contro i campani, infatti, si verifica all’indomani della chiusura di un momento importantissimo per la stagione del Catanzaro: il mercato di riparazione.
Come ampiamente analizzato nell’analisi delle operazioni in entrata e in uscita, la squadra giallorossa è stata molto attiva sul mercato, ha colmato delle evidenti lacune tecniche facendo arrivare nuovi calciatori effettuando una valutazione complessiva dell’organico a disposizione.
La coincidenza magari rimane tale, ma deve essere saputa leggere alla luce proprio della totale mancanza di tensione agonistica messa in campo a Pagani.
Al netto delle banali considerazioni secondo cui è sempre possibile acquistare un giocatore più forte di quello in organico, a patto che si abbiano i capitali da investire e gli obiettivi da raggiungere, il problema vero è capire se questo filo conduttore (oggettivo- rappresentato dai momenti di valutazione tecnica del singolo o del gruppo) sia in grado di generare lo scompenso mentale.
A questo punto entra in gioco il ruolo del responsabile tecnico della squadra, il mister, cioè colui che ha il compito di effettuare proprio tali valutazioni.
Il mister del Catanzaro, fin dal primo giorno del suo insediamento, ha dato la netta sensazione di lavorare avendo l’assoluto e totale dominio delle scelte, avallate e condivise dall’intera area tecnica della società.
Alcune indicazioni osservate durante il corso della stagione sono da attribuire esclusivamente al mister che, seguendo un percorso di simbiosi con la società, si è potuto esprimere liberamente mettendo in campo questo o quel calciatore funzionale alla formazione progressiva del suo modo di giocare.
E non bisogna dimenticare come, a fronte dell’obiettivo dichiarato dei play-off di inizio stagione, la formazione giallorossa attualmente è perfettamente collocata in tale ambito, circostanza, questa, attribuibile anche inevitabilmente ai meriti del mister.
Ciò, tuttavia, non toglie la considerazione che in determinate partite si sono raccolti punti magari in situazioni fortunose, oppure che la squadra non abbia bisogno e non si possa, anzi non si debba, migliorare le prestazioni.
Tutte riflessioni che possono apparire a prima vista contorte, ma che invece si collocano nell’inevitabile percorso di un campionato in cui vi è:
a) una società che ha strutturato la sua programmazione tenendo presente il risanamento di alcuni contratti eccessivamente onerosi, e non profondendo investimenti eccessivi;
b) Un obiettivo dichiarato che è quello dei play-off al momento raggiunto, o possibilmente raggiungibile;
c) Un mister, forse da tempo, mai così fortemente voluto ed incastonato nella stima dell’area tecnica societaria, totalmente libero di esprimersi nelle valutazioni dei singoli (vedi continue rotazioni sull’undici titolare o sui cambi in corsa);
d) Un organico di buoni e validi calciatori – tutti dotati di discreto curriculum di categoria- fatto in ritardo, ma sempre rigidamente concordato tra tutte le componenti societarie e tecniche;
e) Un mercato di riparazione che, in linea con quanto sopra esposto, si presume sia stato altrettanto concordato con il mister, in una dimensione che comunque non consente a nessuna squadra di poter risolvere tutto ad un tratto le difficoltà avvertite durante la stagione, ma che si pone in un’evidente ottica di rafforzamento.
La ricognizione sopra esposta è talmente logica che ha trovato già un riscontro alla sua possibile veridicità.
Quando il Catanzaro ha offerto quella bruttissima prestazione contro il Palermo facendosi raggiungere in superiorità numerica, in sala stampa, a ragionare sulle cause della pessima figura è andata la società nella persona del dg Foresti, giustamente preservando il mister da un momento di forte tensione critica, facendolo lavorare con tranquillità per trovare i correttivi migliori.
Finalmente, si è detto, ognuno svolge il suo compito nell’interesse comune di risolvere i problemi che fisiologicamente possono accadere durante il corso della stagione.
Il post partita della Paganese, invece, è stato diverso ed ha offerto nuovi spunti di riflessione.
Il mister ha detto due cose fondamentali sull’aspetto mentale e su quello tecnico-tattico:
1) “ oggi l’approccio non è stato sbagliato, l’approccio c’è stato perché abbiamo iniziato anche bene facendo cose buone non sfruttate per tanti errori tecnici sull’approccio non penso che posso rimproverare qualcosa a loro”;
2) “….sicuramente non siamo andati in difficoltà perché lui ha giocato a destra o lui non era centrale, siamo andati in difficoltà per altre situazioni…..a livello di qualità abbiamo fatto tanti errori da parte di tutti non so qual è il motivo, il campo non penso, quando magari mancano Corapi e Carlini manca un po’ di qualità, a livello tattico la squadra si è espressa come avevo chiesto non è stata una sofferenza tattica ma sono stati errori singoli ed individuali che quando sbagli poi paghi”.
Il punto non è condividere o meno quanto detto dal mister, ognuno ha le sue idee e le esprime sempre nel massimo rispetto della persona, ma interrogarsi sul perché non sia intervenuta la società (visto il precedente analogo) e, cosa altrettanto interessante, perché il mister non abbia caratterizzato la sua analisi (giusta o sbagliata che sia) più sull’aspetto mentale rispetto a quello tecnico-tattico.
Mentre nel secondo caso si tratta di un semplice punto di vista assolutamente rispettabile, ma del tutto opinabile vista l’evidenza della carenza di tensione da parte della squadra durante la partita (con riflessi anche sulla corretta preparazione pre-partita), per la prima domanda verrebbe spontaneo pensare ad un logico, e coerente, intervento proprio della società per spiegare la situazione.
Nel calcio, è noto, come gli allenatori siano sottoposti al vaglio dei risultati, ma anche degli obiettivi che si intendono raggiungere dopo che si sono prefissati ad inizio stagione.
Ed è altrettanto noto come durante l’ultima gestione societaria siano cambiati forse troppi allenatori senza purtroppo arrecare alcun profitto concreto.
Non siamo dinanzi ad una scienza esatta, dove esiste una verità assoluta. Il calcio è un gioco e come tale soffre di variabili indefinite sugli imprevedibili sviluppi, tuttavia ciò che garantisce la minore possibilità di commettere errori (o di ricadere sempre sugli stessi) è la presenza di idonea programmazione ad inizio stagione, e di logica coerenza durante lo svolgimento della stessa.
Così parlo Zarathustra.
Analisi più che corretta, speriamo infine che qualche “cosa di buono” RICADRA’ sull’andamento della squadra.
Qui purtroppo parliamo di una nullità assoluta. Abbiamo visto una serie di partite. In nessuna di queste si scorge una parvenza di gioco organizzato, se non a sprazzi e per il genio di qualcuno dei giocatori. Pare dunque che la Società voglia ostinarsi con questo imbecille. Bene, vuol dire che ne pagheremo, come ogni anno, le conseguenze.
Aldilà di tutte la analisi che si possono fare sarebbe utile che la società spiegasse prima lo scarso utilizzo di Evan’s (unico calciatore in grado di superare l’uomo) e poi addirittura la sua partenza verso altri lidi senza battere ciglio anzi prendendo Porcino elemento fotocopia di Contessa. E poi la telenovela “Volpe” …per 2 mesi a dirci che si fosse mosso da Frosinone sarebbe venuto a Catanzaro e invece va a Catania. Bruttissimi segnali
Rescissione consensuale prima della partita con la vibonese per calabro dg ds casoli baldassin martinelli di massimo garufo e tutta quella nuova accozzaglia di giocatori che facevano tribuna nelle loro squadre di provenienza. Ieri avevano tutti il muso lungo poverini, che gli è passato subito quando la società gli ha offetro vacanze gratis a tutti. Che bella società la nostra ha un cuore da libro cuore. Dopo la partita di domenica la società ha prenotato per una lunga crociera così li renderà felici fino alla fine del campionato. Paliacci in che stato ci avete ridotto la nostra
PULCE credimi quando tu e/o altri dicono di dar via alcuni calciatori e con loro l’allenatore (anche se può essere giusto)mi vengono i brividi. Perchè poi diventano tutti campioni e ci fanno sempre un culo quando ce li troviamo contro, e di esempi ne abbiamo tanti
Corner, allora c’è qualche cosa in seno alla società che non va bene. Prima di tutto l’allenatore che non sa dove utilizzarli, secondo tutti sanno che venendo a CZ avranno lo stipendio garantito facendo atto di presenza, sena che nessuno batti ciglio. Nelle altre società credo che lo stpendio se lo devono sudare, qui gli è tutto dovuto.
ragazzi dell’analisi che sembra giusta però, bisogna far ricordare che, non è da oggi – o pagani – che la squadra si esprime male o non gioca è da inozio campionato che fa schifo quindi, a mio avviso. bisognerebbe che la società si facesse sentire – vedi il ritiro che fecero – un cordiale saluto a tutti gli amici giallorossi sperando che , questa insufficienza di gioco e di risultati finisca e che noi tifosi amareggiati per quanto sopra scritto abbiamo finalmente un pò di serenità avendo risultati positivi