Dopo il tonfo di Pagani, il progetto tecnico targato Foresti-Cerri-Calabro si è ufficialmente infilato in un nuovo periodo di crisi. All’indomani del pari casalingo contro il Palermo ridotto in nove uomini, un Foresti furibondo decise di mandare la squadra in ritiro. Stavolta la sconfitta ha nuovamente spinto la dirigenza a scegliere il ritiro come soluzione tampone.
Nel mentre sono arrivate buone vittorie ma anche alcuni pareggi deludenti. Prestazioni altalenanti accomunate da un’espressione di gioco spesso inconcludente. Il Catanzaro non ha ancora una chiara impronta e ultimamente i giallorossi in campo sembrano avere anche meno voglia di quel che sarebbe lecito attendersi.
La finestra di calciomercato invernale ha fatto registrare un elevato numero di operazioni sia in entrata che in uscita, raccogliendo timidi consensi legati perlopiù alle cessioni di chi aveva contribuito davvero poco alla causa giallorossa.
Ancora nessuno dei protagonisti ne ha fatto le spese, ma la piazza chiede a gran voce la testa di Calabro. E c’è poco da meravigliarsi se il principale indiziato sia il mister. Di solito si comincia con l’allenatore e con qualche giocatore per poi risalire la china fino ai vertici societari.
Siamo già a questo punto? Probabilmente sì. Fa parte del gioco e non se ne può fare una colpa ai tifosi che pur non potendo assieparsi sugli spalti, continuano a seguire i giallorossi con passione e speranza.
La squadra non sarà la più forte di tutte, ma in fondo è una buona squadra. L’allenatore non sarà un drago, ma non è nemmeno un principiante. Lo staff dirigenziale non avrà le stellette sul petto, ma ha comunque dimostrato di saper fare il proprio lavoro.
E allora cosa c’è che non va?
Il problema del Catanzaro è la mancanza del bel gioco? Calabro non è capace di far esprimere la squadra al massimo del suo potenziale? I giocatori sono sopravalutati? C’è di mezzo un’alchimia farlocca fra il credo del mister e le capacità tecniche dei calciatori?
Sono veramente tante le domande e quasi sempre la soluzione inizia dal cambio dell’allenatore. E se fra qualche mese questo non bastasse allora sarà il turno di qualche elemento in rosa e a seguire del direttore sportivo. È il solito refrain che fa parte del mondo pallonaro a tutte le latitudini. Niente di nuovo dunque.
Però è anche vero che la tifoseria giallorossa ha una tale esperienza della terza serie che dovrebbe essere naturalmente portata a valutazioni più pacate. E non sempre è così.
Quante volte il cambio allenatore è stato un bene? Quanti allenatori davvero validi sono al momento sulla piazza? Quanti di questi sarebbero capaci di far meglio e in pochissimo tempo?
È già più difficile rispondere a queste domande e tutto ciò dovrebbe dare la misura di quanto sia delicata la decisione di affidare la squadra ad un nuovo tecnico. In società per adesso non se ne parla ufficialmente, ma il sentore è che un ulteriore prolungarsi dell’attuale stato di cose spingerà verso quella direzione.
Probabilmente non è ancora il momento di pesare le ambizioni e i programmi della società con i risultati conseguiti sul campo. Questo bilancio andrà fatto a fine stagione, ma ancora una volta il Catanzaro non è partito con il piede giusto e sarebbe singolare constatare che alla rivoluzione tecnica di agosto ne ha fatto seguito un’altra a febbraio/marzo.
Le rivoluzioni tecniche hanno bisogno di molto tempo per dare i loro frutti e questo lasso di tempo passa anche per dei periodi negativi. Non è quando si vince che ci si dimostra forti, ma al contrario quando le cose non vanno per il verso giusto.
Al di là di tutte le possibili soluzioni che la tifoseria o la dirigenza potranno individuare e mettere in pratica, bisognerà sempre tenere a mente che una squadra di calcio è composta da persone. Un delicato insieme di individualità che può sorprenderci da un momento all’altro, in positivo e in negativo.
I risultati sul campo sono mediamente buoni, le prestazioni invece non sempre all’altezza. Ecco, forse mister Calabro e l’intera rosa farebbero bene a ripartire da qui. Da quanta voglia avranno di rivedere le proprie posizioni e dunque di mettersi in discussione.
E dopo il campo ci sono le ambizioni della società, che pur godendo dell’onda lunga dell’ottimizzazione dei costi, digerita dalla piazza alla luce della pandemia, inizia pian piano ad esporsi al malcontento di chi vede altre realtà scavalcare i giallorossi in classifica.
Anche sotto questo aspetto bisognerà andarci con i piedi di piombo, ben consapevoli che dopo l’anno di transizione e il biennio Auteri-Lo Giudice siamo già al terzo progetto tecnico in appena quattro anni. Un’ennesima rivoluzione tecnica starebbe a significare che si è sbagliato ancora.
Prima di spalancare le porte all’ennesimo anno zero e rinviare di un’altra stagione i non meglio precisati obiettivi della società, sarebbe il caso di mettersi a tavolino e cercare una soluzione di testa e non di pancia.
Probabilmente non basterà una vittoria a mettere tutti d’accordo, ma è sicuramente arrivato il momento di buttare cuore e polmoni oltre l’ostacolo.
In una parola: siate Aquile!
tanto resusciteremo anche la Vibonese….
Ovvio che oggi ci sia Calabro in panchina.
Meno ovvio domani anche se sono sicuro di vincere il derby….ma una scossa va data .
Ormai il mister è in confusione se non è riuscito a creare o trovare una minima soluzione di gioco di squadra ( in attacco modulo speriamo in Dio)a febbraio non credo riuscirà a trovarlo
IO PROVEREI GATTI AL POSTO DI MARTINELLI , DI MARCA ATALANTA PUO’ ESSERE UN ELEMENTO VALIDO .
ma ci sono i nuovi anche come Grillo e Porcino che sono degli un esterni falli giocare cacchio sennò perchè li hai presi ?
IL CATANIA HA PRETESO DI PIAZZA GRATIS E NOI GLI PAGHIAMO PURE LO STIPENDIO PERCHE’ NON HANNO SOLDI . E ALLORA COME MAI HANNO PRESO VOLPE CHE IL FROSINONE NON LO HA DATO A NOI ? SEMBRA UNA BEFFA , A MENO CHE DI MEZZO NON CI SIA LA MAFIA CATANESE . QUALCUNO RIESCE A SPIEGARMI ?
La spiegazione è semplice: Catania ha attualmente un progetto simile a quello della Reggina di due anni fa. In effetti le due odiatissime piazze (e per me quella di Reggio molto più odiosa e corrotta di quella di Catania), hanno in comune due cose: soldi facili e spesso frutto di corruzione e malaffare, ma soprattutto quello che a noi manca: rabbia e passione dei dirigenti. L’ho detto a più riprese. Per quanto io rispetti profondamente la nostra società, l’essere sempre gentiluomini distaccati, soprattutto in Serie C, non paga. Ogni tanto ci vogliono i calci in culo, le urla, le rotture e soprattutto le spinte vere, quelle per esempio che riescono a farti portare Volpe a Catanzaro….e non perché si tratta di Volpe, ma perché portarlo a Catanzaro fa capire che ancora ci credi.
Se non c’era questa pandemia che ha rallentato la vita di tutti noi, vedendo la squadra ed i risultati( stiamo fallendo anche per play off) l’allenatore il dg e il ds i tifosi non li avrebbero fatti più entrare allo stadio. Ci hanno fatto perdere pure la possibilità per un eventuale ripescaggio con la riforma dei campionati. L’unico obbiettivo rimastoci è quello di non fare i ply out. Domani sera vedrete, che la cugina vobonese, saluterà e ringrazierà
Io andrò controcorrente e domani sono consapevole di una prestazione maiuscola dei nostri. Vedremo chi avrà ragione
Allenatore senza una minima idea di gioco.
Solo Grassadonia ( Grassadonia !!!) peggio di lui..