Il Monopoli è stato il caso più virtuoso dell’ultima stagione di Serie C. Nessuna squadra più dei pugliesi ha saputo scalare le gerarchie in un girone così ricco di tradizione come quello meridionale. I gabbiani erano diventati una certezza assoluta prima del lockdown dello scorso marzo, una realtà consolidata ad alti livelli. Merito di una rosa costruita con criterio e, soprattutto, di un artigiano come Scienza che aveva creato un sistema in grado di andare ben oltre la somma dei singoli: il terzo posto con cui avevano chiuso la regular season, a cinquantasei punti, uno in meno del Bari, rappresenta un risultato straordinario visto il maggior talento e le maggiori risorse delle avversarie. Quest’anno però l’incantesimo sembra essere svanito e il Monopoli è tornato, per ora, nella mediocrità piccolo borghese del lato destro della classifica: tredicesimo posto, appena sedici punti e già sette lunghezze di distacco dall’ultimo posto play off. Se l’anno scorso si poteva parlare di scontro diretto, adesso per il Catanzaro la vittoria è d’obbligo, anche per non farsi stringere dall’ansia di dover trovare il gol nei quaranta minuti da recuperare con la Viterbese.
Le partenze eccellenti
Alla guida del Monopoli è rimasto Giuseppe Scienza, che forse a questo punto della sua carriera avrebbe meritato di sedere su una panchina di Serie B. Questa è la quarta stagione di fila per lui – esclusa una breve parentesi tre l’estate e l’autunno del 2019 – da allenatore dei pugliesi. È difficile mantenere intatto il rendimento rimanendo sempre nello stesso ambiente, soprattutto dopo un picco così alto come quello dello scorso anno. Certo, cambiare la rosa, cercare di instillare le proprie idee in giocatori sempre nuovi, in modo che non diventino scontate, può aiutare a rimanere a galla. Ma quest’anno il Monopoli, nonostante numerosi cambi rispetto allo scorso anno, non riesce a trovare la quadra.
Pochi giorni fa è andato via anche Giorno, uno dei cardini del centrocampo di Scienza. Prima di lui, in estate erano già partiti diversi senatori del tecnico di Domodossola. Ad esempio Ciro De Franco, il leader della difesa, incaricato non solo di guidare e coprire le spalle ai compagni, ma anche di far girare il pallone. A centrocampo non c’è più Carriero, oggi all’Avellino, uno dei migliori registi della categoria per qualità di distribuzione e protezione palla. Con lui in Irpinia è andato anche Fella, che ha avuto modo di colpire il Catanzaro con una splendida rovesciata in autunno.
Come gioca il Monopoli
Le partenze di Carriero e Fella, forse, sono state le più dure da digerire per il sistema di Scienza. L’intelaiatura tattica, almeno nelle intenzioni, è rimasta la stessa. Si parte dal 3-5-2, con l’ampiezza data dagli esterni, la profondità dalle mezzali e i movimenti coordinati delle punte. Un sistema di questo tipo, costruito a partire da movimenti codificati, per non ristagnare ha bisogno di variazioni sul tema date dal talento dei singoli. Carriero e Fella si occupavano proprio di questo. Non solo rispettavano lo spartito, ma se serviva sapevano improvvisare a partire dalle proprie doti: Carriero con la gestione della palla, Fella grazie a una velocità e a un’elasticità notevoli.
Starita e Soleri, coppia titolare in attacco, sono due buoni giocatori per la categoria, ma non riescono ad avere un impatto simile. La manovra spesso è lenta, inceppata. I meccanismi risultano più prevedibili. Oggi il Monopoli è il quartultimo attacco del girone C, con appena sedici gol segnati. Dal mercato negli ultimi giorni è arrivato Bunino, poco impiegato al Teramo. Un centravanti corpulento, che potrebbe rappresentato un appoggio più sicuro per le offensive dei gabbiani.
Quasi tutte le big in stagione hanno mandato al tappeto la squadra di Scienza, e questo forse è il segno più evidente del ridimensionamento di una squadra che si era abituata a competere con chiunque. Nelle ultime partite, tra gli altri, sono arrivati un 3-0 dal Palermo, un 4-0 dall’Avellino, un 3-2 dal Foggia e un 2-1 dalla Ternana. Per il Catanzaro non può esserci strada diversa.
Emanuele Mongiardo e Samuele Cardamone
Questo articolo in pratica quasi sancisce che la partita con il monopoli sarà una occasione più unica che rara di “passeggiare” al Veneziani. Evidentemente chi scrive non ha visto, per esempio, Ternana-Monopoli, vinta dalla capolista in modo striminzito dopo che il Monopoli ha sbagliato ben due calci di rigore, cose che succedono raramente e difficilmente si ripetono. MAI sottovalutare l’avversario, chiaramente si può vincere ma massima umiltà e concentrazione.