FOGGIA E’ finita proprio come era cominciata.
Con una sonora contestazione alla società («Basta teatrini, vergogna» recitava uno striscione esposto prima della gara) e un lungo colloquio a porte chiuse tra i tifosi e il patron Giorgio Trinastich. In campo, invece, il Foggia non ce l’ha proprio fatta a reggere il confronto col Catanzaro. Così, mentre la crisi societaria resta drammatica (il club è alle prese con 3 istanze fallimentari, i giocatori attendono gli stipendi), stavolta neanche la squadra è riuscita ad alleviare il momento rossonero.
«Difficile dire se questa situazione può aver influito sulla nostra tranquillità â ha spiegato il tecnico Pasquale Marino â , né mi va di cercare alibi a tutti i costi. Posso solo dire che ognuno è responsabile del proprio lavoro e, per quanto ci riguarda, col Catanzaro câè andata decisamente male perché abbiamo perduto».
Marino è deluso soprattutto del risultato, mentre per quanto riguarda il gioco si tiene dentro parecchie cose. A partire dall’infelice approccio alla gara, che in poco più di mezza ora è costato un pasivo di 2 gol: «Certo, questo 3- 1 fa male. Ma non siamo stati mai in balia dei nostri avversari, che a loro volta sono stati bravi a sfruttare le loro occasioni. Rispetto a noi potevano giocare anche di rimessa e ne hanno approfittato. Da parte nostra, subire due reti a seguito di altrettante rimesse laterali, con la difesa schierata, significa aver commesso degli errori. Ma è anche vero che nella ripresa abbiamo reagito ma siamo stati poco fortunati».
Realista il play Lillo Catalano: «Loro hanno giocato meglio di noi, perciò alla fine il risultato è giusto. Forse avremmo potuto riaprire la gara all’inizio del secondo tempo, ma non bisogna neanche dare la croce addosso a De Zerbi per il rigore fallito.
La differenza l’ha fatta Corona, un attaccante fortissimo che ha deciso la partita».
Roberto Pellegrini