Non è per fare le lastre al torace delle formiche, neppure si vuole sputare nel piatto dell’unica minestra riscaldata a tempo programmato, ma i circa quattro milioni di euro per il Porto, garantiti dall’assessore regionale all’Agricoltura, ci sembrano, ancorché largamente insufficienti, una buona trovata elettorale.
Il copione è lo stesso. A ogni consultazione elettorale (in Italia se ne svolge una all’anno), la grande incompiuta di Catanzaro, ammasso di inganni e di promesse non mantenute, diventa protagonista e si pone al centro dell’attenzione generale.
Se sono veri questi milioni lo verificheremo presto. Soprattutto quando si tradurranno in appalti realizzativi. Confesso che, fiducioso, mi sarei aspettato che nel calderone del Bilancio regionale, dove si imbarca all’ultimo secondo ogni interesse elettoralistico, ci fosse più spazio per il Porto di Catanzaro. Quel Porto che non ha trovato i benefici di parte di quella centinaia di milioni di euro che, a pioggia, dall’Europa sono arrivati alla nostra regione. Quel Porto che per essere completato ha bisogno di cifre assai più considerevoli. Ma, come si dice anche dalle nostre parti, a caval donato non si guarda in bocca. Allora, perché polemizzare, mi domanderebbe qualcuno, con le carte in mano? Non polemizzo. Soltanto puntualizzo e apro gli occhi in attesa di vederli guardare cose più concrete che le parole alla vigilia di una già accesa campagna elettorale”.
