Il pareggio in 11 contro 9 di mercoledì contro il Palermo al “Ceravolo” ha lasciato sicuramente degli strascichi nella rosa giallorossa. Le parole del direttore Foresti nel post gara sono state durissime nei confronti di una squadra che non è riuscita a mettere al sicuro una partita semplice da archiviare per come si era messa. Si è scelto il ritiro per cercare di salvare il salvabile in vista della sfida ad una delle squadre più complicate del girone: l’Avellino di mister Piero Braglia.
Inevitabile il momento nostalgia quando Braglia incrocia la strada del Catanzaro. L’allenatore toscano, alla guida delle aquile conquistò la storica promozione in Serie B del 2003-2004, arrivata all’ultima giornata grazie alla vittoria sul Chieti. La giornata di Ascoli è e resterà un ricordo indelebile nella mente di tutti i tifosi giallorossi.
Lo score di Braglia da avversario è di 1 vittoria, 1 pareggio e 2 sconfitte. L’ex tecnico giallorosso arriva a sfidare nuovamente il suo passato alla guida degli irpini imbattuti e potenzialmente in vetta al girone C (3 partite in meno rispetto alla capolista Ternana). I campani arrivano al match di domani dopo l’amaro pareggio contro la Turris che passando dal 2-0 al 2-2 negli ultimi 10 minuti di gara ha fatto perdere due punti che avrebbero ancor più consolidato la posizione avellinese.
I Biancoverdi, indicati da molti come una delle squadre più quotate in questo girone, oltre ad avere a disposizione un’ottima rosa dispongono di una guida esperta in promozioni. Questi elementi posso costituire il mix giusto per costruire qualcosa di importante che potrebbe far tornare l’Avellino ad essere grande.
Alla vigilia il tecnico biancoverde ha parlato in conferenza stampa chiedendo attenzione ai suoi nella sfida contro un avversario ferito: “Troveremo una squadra arrabbiata, che arriva da un ritiro e sarà una partita molto difficile. Mi aspetto che si compattino intorno all’allenatore e che facciano una grande partita. Fino a 2 partite fa erano tra le favorite. Nel calcio ci sta tutto al contrario di tutto, mi aspetto una squadra tosta, motivata, che ha dei valori importanti per la categoria. Noi dalla nostra abbiamo lavorato bene in settimana, stiamo portando avanti quanto di buono stiamo facendo”.
Sulla rosa e la stagione in corso della sua squadra: “Noi non siamo fenomeni, siamo una squadra che sta facendo bene, come media saremmo primi, siamo un gruppo unito, compatto, stiamo bene. Non voglio parlare di altri, io difendo i miei giocatori e affondo con loro se devo affondare. Siamo solo al 70% delle nostre potenzialità”.
Braglia cerca di tenere i piedi per terra nonostante questo Avellino stia entusiasmando per rendimento in questa Serie C. Senza dubbio la partita di domani sarà un crocevia per tutte e due le compagini. Da una parte, quella calabrese, c’è in ballo il futuro della gestione Calabro che deve necessariamente rispondere con una prestazione di livello al momento nerissimo della stagione, dall’altro l’Avellino proverà a difendere il fattore casa per restare in scia delle big del girone in attesa di recuperare le partite mancanti.
ANALISI TECNICO-TATTICA
Per quanto riguarda la formazione, le certezze dovrebbero essere tutte nel corridoio centrale del campo. La colonna vertebrale del 3-5-2 di Braglia vede infatti il terzetto Ciancio, Miceli, Rocchi a difesa della porta di Pane. In mediana sembrano intoccabili Aloi, De Francesco e D’Angelo. Molto passa dai piedi dell’ex Reggina De Francesco, chiamato a dettare i tempi degli attacchi irpini e a gestire la velocità delle transizioni, col compito, se possibile, di giocare in profondità verso le punte. Il duo d’attacco è composto dall’ex Monopoli, Fella e da Riccardo Maniero. Sulla carta una delle coppie più pericolose del girone C, sia per velocità negli spazi che per tecnica.
Nessuno dei due infatti si limita a occupare in maniera statica l’area. Fella è un giocatore dall’animo verticale, di passo svelto (nasce come ala sinistra) che si trova bene in campo lungo e quindi in un contesto di transizioni. Lo scorso anno in Puglia ha segnato diciassette gol in ventotto presenze, secondo solo ad Antenucci in classifica cannonieri. Maniero invece non ha la mobilità del compagno, è una prima punta di formazione ma l’abitudine a giocare in squadre dall’animo associativo (il primo Pescara di Zeman e il secondo Pescara di Oddo) lo ha reso un centravanti abile a relazionarsi coi compagni e, se serve, a muoversi incontro al pallone. A ciò aggiunge una discreta qualità nelle sterzate.
Se la spina dorsale è piuttosto scontata, per carpire le intenzioni di Braglia potrebbe essere utile la scelta dei due tornanti. Le opzioni più offensive sono Rizzo e Adamo, ma in un big match come quello contro la Juve Stabia, un avversario pericoloso dal punto di vista offensivo, l’ex tecnico giallorosso ha optato per due esterni di attitudine difensiva come Tito e Silvestri. La scelta dei laterali quindi potrebbe dipendere da quanto Braglia vuole mantenere basso il baricentro. Le sue squadre comunque non disdegnano difendere nella propria metà campo e fare densità per poi attaccare in transizione. Dovesse essere questo il contesto della partita, Calabro dovrà proporre per forza qualcosa di diverso dalla palla lunga sulle punte.
Foto: www.irpinianews.it
Samuele Cardamone e Emanuele Mongiardo