Il Consiglio Comunale, presieduto da Francesco Passafaro, all’unanimità, su proposta del sindaco On. Rosario Olivo, ha conferito, questa mattina, la cittadinanza onoraria al vicecomandante dell’Arma dei Carabinieri generale Stefano Orlando. Alla presenza delle più importanti cariche civili e militari – tra cui il Comandante Generale dell’Arma, Generale di Corpo D’Armata Leonardo Gallitelli – il Primo cittadino ha consegnato le chiavi della Città al generale Orlando, enunciando all’assemblea quali sono state le motivazioni di questa decisione. Di seguito l’intervento integrale del Sindaco
“Signor Presidente del Consiglio Comunale, Colleghi Consiglieri, Autorità Civili, Religiose e Militari,uno degli impegni principali dell’Amministrazione che guido dal 2006 riguarda la sicurezza dei cittadini, la difesa dei valori della legalità, il contrasto di ogni forma di criminalità e di violenza. Non si tratta di questioni marginali. La vita e il futuro di una Comunità sono strettamente connessi alla capacità di rigettare i fenomeni criminali e di garantire uguali condizioni per tutti, nel pieno rispetto della legge. Senza legalità e sicurezza, tutti i processi virtuosi si inceppano, a cominciare dall’economia e dal lavoro. Come Città Capoluogo della Calabria, regione pesantemente condizionata da fenomeni criminali diffusi e radicati, abbiamo avvertito il dovere morale di porci come riferimento alto, proponendo a tutto il territorio regionale modelli culturali e politici tali da rafforzare la coscienza antimafia. Sappiamo bene che si tratta di una battaglia difficile e delicata. Gli inquietanti fatti di Reggio Calabria e Rosarno, che hanno proiettato nel Paese un’immagine buia della nostra regione, rappresentano un forte ammonimento e dimostrano quali effetti devastanti l’illegalità può produrre. Se non vince la guerra contro le mafie, la Calabria non può sperare di vincere la sfida del progresso e dello sviluppo. La presenza a Reggio del Capo dello Stato, al quale rivolgo un deferente saluto, la stessa riunione del Consiglio dei Ministri – a prescindere dalle valutazioni politiche sul contenuto del pacchetto di provvedimenti adottati – sono elementi di grande valenza perché testimoniano che lo Stato c’è e non intende lasciare alla criminalità la sovranità di un territorio. Una battaglia, dicevo, che deve essere combattuta unitariamente: dallo Stato e quindi dalle Forze dell’ordine; da una magistratura coraggiosa, alla quale riaffermo solidarietà e vicinanza dopo l’inquietante intimidazione di Reggio ; dagli Enti Locali; complessivamente dalla classe politica e dirigente che deve avere la forza di rigettare ogni fenomeno di degenerazione. Le nuove generazioni sono la nostra speranza. Sui giovani bisogna investire per costruire una Calabria migliore: a loro bisogna garantire più opportunità e più sostegno. Il lavoro, l’istruzione, la cultura sono antidoti formidabili alla criminalità. E proprio pensando ai giovani abbiamo ritenuto importante avviare nella nostra Città – accanto a provvedimenti concreti riguardanti la sicurezza – iniziative nei quartieri, nelle scuole, nelle parrocchie, per parlare di legalità e di lotta alla mafia. In questo contesto, allo scopo di indicare ai giovani modelli di riferimento, abbiamo pensato di tributare un riconoscimento solenne alle Forze dell’Ordine che quotidianamente affrontano sul territorio la sfida alla criminalità. E, in questo contesto, abbiamo pensato di invitare una delegazione di giovani catanzaresi: saluto con entusiasmo i ragazzi del liceo classico “Galluppi”, qui presenti con una bella delegazione, e naturalmente i loro docenti e il loro preside. Autorità, quella che sarà votata oggi è la terza Cittadinanza Onoraria conferita dal Comune di Catanzaro in questa legislatura. In precedenza, sono diventati cittadini onorari di Catanzaro grandi personaggi della medicina – come i Premi Nobel Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini – della cultura – come il regista Franco Zeffirelli e lo scrittore Saverio Strati – e delle scienze giuridiche – come il Presidente emerito della Corte Costituzionale Annibale Marini. Oggi si completa quella che qualcuno ha definito la “trilogia” della Legalità e della Sicurezza. Le Cittadinanze Onorarie al Questore Giuseppe Gualtieri, uno dei protagonisti della cattura di Provenzano, e al Generale Francesco Piccinni, hanno rappresentato altrettanti tributi alla Polizia di Stato e alla Guardia di Finanza che celebrava i 200 anni della sua presenza in Calabria. Con grandissima emozione, oggi, proporrò il conferimento della Cittadinanza Onoraria di Catanzaro ad uno dei vertici dell’Arma dei Carabinieri, il Generale di Corpo d’Armata Stefano Orlando, vicecomandante generale. Consentitemi di rivolgere il più caloroso benvenuto al Comandante Generale dell’Arma, Generale di Corpo D’Armata Leonardo Gallitelli, ringraziandolo di cuore per l’alto onore che ci ha riservato, partecipando a questa cerimonia; il suo prestigio e la sua autorevolezza sono una garanzia per il rafforzamento del ruolo insostituibile dei carabinieri come forza armata al servizio del Paese. Un saluto al Signor Ministro della Difesa, dal cui Dicastero l’Arma dei Carabinieri dipende funzionalmente. Un saluto particolare al Generale di Corpo d’Armata Lucio Nobili, comandante interregionale, che ci onora anch’Egli della Sua presenza.
Al Consiglio Comunale di Catanzaro debbo doverosamente rendere le motivazioni di questa proposta. Sono molteplici, ma partirò da una motivazione di natura storica, lasciando per ultima quella di natura umana, per noi molto importante. L’Arma dei Carabinieri, che somma funzioni militari e funzioni di polizia, gode di una vasta popolarità. La sua ramificazione sul territorio, attraverso migliaia di stazioni dislocate nella gran parte dei Comuni italiani, permette di affermare una presenza dello Stato assai vicina ai cittadini. I Carabinieri sono impegnati nelle missioni di pace italiane all’estero, vantano nuclei specializzati nella lotta al terrorismo e alla criminalità, contribuiscono all’affermazione della legalità e al controllo del territorio. Nel calendario storico dell’Arma, è pubblicata una testimonianza di Rita, Nando e Simona Dalla Chiesa, figli dell’indimenticabile generale Carlo Alberto, ucciso dalla mafia. La Città di Catanzaro è particolarmente legata alla famiglia Dalla Chiesa: Simona, già prestigiosa parlamentare e consigliere regionale, ha scelto Catanzaro come sua città di adozione e qui vive da molti anni; la ringrazio di cuore per avere accettato di supportare l’azione del Comune con iniziative nelle scuole e nei quartieri dedicati alla lotta alla mafia; all’onorevole, professor Nando Dalla Chiesa, parlamentare e uomo di governo, illustre intellettuale e scrittore, la Città deve molto, avendo egli contribuito in modo decisivo, nella sua veste di sottosegretario all’università e alla ricerca scientifica, con delega all’alta formazione, all’istituzione a Catanzaro della sezione distaccata del Conservatorio musicale di Vibo Valentia, realizzando così un’antica aspirazione di una città che ha una precisa vocazione culturale. “La cosa più preziosa che ci ha lasciato – scrivono i tre figli del generale Dalla Chiesa – è stato il senso delle Istituzioni, l’idea che lo Stato andasse messo al di sopra di ogni interesse di parte, pure la famiglia, che rivestiva per lui un valore quasi sacrale. E l’idea che in quella parola , Stato, si incontrassero e si fondessero cento altre parole: carabinieri, lealtà, sacrificio, rispetto, generosità, fatica, prudenza, coraggio, amore, severità, magnanimità, forza, sensibilità”. Si spiega così, attraverso questa bella testimonianza, cosa significhi essere carabinieri, l’attaccamento di questi uomini agli Alamari, lo straordinario senso del dovere portato fino all’estremo del sacrificio personale. Eroi semplici e grandi, come Giovanni Battista Scapaccino, Salvo d’Acquisto e, in tempi più recenti, Carlo Alberto Dalla Chiesa, alcuni dei tanti carabinieri caduti nell’adempimento del loro dovere. Essi sono – come ha scritto il comandante generale Gallitelli – “la testimonianza più alta dei valori e della tenace dedizione al bene comune, cui tutti i carabinieri orientano il loro servizio, proiettando orgogliosamente l’Arma verso il Terzo Millennio”. L’Arma guarda al futuro, ma è anche importante non dimenticare il passato. Anche in questo caso, i destini della città di Catanzaro e dell’Arma dei Carabinieri sono intrecciati. La Calabria, entrata a far parte dello Statuto unitario, ebbe il suo primo compartimento dei Carabinieri il 1 luglio 1861: aveva sede a Catanzaro, era denominato Legione 11 ed era costituito anche dalle Divisioni della Calabria Citeriore e della Calabria Ulteriore. Nel 1868, la Legione di Catanzaro incorporò anche la disciolta Legione di Salerno, trovandosi così ad avere competenza anche sulla Basilicata e sulla Campania Meridionale. Soppressa nel 1877, la Legione di Catanzaro venne ripristinata nell’ottobre del 1916. Si tratta, dunque, di un radicamento antico. Il prossimo anno, in coincidenza con le celebrazioni dell’Unità d’Italia, cadrà il 150esimo anniversario della presenza dell’Arma nella città di Catanzaro e in Calabria. In stretta collaborazione con il prestigioso Comandante regionale, il Generale di brigata Marcello Mazzuca, pensiamo di celebrare degnamente questo evento attraverso iniziative congiunte che rievochino la circostanza storica, esaltando la funzione dell’Arma per la sicurezza dei cittadini. Consentitemi, ancora in tema di rievocazioni, di rivolgere un pensiero commosso a due alti ufficiali dei carabinieri che persero la vita nel 1977 in un tragico incidente aereo nel cielo di Girifalco: il Comandante generale dell’Arma, generale Mino, e il Comandante della Legione di Catanzaro, colonnello Friscia. Ma non posso dimenticare l’appuntato Renato Lio, che perse la vita in uno scontro a fuoco in territorio di Satriano nel 1991, né il carabiniere Niccolò Fae che nei giorni scorsi a Lamezia Terme è rimasto ferito da colpi di arma da fuoco esplosi da un pregiudicato e al quale rivolgo i migliori auguri di pronta guarigione.
Autorità, Signori Consiglieri Comunali, come ho detto prima, il conferimento della cittadinanza onoraria al Generale Orlando non è casuale. Ci sono fortissime motivazioni alla base di questa proposta, non ultime quelle di natura umana e personale. Il Generale Orlando ha trascorso un periodo non secondario della sua carriera e della sua vita privata nella nostra Città. Vi giunse nell’ottobre del 1974, appena ventisettenne, con il grado di capitano, chiamato a guidare la Compagnia, incarico che resse ininterrottamente fino al settembre del 1982. Otto anni intensi, caratterizzati da importanti successi professionali ed arricchiti, soprattutto, da un intenso legame che l’allora Capitano Orlando riuscì a stabilire con la cittadinanza, con gli enti locali, con i giornalisti. E proprio a Catanzaro nacque nel 1978 la figlia Giovanna, oggi qui presente accanto al padre, orgogliosa di essere calabrese e catanzarese. E non posso,oggi, non rivolgere un pensiero commosso alla signora Vera che condivise intensamente con il generale Orlando l’esperienza in terra di Calabria e a Catanzaro. Da Catanzaro, forte di una delicata e difficile esperienza sul campo, il futuro vicecomandante generale dell’Arma ha proseguito la sua brillante carriera militare. Il Generale Stefano Orlando è nato a Caronia (Messina) il 6 novembre 1947. Figlio di un appuntato dell’Arma dei Carabinieri, si è laureato in Scienze Politiche ed ha frequentato il 23° Corso dell’Accademia Militare di Modena dal 1966 al 1968. Dal 1970 al 1990 ha comandato la Tenenza di Chatillon, la Compagnia di Catanzaro ed il Gruppo di Bologna, ricoprendo anche incarichi di Stato Maggiore nell’ambito degli Uffici Studi e Logistico del Comando Generale. Dal 1982 al 1986 Orlando ha frequentato il 107° Corso di Stato Maggiore e Superiore di Stato Maggiore. Dal 1990 al 1999 ha assolto delicati incarichi presso la Presidenza della Repubblica, al servizio dei Presidenti Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, a cui rivolgo un deferente saluto. Dal 1999 al 2007, è stato Capo Dipartimento Analisi prima presso il Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica , poi presso il Servizio Informazioni per la Sicurezza Militare. Dal marzo 2007, è stato Vice Direttore Operativo presso il Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica. Dal 28 ottobre 2008 al 14 giugno 2009 ha ricoperto l’incarico di Comandante Interregionale Carabinieri ”Culqualber”, a Messina. Dal 15 giugno scorso, ha assunto la carica di vicecomandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Una carriera importante, frutto di sacrifici e di rinunce, di impegno e di passione, nello stile severo dell’Arma dei carabinieri. Colleghi Consiglieri, Autorità, la figura del Generale Stefano Orlando merita di essere indicata alle nuove generazioni quale fulgido esempio di attaccamento allo Stato e alle Istituzioni. Da oggi, questo ufficiale coraggioso, che ha fatto dell’Arma una scelta di vita, diventa un nostro concittadino. Un riconoscimento che Egli idealmente dividerà con tutti i Carabinieri che, in ogni parte del territorio nazionale, ogni giorno si battono per la legalità, sempre accanto ai cittadini. Tra qualche minuto, dopo il dibattito e la votazione della delibera, avrò l’onore di consegnargli le chiavi della città, inserite in una creazione del Maestro Gerardo Sacco, che ringrazio per la passione con cui ha realizzato l’opera. Ringrazio il Generale Orlando per avere accettato questo riconoscimento, sicuri che porterà sempre nel cuore la Città di Catanzaro, il calore, l’umanità, l’onestà dei Catanzaresi”
I lavori sono stati aperti dal saluto del presidente del consiglio, Francesco Passafaro. Sono seguiti gli interventi del vice presidente della giunta regionale, Domenico Cersosimo, dell’on.le Mario Tassoni, vice presidente della commissione antimafia, del presidente della Provincia e vice presidente del consiglio comunale, Wanda Ferro e dei consiglieri. Alcide Lodari per la maggioranza e Sinibaldo Esposito per l’opposizione.