Questione di equilibrio. Il Catanzaro esce da Vibo Valentia con uno 0-0 con il sapore del punto guadagnato più che dei due persi. Il terzo risultato ad occhiali consecutivo del “Razza” è frutto di una gara che le Aquile hanno ben approcciato ma dalla metà del primo tempo in poi hanno fatto fatica a trovare le misure. L’espulsione di Martinelli (che ci ha capito ben poco della marcatura su Plescia) ad inizio ripresa ha complicato notevolmente l’incontro. L’US non si è scomposto, è riuscito a portare a casa un pari e alla fine con un pizzico di cattiveria in più l’avrebbe potuta addirittura vincere. Probabile anche che i padroni di casa, nel finale, abbiano risentito del terzo incontro disputato in una settimana.
FORZATURA NELL’ASSETTO TATTICO
Dicevamo: questione di equilibrio. Vibonese (nell’allenamento congiunto), Virtus Francavilla, Potenza, Chievo Verona e Paganese sono tutti incontri che mister Calabro ha giocato con un 3-5-1-1 con Carlini dietro l’unica punta (Di Piazza o Curiale). Al di là della ripresa del “Viviani” con uno svantaggio da recuperare, solo con la Paganese nel secondo tempo, si era visto il doppio attaccante mantenuto anche dopo il gol di Verna.
Con il senno del poi, forse, con una gara giocata quattro giorni prima, il tecnico giallorosso avrebbe potuto confermare il 3-5-1-1 in casa di una squadra giovane ed aggressiva e, magari, provare a vincerla nella ripresa con un modulo più offensivo. Il doppio cambio Riccardi-Baldassin per Contessa e Carlini tra il primo ed il secondo tempo risulta più un “mea culpa” del tecnico. L’idea era di mantenere il doppio attaccante ma di inserire più quantità, cosa che con Corapi, Carlini, Curiale e Di Massimo mancava tanto che dal 20’ circa la Vibonese si è presa il centrocampo senza grossi affanni. Il secondo tempo, poi, dal punto di vista tattico non può essere preso in considerazione per l’espulsione di Martinelli che, dimostra, ancora una volta, di non essere a suo agio come centrale in una difesa a tre.
IL PENSIERO DELL’ALLENATORE
D’altra parte il pensiero di mister Calabro è molto chiaro: il Catanzaro deve bruciare le tappe nel processo di conoscenza e divenire squadra nel più breve tempo possibile. L’idea dell’allenatore prevede due attaccanti (uno fisico, l’altro più di movimento) ed un interno di squilibrio, ovvero un calciatore che vada ad inserirsi tra le linee. Nel primo del tempo “Razza” questo compito spettava a Carlini che, però, ha finito con il girare a vuoto, specie perché i giallorossi non tenevano molto palla ed a centrocampo mancava equilibrio. Verna, Corapi e Carlini hanno giocato come trio in mediana soltanto per circa mezz’ora nel secondo tempo con la Paganese.
UNA SETTIMANA PER LAVORARE
Il processo di assimilazione delle idee di Calabro può essere perseguito seriamente questa settimana perché i giallorossi potranno allenarsi per la prima volta tutti insieme senza incontri del mercoledì. Sempre con il senno del poi, si sarebbe potuto lavorare, intensamente da mercoledì (Calabro ha concesso due giorni di riposo ai suoi) sul 3-4-1-2 iniziando ad assimilarlo in vista del triplo impegno in sette giorni Foggia-Casertana-Palermo, senza “forzarlo” troppo in un match come quello di Vibo a distanza di pochi giorni da quello precedente.
Forse uno degli interrogativi che il tecnico si potrebbe trovare di fronte riguarda Corapi e Carlini (35 anni il primo a dicembre, 34 anni il secondo), ovvero se possono coesistere in mediana con le due punte in avanti. Con la Paganese, ad esempio, con il capitano avanzato come interno di squilibrio e l’ex Frosinone come seconda punta, lo schieramento ha funzionato; con la Vibonese, abbassando Carlini si è finito con il perderlo.
Il tempo è dalla parte dell’allenatore che vuole portare avanti il suo modo di calcio e ha gli effettivi a disposizione per metterlo in pratica. Guardando il bicchiere mezzo pieno, quella di ieri, era una gara che un Catanzaro senza carattere avrebbe perso e, invece, poteva addirittura vincere.
“….avrebbe potuto addirittura vincere” mi sembra esagerato, solo per due tiri di “pupa” che Mengoni guardava annoiato. In effetti è invece vero che l’elemento di “squilibrio” è andato meglio con Corapi dietro le punte. Il Mister deve trovare la soluzione migliore. Il carattere c’è sicuramente ma si è palesato nel confronto con la Vibonese l’inferiorità di velocità, gamba e fiato, eppure loro teoricamente dovevano essere più stanchi.