Gli spalti gremiti in ogni ordine di posto bruciavano di ardente passione in attesa dei giocatori che sarebbero entrati in campo dall’ingresso sotto la curva est. A stento si percepiva la voce del vetusto impianto audio con i suoi gracchianti megafoni bianchi.
Terminata la pubblicità, partiva un coro di fischi assordante rivolto alla squadra ospite di cui non ci interessavano i nomi e i numeri di maglia. Poi finalmente toccava ai padroni di casa. Quel crescendo di olè culminava quando lo speaker urlava con il numero 11, Palanca!!!
In un tripudio di bandiere e urla festose, il pubblico rivendicava la propria identità incitando le casacche giallorosse per lo spirito e l’agonismo con cui calcavano il manto erboso del “Comunale”.
I risultati sul campo non erano dettati dalla casualità degli eventi, bensì dalla capacità straordinaria dell’ambiente di stringersi attorno a due colori nell’immane impresa di sovvertire qualsiasi pronostico.
C’eravamo anche noi, soprattutto noi. A novantesimo minuto, nei film, nei telegiornali, nelle prime pagine dei quotidiani e nei magazine sportivi. Si parlava di noi perché noi eravamo il Catanzaro.
Tutto questo accadeva più di trent’anni fa.
Il cambio di rotta
Di quel meraviglioso passato, oggi restano solo macerie, sbiaditi ricordi che fanno breccia nei cuori dei tifosi più attempati lasciando quasi indifferenti le nuove generazioni.
D’altronde, viviamo in un’epoca frenetica dove la comunicazione e il successo mantengono salda la propria egemonia lasciando pochissimo spazio al sapore antico del senso di appartenenza. Il gioco del calcio ha cambiato identità, si è piegato alle regole dello show business.
In questo complicato corollario di regole, succede che se non raggiungi subito la cima sei costretto a rivedere gli investimenti, sei obbligato a modificare il target. In parole povere: bisogna cambiare strategia.
E in effetti, anche la famiglia Noto non è sfuggita alle stringenti regole del calcio moderno. Il Catanzaro ha intrapreso un deciso cambio di rotta che si traduce nella riduzione del budget a disposizione dello staff tecnico e, conseguentemente, nel ridimensionamento dello spessore della rosa.
Una strategia al ribasso che non piace ai tifosi perché la stagione che sta per cominciare, difficilmente vedrà il Catanzaro fra le protagoniste del torneo. Almeno sulla carta, s’intende, pronostici alla mano non siamo certo fra i favoriti.
E in tal senso vorremmo ricordare al presidente che a poco valgono gli esempi virtuosi di altre piazze che hanno sorpreso per i traguardi raggiunti nelle precedenti annate. Né si può pensare di paragonare il campionato appena concluso guardando al terzo posto del Monopoli oppure alle vicissitudini del Potenza.
Chi vuol vincere subito, investe pesantemente nel mercato, gli altri invece costruiscono il proprio mosaico un tassello alla volta confidando nella bontà del lavoro svolto su uno spettro temporale decisamente ampio.
Chiaramente qualcuno azzecca le proprie mosse, altri invece no. C’è chi riesce subito nell’impresa e chi invece impiega anni. Molti di quelli che hanno una strategia a breve periodo fanno una fine ingloriosa, e di contro quelli che confidano nel medio lungo periodo spesso non vedono mai la fine.
Ed è in questo che il tifoso giallorosso oggi resta fortemente deluso. Si è partiti con l’anno di transizione, si è proclamata la B in due anni e oggi mestamente assistiamo a una nuova rivoluzione che teoricamente rimanda il traguardo della cadetteria a data da destinarsi.
Non possiamo fare i presidenti con i soldi degli altri e non abbiamo motivo di contestare la sfavorevole congiuntura economica, parimenti però non possiamo fare a meno di ricordare che i progetti tecnici vanno rinforzati un po’ per volta mantenendo l’ossatura.
Felici di essere smentiti
C’è una dato di fatto sul quale nessuno potrà affermare il contratio: il patrimonio tecnico del Catanzaro è fra i migliori della categoria e lo si sta smantellando dalle sue fondamenta per questioni di budget.
Non si tratta solo di esuberi che con la lista bloccata a 22 farebbero anche comodo. Il vero nodo sta nel taglio degli stipendi proposto ai senatori giallorossi. Un’offerta economica inadeguata che si scontra con le sirene provenienti da altri club, in particolar modo quello barese dove Celiento e De Risio sembrano ormai destinati.
Per non meglio precisate ragioni tattiche (e avremmo tanto da ridire in proposito), anche Tulli sembra ormai destinato a vestire colori diversi da quelli giallorossi, colori nei quali non si riconosce più nemmeno Statella cui era stato garantito un prolungamento di contratto e che invece si allena a parte insieme a Martinelli e Signorini.
Quest’ultimi non sono affatto due brocchi, nossignori! Sono due signor giocatori per la categoria, ma evidentemente non sono all’altezza della super difesa che ha in testa mister Calabro, al quale auguriamo le migliori fortune, ma dal quale vorremmo sapere cosa ne pensa di quella Ferrari che gli hanno fatto vedere il primo giorno che è arrivato e che adesso sta per privarsi dei suoi pezzi migliori.
Il fatto è che la rivoluzione tecnica in atto lascia molti dubbi, sia per le modalità che l’hanno preceduta , sia per i papabili sostituti che approderanno sui tre colli.
È forse il caso di dire “felici di essere smentiti”, ma davvero Cerri sarà in grado di rimpiazzare Celiento, Atanasov, Martinelli e Signorini con altrettanti corazzieri e alla metà del prezzo? Davvero c’è in giro un De Risio bis, cosi legato alla casacca giallorossa? Davvero Tulli non è in grado di garantire profondità nel ruolo di seconda punta come ha già dimostrato in passato in altri club?
Sono dubbi legittimi e tutti ci auguriamo che il DS riesca nell’impresa, ma il punto focale non è quanto sia bravo Cerri, piuttosto quale sia il futuro di una squadra che ad oggi meriterebbe poche correzioni e che invece sta per privarsi dei suoi pezzi migliori.
Le famose contropartite tecniche e/o economiche di cui si parla, saranno davvero in grado di mantenere uno spessore tecnico elevato oppure serviranno solo ad ammorbidire il monte ingaggi? Continueremo a porci questi dubbi fino all’inizio del campionato e finché l’intero staff tecnico non dimostrerà che ha saputo lavorare bene.
Alla luce di quanto detto, in questo delicato momento della stagione, la fiducia della tifoseria è riposta nella capacità del DS Cerri di consegnare a mister Calabro un organico capace di sorprendere. Siamo consapevoli che non sarà affatto semplice, vorremmo però capire se anche il management societario è consapevole del rischio cui va incontro.
L’obiettivo della famiglia Noto
E quale futuro può avere una società il cui presidente dichiara di essere disposto a cedere il 100% delle quote? quell’infelice esternazione è stata mitigata nella seconda conferenza stampa quando un giornalista ha invitato bonariamente il presidente a fare un sorriso.
A quel sorriso tuttavia è seguito l’aut-aut ai giocatori con la proposta del taglio degli stipendi e la conseguente disponibilità al trasferimento. In nome di quale progetto?
Se ci fosse stato davvero un progetto si sarebbe potuto offrire ai giocatori migliori un prolungamento di contratto a cifre più contenute. Se si voleva continuità si poteva lavorare diversamente cercando di far quadrato sull’ossatura principale della squadra.
Ed è anche questo un punto focale: la mancanza di una linea programmatica chiara. A tutti gli effetti ciò che emerge oggi riporta alla memoria ciò che fece il compianto presidente Cosentino al termine della sua esperienza e cioè un deciso contenimento dei costi fino alla cessione di una società sana e senza debiti. La famiglia Noto ha come obiettivo la serie B oppure il disimpegno? Noi poniamo la domanda, chi di dovere magari in cuor suo un giorno risponderà.
Nel mentre, probabilmente ci consoleremo nel vedere Auteri, D’Ursi, Maita, Celiento e De Risio iniziare il campionato con l’entusiasmo alle stelle, ci rammaricheremo nello scoprire che Tulli non era cosi inadeguato al modulo come lo si è voluto far intendere, ci ricorderemo che Martinelli e Signorini sono meglio di tanti altri e via dicendo.
Manderemo giù il solito boccone amaro dei calciatori che rifiutano la piazza per questioni familiari, faremo un po’ di polemica per la scelta di qualche talento che da noi non esplode mai mentre in altre piazze fa scintille e via dicendo.
Ormai va così da troppo tempo. Siamo talmente abituati che nulla ci sorprende più. Questa volta però, presidente, non sia lei a sorprendersi se la piazza esprimerà aspramente le proprie preoccupazioni.
Non si tratta di scarsa riconoscenza, bensì della delusione che segue l’aspettativa. A lei è stata riconosciuta la possibilità di far rinascere la storia calcistica di questa città. Di un’altra comparsa ne avremmo fatto a meno, sempre che non riesca a smentirci dimostrando di aver in mente un obiettivo ambizioso che ad oggi sembra lontano anni luce, o che addirittura non riusciamo a scorgere.
Troppi punti interrogativi
Bisogna riflettere sul fatto che il mercato sia ancora lungo e il campionato deve iniziare.
Per una volta vestiamo i panni del nuovo staff tecnico e non possiamo che cogliere il forte contrasto fra l’entusiasmo di mettersi al lavoro in una nuova realtà e l’umore nero della tifoseria che mal gradisce le voci di mercato.
La nostra non è una piazza semplice e ancor meno lo è il compito di chi è tenuto ad assemblare una squadra di vertice dovendo fare i conti con il budget risicato e alcuni cessioni importanti.
Il Catanzaro avrà bisogno di due portieri, sei difensori, quattro centrocampisti esterni, sei centrocampisti centrali e quattro attraccanti.
La difesa è da rifare completamente, il centrocampo dovrà essere attrezzato con rincalzi importanti, sulle corsie esterne non abbiamo sostituti di qualità nemmeno riadattando quelli in rosa, in attacco teoricamente siamo coperti ma le voci di mercato inducono a ritenere il contrario.
Al momento ci sono troppi punti interrogativi sulla composizione di un organico che fino a ieri necessitava solo di qualche ritocco e che invece si appresta a vivere l’ennesima rivoluzione.
Buona fortuna Catanzaro.
Davide buonasera. Se Statella, Tulli e Martinelli sono così validi come dici, perchè siamo ancora in serie C? Credo che a parte Celiento, per me possono partire tutti.
Caro stefchenko tieni anche presente che i successi di una squadra non dipendono solo dalla rosa dei calciatori, al 50% ALMENO (se non più!!) dipende anche dall’allenatore che può avere anche 20 campioni, ma se poi non riesce a MOTIVARLI AGONISTICAMENTE, li dispone male in campo non sfruttando a pieno le loro caratteristiche tecniche, si fissa su calciatori fuori forma tenendo fuori altri meglio attrezzati, non riesce ad interpretare le partite mantenendo PRESUNTUOSAMENTE sempre lo stesso schema, perchè noi siamo i migliori e dobbiamo sempre comandare il gioco(abbiamo visto i risultati dello sterile possesso di palla !!!), ecc. ecc. In pratica una sintesi dello scorso campionato. Io resto convinto (mi sbaglierò?) che con unaltro allenatore valido e meno presuntuoso avremmo ottenuto migliori risultati. Comunque ho fiducia di Calabro, sperando che Noto non si DISIMPEGNI troppo ( il segnale è molto chiaro). Buona serata.
Fammi capire, tu sei uno di quelli che ancora critica Auteri? ti ricordo che l’inizio storto della scorsa stagione è tutto da attribuire alla società. 4-5 giocatori importanti in scadenza di contratto che il caro Noto faceva stare dulle spine (vedi Maita) e acquisti sbagliati dal caro Logiudice. A me Auteri piace ricordarlo 2 anni fa, col calcio più spettacolare mai visto qui a Catanzaro, e per questo gli sarò per sempre grato. Vi meritate Grassadonia
Ecco appunto due anni fa.
Non sei diciamo molto obiettivo, Auteri per il suo modo di giocare ha bisogno di calciatori tecnicamente superiori alla media, infatti andati via D’Ursi, Fish, Maita per fare due nomi, il suo gioco si è arenato. Come se a Guardiola metti a disposizione la rosa del Brescia, senza offesa per i bresciani. Se sei onesto intellettualmente e se seguissi forse con più attenzione il campionato ti saresti accorto che allenatori meno GRANDI come Modica, Trocini ecc. Con quattro scarcagnati hanno ottenuto risultati migliori in proporzione. Hai capito cosa voglio dire ???
Assolutamente, concordo con te e questo è anche il bello del calcio. Ma credo che Tascone, Quaranta e Risolo non ci averebbero fatto fare il salto di qualità che tutti, mister compreso volevamo. Ad agosto scorso mi sarei tenuto volentieri Ciccone altro che Magni. Se Noto avesse preso i vari Carlini, Tulli e Di Piazza a inizio stagione, a quest’ora stavamo parlando di trasferte a Perugia , Frosinone e Verona..
SONO D’ ACCORDO IN TUTTO CON DAVIDE GRECO . NON GIRIAMOCI ATTORNO : E’ CHIARO IL DISIMPEGNO DELLA PROPRIETA ‘ . E’ ANDATA MALE IN 3 ANNI ED ORA NOTO VUOLE RIENTRARE DELLE PERDITE CAUSA ANCHE COVID . CERCA NUOVI SOCI O MEGLIO UNO CHE ACQUISTI LA SOCIETA’ . DAL SUO PUNTO DI VISTA NON HA TORTO : NON VUOLE RIMETTERCI E NOI TIFOSI NON POSSIAMO FARE LA SQUADRA CON I SOLDI DEGLI ALTRI . A QUESTO PUNTO SE NON ACCADE UN MIRACOLO : UN SULTANO CHE PRENDE LA SQUADRA . VIVREMO , SE CI VA DI LUSSO , TANTI ALTRI ANNI IN QUESTA MALEDETTA SERIE , SEMPRE CHE SI TROVI QUALCUNO DISPOSTO A PAGARE L’ISCRIZIONE . PER NOI COMUNQUE E’ IMPOSSIBILE RASSEGNARCI A TALE MISERO DESTINO .
Vero, Davide ha fatto, come al solito, un’analisi molto precisa. Anche tu storico, anche se un pò pessimistica. La speranza è l’ultima a morire. Forza giallorossi.
CARO CORNER , NOTO E’ STATO CHIARO : VUOLE CEDERE . ANCHE IO PENSO CHE CON UN MISTER MENO PRESUNTUOSO E PIU’ CONCRETO FORSE AL SECONDO ANNO DOPO IL PRIMO DI TRANSIZIONE SAREMMO SALITI . MANCA PERO’ LA CONTROPROVA ,SENZA CITARE I BECCHINI COL FISCHIETTO CHE DA SEMPRE CI AMMAZZANO . LA COSA CHE MI FA PIU ‘ MALE E’ ASSISTERE AL RAFFORZAMENTO DEGLI ALTRI , VEDI BARI , CON I NOSTRI MIGLIORI . MANCA LA DIGNITA’ : DOBBIAMO DARLI PROPRIO A CHI , VEDI AUTERI , NON HA MANTENUTO LE PROMESSE E CI HA MORTIFICATO , GIA’ DA UN ANNO LUI SI ERA MESSO D’ACCORDO COL BARI. UN MINIMO DI ORGOGLIO , CHE DIAMINE .
Si hai ragione sul Bari e Auteri, la dignità conta. Ma c’è anche il Catania che ci sta fregando calciatori intromettendosi puntualmente nelle nostre trattative.
Causa covid? Bisogna vedere, i supermercati non sono tra le imprese colpite
Bla Bla Bla… A parole saremmo campioni d’Europa uscenti.
Rassegnatevi al fatto che i politici li scegliamo noi…
Fate i tifosi non i presidenti, allenatori, DS, DG, GM etc etc etc.
Fate il vostro, null’altro
Gent.mo
GRECO, come al solito le tue osservazioni e deduzioni sono impeccabili.
Nulla da obiettare sulle tue riflessioni, che al momento mettono a nudo le strategie (ammesso che possano definirsi tali) poco lungimiranti di una Società che ha sempre dichiarato che l’organizzazione e la programmazione sono elementi fondamentali per gestire in club di calcio. Al momento, sono deluso ed amareggiato e spero tanto che i fatti possano farmi ricredere. Certo che a ripensare la famosa intervista all’Ing. Floriano –
quando era Presidente Giuseppe Cosentino, che non ha avuto certamente paroli benevoli nei confronti del Presidente (lasciato da solo ) nel modo di gestire la Società – mi lascia perplesso sulle qualità del ns. attuale Presidente. In quella circostanza, superbo e vanitoso. Cosa ha oggi dimostrato questa aiutata Società, diversamente dalla precedente?
Um affettuoso saluto.
Uzuturi
Disamina perfetta… A buon intenditore poche parole…
Questo è l’anno della verità, certo che se Noto ha l’intenzione di smobilitare non lo sta facendo nel modo corretto e rispettoso del Catanzaro.
Aveva molto tempo per vendere prima di vendere per darci la possibilità di giocarcela.
In serie C servono ormai troppi soldi e poi ci sono i becchini con il fischietto, solo un presidente super capace potrebbe riuscire a superare questo inferno, considerate le appena 4 promozioni e i tantissimi fortissimi avversari.
Però non fasciamoci la testa, è vero non abbiamo ancora comprato ma non abbiamo ancora venduto.
FORZA AQUILE ❤️💛
Libero di spendere i propri soldi come gli pare, ma la cosa che fa incazzare è la continua presa in giro dei tifosi con dichiarazioni che lasciano intravvedere la volontà di fare una grande squadra o almeno di lottare per i primi posti quando si stanno muovendo per smantellare per l’ennesima volta una squadra che aveva bisogno di 3/4 giocatori. Costa molto dire la verità? Non ho intenzione di spendere! Punto!
Sono pure io d’accordo sulla disamina del Boss , eccellente , meno sulle valutazioni di alcuni giocatori un po’ sopravalutati , Signorini , Statella , anche gli stessi De risio e Celiento. Vi voglio solo ricordare che il Monopoli quest’anno con perfetti sconosciuti ha dato lezioni di calcio un po’ ovunque . Quindi stiamo calmi e aspettiamo i nuovi eventi , un buon allenatore puo’ fare miracoli.
Se dopo aver venduto D’Ursi, Maita e Fishnaller aggiungiamo Celiento e De Risio, non credo che il bilancio societario sia tanto in dissesto… Abbiamo dato via anche giovanissimi di belle speranze come Celia e in cambio ci siamo presi Nicoletti. E da qui sono volati via senza essere apprezzati Firenze, Mancuso, Prestia, Longo, Marin, Sarao. Tuttavia resto del parere che abbiamo un buon impianto se non smobilitiamo, e che giocatori come i due citati, Kanouté, Urso,Tulli e Di Piazza non tutti li hanno. Calabro ha già capito che Riggio era da tenere. Adesso non ci si innamori di ex giocatori avuti alla propria corte. Si peschi anche in D se necessario giovani con voglia di emergere. L’anno scorso non abbiamo dato opportunità a Calì che a me non era sembrata una cattiva idea, sicuramente meglio dello svogliato Nicastro. Resteranno Pinna e Bayeye , oggetti misteriosi ? Ecco due nomi sui quali non punterei.
Tra un giocatore “famoso” che non suda la maglia (ingaggio alto) è un altro non famoso che suda la maglia (ingaggio adeguato) qual è la scelta giusta secondo voi per un presidente di calcio, specialmente in questo periodo del coronavirus e con gli spalti probabilmente vuoti?
Ottimo articolo… Concordo.
Forza Catanzaro… Sempre
Riscontro una generale ingenuità disarmante, propria dei sudditi. Ecco perché qualcuno ha trovato campo libero finora. Non si tratta di una “congiuntura economica” ma di un chiaro disegno criminale, atto alla definitiva sottomissione. Noto non ha colpe se non quella di essere troppo moderato, e come lui anche altri imprenditori e personaggi, pure intellettuali, che non alzano più la voce e subiscono anch’essi. Chiudere gli stadi è del tutto ridicolo, per il virus del caxxo (l’influenza fa più danni) erano pure contrari a svolgere le autopsie, facevano morire persone perché gli sparavano aria nei polmoni, visto che i medici non sono tutti idioti ad un certo punto gli omicidi sono terminati e poi ti fanno andare in giro con mascherine “chirurgiche” che non servono a niente. Ridono pure di Voi e Vi spacciano per “afflitti da un virus” gente che un tampone manco affidabile non l’ha mai fatto né visto. Sarebbe ora di dire basta, invece le pecore fanno beeeeeeeee beeeeee beeeee beeeeeee mentre banchieri e sodali creano soldi virtuali e si fottono risorse, migliaia di aziende già fallite, soprattutto piccole imprese (guarda caso) e le pecore che si lamentano se Tulli Pan va da qualche parte. Io mi fotterei di loro, gliele canterei dalla mattina alla sera e poi vediamo che mi fanno…’sto caxxo, altro che buttare soldi al pallone senza pubblico e sentirmi pure criticare. Che vadano a fare in Q, i pecoroni.
Chapeau a Davide Greco per il coraggio e l’onestà intellettuale!
Infondo ha saputo scrivere con schiettezza quello che tutte le persone di buon senso dovrebbero capire, senza girare più di tanto intorno all’ostacolo.
Hannu ma si cangianu a capu, non i jocaturi.
Dal Mar Jonio al Mar Tirreno dei tuoi color non faccio a meno.
Forza CATANZARO!!!