La tifoseria giallorossa conosce fin troppo bene l’amarezza dei play-off, quasi come se la squadra dei tre colli fosse colpita da una maledizione. Con gli stadi chiusi e un modesto settimo posto in campionato, le speranze di far bene in questo ennesimo capitolo conclusivo di stagione erano ridotte al lumicino.
La squadra giallorossa non è riuscita a superare il secondo turno contro un modesto ma ben organizzato Potenza, si conclude cosi una stagione decisamente complicata che bisognerà presto mettere in archivio.
Il match fra Potenza e Catanzaro ha offerto pochi spunti di riflessione per via del fatto che i padroni di casa sono rimasti costantemente in undici dietro la linea della palla e di contro gli ospiti perennemente in fase di possesso alla ricerca del varco vincente.
Orfani dello squalificato Giosa, i lucani si sono disposti con il 3-4-3 che vedeva Ioime fra i pali, Sales Emerson e Silvestri in difesa, Coccia Coppola D’Angelo e Sepe sulla mediana. In avanti il tridente formato da Ricci Murano Golfo.
Auteri ha confermato il collaudato 3-4-3 con Bleve in porta, Celiento Atanasov e Martinell in difesa, Statella al posto dello squalificato Casoli a dar supporto a Corapi DeRisio e Contessa a centrocampo, mentre in avanti giravano Carlini DiPiazza e Kanoutè.
Squadre disposte dunque a specchio, ma a dispetto dello spettacolo il tema della partita è stato decisamente monotono. Come era nelle attese degli addetti ai lavori, il sornione tecnico dei lucani ha preferito aspettare il Catanzaro per colpire di rimessa e il risultato gli ha dato ragione.
Auteri di contro ci ha da sempre abituati a dominare il gioco e gli avversari e così è stato anche oggi allo stadio Viviani, purtroppo però i giallorossi si sono riscoperti incapaci di finalizzare la gran mole di gioco che si è vista.
Prima frazione di gioco
Nella prima frazione di gioco il Potenza ha aspettato il Catanzaro concendendogli diversi metri di campo, ma l’assetto tattico (tutti dietro la linea della palla) ha consentito ai padroni di casa di intasare i corridoi verticali, arginare Corapi e quindi ripartire velocemente ad ogni break.
Il Catanzaro ha da subito preso in mano le redini della partita, DeRisio si abbassava per dettare la manovra ma una volta superata la prima linea di avversari diventava difficile trovare la verticale libera e la ragnatela di passaggi fra le casacche gialle finiva per risultare solo fine a se stessa.
In alcune occasioni i giallorossi sono anche riusciti a mettere in mezzo qualche buona palla, ma senza trovare la spizzata vincente. Il Potenza dal canto suo ha cercato di sfruttare le ripartenze lanciando il velocissimo e dinamico Murano (forse uno dei maggiori rimpianti degli ultimi due anni) a sinistra o l’eclettico Ricci sulla destra.
Al 20mo accade quel che non ti aspetti, Martinelli lancia lungo per DiPiazza che si invola da solo verso la porta ma perde un tempo di gioco ed Emerson riesce a recuperare chiudendo lo specchio della porta, il tiro sul primo palo è facilmente deviato in corner da Ioime.
Nell’immediato ribaltamento di fronte Murano conquista una seconda palla sulla trequarti e tenta la botta a rete in equilibrio precario e con la visuale coperta, ne esce un tiro sporco che rimbalza e s’insacca fra l’incredulità generale.
La reazione dei giallorossi non si fa attendere e un minuto più tardi DiPiazza libera con il tacco Kanoutè che dall’out sinistro entra in area e incrocia sul secondo palo, la palla esce di un soffio. Il Potenza decide dunque di alzare le barricate contro le quali il Catanzaro finirà per schiantarsi senza riuscire a trovare lo specchio della porta.
Corapi è ben controllato da D’angelo, Statella corre ma non riesce ad incidere più di tanto, Celiento resta basso per contenere le sfuriate di Murano, Contessa e Martinelli fanno i conti con Ricci e Coccia che sulla corsia dx danno filo da torcere, Silvestri taglia trasversalmente il campo portandosi dietro prima Carlini poi Kanoutè, DiPiazza si muove tanto ma deve fare i conti con l’esperto Emerson.
Duelli a tutto campo che minuto dopo minuto tolgono energie, tagliano il fiato, gonfiano le caviglie, il Catanzaro ci mette cuore e anima, ma senza trovare il varco giusto.
Gli ultimi 45 minuti di stagione
Nella ripresa il tema non cambia di una virgola, Catanzaro proteso in avanti e Potenza arroccato in difesa. In palio c’è il passaggio del turno e i lucani hanno già fatto il loro dovere, d’altronde possono contare su una solidità difensiva decisamente di buon livello.
La fretta di recuperare spinge i giallorossi ad interventi troppo veementi che inducono l’arbitro a estrarre ben cinque cartellini in pochi minuti, cosi Auteri decide per anticipare i cambi e mischiare le carte.
Al 54mo entrano DiLivio Bianchimano e Tulli per Corapi, DiPiazza e Statella. I giallorossi si dispongono con il 4-2-3-1 che vede Contessa indietreggiare sulla linea di difesa, DeRisio e Carlini girare a centrocampo cercando di innescare sulla trequarti DiLivio Tullli e Kanoutè. Il terminale offensivo è ovviamente Bianchimano.
Sarà proprio l’ariete di proprietà del Perugia a impensierire Ioime con un missile poco alto sopra la traversa. È appena trascorso il minuto 74 e al Catanzaro iniziano a mancare le idee, forse cala anche un po’ la fiducia perché le azioni si ripetono con il solito refrain.
Servirebbe un guizzo vincente, una spizzata di testa, magari un gol fortuito come è stato quello di Murano nel primo tempo, ma le cose andranno diversamente. Il Potenza raccoglie le residue forze per nascondere il pallone dal terreno di gioco come nei peggiori campetti di periferia.
In pieno recupero arriva il pari di Urso che dai venti metri lascia partire un siluro imprendibile. Non è il gol della bandiera, ma ha lo stesso sapore. Quanto meno evita ai giallorossi una sconfitta immeritata. Al Potenza vanno i più sinceri auguri di una lunga e avvincente sessione play-off.
Considerazioni finali
Mister Auteri va da sempre ripetendo che i meriti bisogna conquistarli sul campo, cercando di prevalere tatticamente sull’avversario e non speculando con situazioni che poco hanno a che fare con la bellezza di questo sport.
Ci piacerebbe ripartire da qui. Dai meriti di ha gestito, chi allestito, chi guidato e chi indossato le casacche giallorosse. Dimenticando dunque gli spiacevoli incidenti di percorso che hanno compromesso il camminio in campionato.
In questa particolare stagione è mancata a più riprese quell’unità di intenti che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di una città come la nostra.
Unità ed identità. Un binomio che ci fa esultare al gol di Urso pur sapendo che non c’è più tempo. Perché è da li che si riparte, da un gol voluto e cercato… dunque meritato.
Con il dovuto rispetto, ma quali sarebbero questi meriti? Quello di fare 90 minuti di possesso palla senza mai tirare in porta? (E purtroppo non solo ieri sera). Francamente si è vista una squadra senza gambe e senza idee, se poi ci aggiungiamo la solita immancabile sfiga ecco che salutiamo l’ennesimo play-off. Se si vuole davvero ripartire c’è pochissimo da salvare (a cominciare dalla guida tecnica) e prendere finalmente calciatori veri, non gente alle soglie della pensione o scartata da tutte le altre squadre. Altrimenti consoliamoci come al solito e il prossimo sarà sicuramente l’anno nostro. Sempre forza il magico!
Finita l’era Auteri bisogna cambiare subito pagina con un allenatore emergente che sappia adattare la squadra a qualsiasi situazione sia in casa e sopratutto fuori casa. Il modulo del Mister andava bene qualche campionato fa , bel gioco molti gol , grande entusiasmo.Ora pure le pietre di Pietragrande sanno come giocano le squadre di Auteri per cui o ti aggiorni e studi nuove soluzioni oppure rimani indietro nel tempo, mentre altri ti fanno ciao ciao e ti sorpassano. Il bel gioco non interessa piu’ a nessuno, oggi piu’ di ieri si bada al risultato anche a costo di vedere il famoso catenaccio ( vedi Napoli Juventus di coppa).Non solo , se non metti qualita’ nel motore rimarrai sempre nei meandri della C e questo credo che il nostro Presidente non lo potra’ piu’ sopportare.